Capitolo 1

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Mi svegliai grazie ai raggi del sole, che filtravano in camera.

Quando aprì gli occhi, mi ricordai di essere nella casa di mio zio..

La mia nuova camera era molto grande e ben arredata, ma mai, sarebbe stata accogliente come quella che avevo prima.

Mi alzai dal letto, andando nel mio nuovo bagno.

Aprì il rubinetto dell'acqua e mentre aspettavo che l'acqua tiepida scendesse nel lavandino, per lavarmi il viso; alzai lo sguardo, verso il mio riflesso allo specchio.

I miei lunghi capelli castani, spettinati come erano mi incorniciavano il viso stanco.

Potevo dormire e fingere che la vita andava avanti, ma il dolore era sempre quello.. Ogni giorno che passava, non riuscivo a scappare dai miei ricordi e dal mio dolore.

Quando sentì l'acqua tiepida mi chinai per lavarmi il viso.

***
"Dove vai?" Mi chiese Ryan mio zio, con sguardo sorpreso.

Finì di scendere le scale e guardandolo con il mio solito sguardo vuoto, sistemai meglio gli occhiali da sole.

Ero pronta e vestita per uscire fuori da casa.

Avevo bisogno di evadere per qualche ora.

"Un giro.." Risposi io camminando fino alla porta.

" sei sicura che non vuoi prima fare colazione?" Chiese Ryan con premura.

Io scossi la testa, negando. Prima che potessi uscire da casa Ryan mi richiamò.

"Ieri ho fatto portare la tua macchina qua, è in garage se vuoi puoi usarla.. Tieni le chiavi." Disse mio zio passandomi le chiavi.

Io annuì sorridendo lievemente, e facendogli un cenno con la mano uscì da casa.

Andai verso il garage e quando vidi la mia macchina vi entrai dentro.

La mia Audi r8, bianca era stata una delle cose ereditate da mio padre.. L'amavo è anche se all'inizio ero sicura nel tenerla ora, mi sembrava solo la scelta giusta.

Sospirai e appoggiando la borsa nel seggiolino di fianco misi le chiavi nel quadrante.

Dopo che l'accesi la senti fare le fusa..
Uscendo lentamente dal garage, vidi mio zio uscire da casa e salutarmi, mentre con il labiale mi diceva di andare piano.

Alzai gli occhi al cielo e sgommando velocemente mi allontanai da lì.

Non so quante volte, presa dai pensieri avevo perso il conto dopo i 130 di velocità...
Ogni cosa che poteva essere un rischio, io non esitavo ad avvicinarmici.

Mi sentivo viva come se non fossi morta insieme ai miei genitori, come se il dolore a volte si potesse alleviare.

Sapevo di essere un incosciente per le preoccupazioni che negli ultimi mesi stavo dando a mio zio, ma l'adrenalina e il rischio sembravano le uniche cose che riuscivano a farmi spensierate per un po'.

Erano appena le 10:00 del mattino.
Quando fui arrivata alla collinetta, in cui ero solita ad andare, quando stavo da mio zio,

Aprì la portiera e siccome ero da sola e non vi era nessuno, presi la mia borsa e tirai fuori uno dei tanti ricordini che mi aveva lasciato Tyler.
Una canna.
Prima di uscire dalla macchina accesi lo stereo, alzando il volume.

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