Capitolo 22

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Distanti di una ventina di metri degli Eruditi si guardano attorno distrattamente. Devono essere guardie per un giro di ronda. Forse non ci hanno visto. Kim ha già un piede nel varco.

- Susan - Caleb mi indica con un cenno delle macchie scure.

Prima non le avevo viste perchè si confondevano con l'immondizia e le macerie. Sono cani. Vengono nella nostra direzione. Uno di loro ci individua ed inizia ad abbaiare. Gli Eruditi alzano lo sguardo e ci vedono. Le loro urla mi fanno sobbalzare.

- Merda - impreca Kim a denti stretti.

Mi afferra per un polso e iniziamo a correre. Starle dietro è difficile, è veloce, molto veloce. La paura di essere scoperti ha il sopravvento e si mischia all'adrenalina. Percepisco il sangue scorrere più veloce.

- In fretta - esclama Caleb spingendomi in avanti.

Kim gira bruscamente a destra infilandosi in un vicolo stretto. I passi dei cani e degli Eruditi mi sembrano sempre più vicini.

- Hai un altro dei tuoi nascondigli? - chiede Caleb con la con la voce ansante - perchè adesso sarebbe proprio utile - .

- Oh, sta zitto - ringhia Kim.

I latrati dei cani mi perforano le orecchie. Mi sembra già di percepire i denti conficcati nella carne. Accelero ma so di non potere andare avanti ancora per molto. Kim mi spinge di lato. Rotolo a terra tra i rifiuti. Il fango mi entra nel naso e nella bocca. Devo. Respirare. Alzo la testa prendendo una rapida boccata di ossigeno. Vengo premuta ancora di più contro il suolo.
- Stai ferma - mi sibila Kim all'orecchio.

Il sapore del fango mi fa venire la nausea. Mi concentro sui battiti del mio cuore per non pensarci. Batte talmente forte che non mi stupirei se Kim mi dicesse " fallo smettere " .

Gli Eruditi sono vicini, sento le loro voci anche se non capisco cosa stanno dicendo. I cani sono spariti. Vorrei tanto poter guardare. Sta giù Susan, mi ripeto come un mantra.

- Si sono nascosti nel  il quartiere della vecchia serra - la voce mi giunge tanto chiara che quasi sussulto. La mano di Kim preme contro la mia schiena tenendomi per terra, o forse è quella di Caleb. Le voci Erudite si fanno sempre più lontane fino a quando non spariscono. Aspetto qualche secondo. Respiro con la bocca tenendo chiuse le palpebre per evitare che il fango mi entri anche negli occhi. Passano minuti.

Avverto un movimento dietro di me - Se ne sono andati, potete alzarvi - .

La voce di Kim è accesa dalla tensione. Qualcuno - Caleb - mi tira su . Mi sfrego la faccia, respiro. Le boccate di ossigeno mi riempiono i polmoni fino a farmi male ma ne vale la pena. Caleb è sporco di fango dalla testa ai piedi. Ha i capelli arruffati e continua a mettere le mani in tasca per poi sfilarle. La sola ad essere calma è Kim. Ha gli occhi brillanti di adrenalina, mi fa quasi paura.

- Adesso dove andiamo? - chiede Caleb .

Kim alza lo sguardo - Lassù - .

È un edificio pericolante con terrazzi in ferro che sembrano cascarci addosso. Rampicanti giallognoli si infiltrano alla base per poi abbandonare la scalata e rinsecchirsi.

Kim si avvicina alla parete e la tasta fino a quando non trova un mattone stabile, a quel punto si issa su.

- Stai scherzando - gracchia Caleb.

Mi viene la nausea.

Kim si volta con un sorriso beffardo - Cosa c'è Rigido, hai paura? - .

Caleb annuisce prontamente - Ci devono pure essere delle scale da qualche parte - .

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