Capitolo 33

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Ciao a tutti ❤️ vi consiglio di leggere questo capitolo con questa canzone: Ryan Adams wonderwall
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Pov's Aiden
Uscì dalla macchina e andai verso casa mia.
Sam era in macchina e sapevo che era questione di poco tempo prima che potessero scoprirci.

La CIA voleva portare via Sam da qui e darle una nuova identità, lei era da sola e mai avrei permesso a loro di prendersela.

Mi sarei preso cura io di lei, anche a costo di perderci le penne.
Troppe ne aveva passate e mai sarei riuscito a sopportare di non vederla più.

Entrai in casa e fortunatamente Tod non c'era.
Corsi su per le scale e andai in camera mia, presi un borsone e misi della roba da vestire e quello che mi serviva.

Presi uno zaino e ci misi il mio portatile le pistole e i documenti riguardanti il caso di Sam.

Feci tutto in poco tempo, aprì il cassetto della scrivania e afferrai dei telefonini usa e getta e non rintracciabili, misi anche quelli nello zaino e prendendo tutto corsi via da quella casa.

Fortunatamente nella cassaforte di Ryan vi erano dei passaporti e delle nuove identità che potevamo sfruttare in caso di emergenza.

Quando arrivai davanti alla macchina, notai che Sam si era spostata nel seggiolino di fianco.

Buttai i borsoni nel baule e poi salì in macchina.

Partì e dopo vari minuti di silenzio finalmente sentì la sua voce.
Aveva uno sguardo perso ed un'espressione così stanca..

"E ora dove andiamo?" Mi chiese lei guardandomi.

Alternai lo sguardo su di lei e la strada e risposi " non possiamo ne allontanarci troppo e ne essere troppo vicini.. Andremo a Philadelphia che è a due ore e mezza da qua nella casa di tuo zio."

Lei annuì e sospirando continuò "sarà sempre così la mia vita? Un traslocare ed un trasferirsi? Perché se è così preferisco già arrendermi e andare dalla CIA."

Non potevo credere a quello che diceva.. Lei non capiva che andare dalla CIA sarebbe stato peggio e basta.

"Sam non puoi capire.. Non puoi dire una cosa del genere, saremo al sicuro lì nella casa di tuo zio, nessuno è a conoscenza di quella proprietà ed è stato tuo zio a dirmi di portarti li..." Le spiegai poco prima di prendere l'autostrada.

"Spiegamelo, allora cazzo. Mio zio mi hai detto che è stato messo in cella e prima che ti facessero quella chiamata come.. " disse lei fermandosi subito dopo a pensare. La guardai qualche volta e prima che potessi risponderle disse "lui sapeva che sarebbe successo questo.. In che cazzo di casini vi siete messi voi due? Dimmelo." Iniziò ad alzare la voce.

Mantenendo tutta la mia calma possibile alla fine mi arresi e confessai tutto.

"Duane johnson un viscido pericoloso ti sta cercando e ti vuole morta, l'incidente che hai avuto non è stato un caso..
Quando ti ho portata in ospedale, subito dopo iniziai ad indagare per capire la dinamica del tuo incidente.
Molte cose non combaciavano e attraverso degli scagnozzi di quel viscido ho capito tutto, ho capito che era per colpa di Duane.
Tuo zio è stato arrestato perché la CIA pensa abbia fatto il doppio gioco con Duane e l'agenzia.
Ma ancora una volta qui le cose non tornano perché conosco tuo zio ed è impossibile una cosa così.
C'è qualcuno in agenzia che vuole fuori gioco Ryan e fare fuori anche te.
E io devo capire chi è, metterlo alle strette e dimostrare che tuo zio non ha violato nulla e sapere che tu sei al sicuro.

Subito dopo che arrestarono tuo zio, lui mi disse una frase "prenditi cura di lei finché non ci sarò io, puoi raccontarle tutto ma non dirle che lei è in pericolo. Solo quello ti chiedo. " erano le stesse identiche parole che avevo già sentito..

Quando entrai in casa tua pensando di trovarti ne approfittai e andai nello studio di tuo zio.

Cercai ovunque e poi trovai proprio sulla sua scrivania l'album delle vostre foto famiglia. Lo aprì e trovai una lettera scritta da Ryan per me.

Diceva che sapeva che sarebbe andata così che era questione di tempo prima che lo incastrassero, nella cassaforte aveva lasciato dei documenti importanti per farmi indagare velocemente a questo caso. Ti vuole bene e mai avrebbe voluto questo per te ma sappi Sam che quello che ci aspetterà non sarà una passeggiata cercherò di mettercela tutta ma dovrai aiutarmi anche tu." Gli spiegai fermandomi al semaforo e guardandola.

Le presi una mano ma lei l'unica cosa che fece fu scoppiare a piangere.
Non l'avevo mai vista così fragile, mai.

"Piccola, andrà tutto bene. Non ti succederà nulla e tuo zio sarà scarcerato. È una promessa quella che ti faccio. Ora stai tranquilla e riposati un po che ci aspetta ancora un po di viaggio va bene?" Cercai di rassicurarla.

Lei annuì e tirando su con il naso appoggiò la testa contro il seggiolino.

Accesi lo stereo per mettere un po di musica e sostituire quel silenzio snervante.

Sospirai e concentrandomi sulla strada pensai ad un piano e a tutti i mezzi e i documenti che avevo.
Forse grazie qualche contatto in Virginia nella sede del Langley saremmo riusciti a farcela.

****
Pov's Sam
Scossi frettolosamente le palpebre e guardandomi attorno mi trovavo su un divano.

Mi alzai e mi ritrovai in una casa mai vista.
Eravamo già arrivati nella casa protetta di mio zio..

Uscì da quella che sembrava una sala e passando per un corridoio vidi una porta aperta e la luce accesa.

L'apri e trovai Aiden seduto alla scrivania mentre era al telefono.

Era uno studio e la scrivania era immersa di fogli e fascicoli.
Mi avvicinai e lui si accorse di me.
Vidi le sue pupille dilatarsi e la sua espressione stanca.

Anche lui non c'è la faceva più.. Questa giornata doveva finire.

Dopo pochi secondi lui riattaccò e butto l'iPhone sulla scrivania.

Appoggiò le sue braccia sui fogli che vi erano sparsi e vi appoggiò anche la sua testa.

" che è successo?" Gli chiesi girando intorno alla scrivania e mettendogli una mano sulla testa.

Sapevo che stava facendo di tutto per assicurarmi la protezione e risolvere tutto e che il tempo scorreva ma non poteva ridursi all'esaurimento.

" siamo già ricercati nella lista dei fuggitivi della CIA, il mio contatto mi ha detto che solo dopo domani mi può dare una base e alcuni uomini che mi diano una mano in questa situazione. Lui fortunatamente non a che fare con la CIA in se come noi ma lavora in una sede sempre federale ma occulta in cui sono a contatto più da vicino con langley.. Quindi fino a dopo domani non possiamo fare nulla se non sperare e pensare ad un piano." Disse lui tirandosi su e prendendo la mia mano tra le sue.

"Aiden, mi fido di te e se mi dici che c'è la faremo, sarà così.
In qualunque modo ne usciremo e potremmo stare tranquilli. Ho capito che non serve nulla arrendersi e darci già per sconfitti noi combatteremo fino all'ultimo e mi fido ciecamente di te anche se mi hai detto un mare di bugie e mi sono sentita illusa e tradita da te ora sono nelle tue mani e quello che posso fare è fidarmi di te." Non so da dove prendevo quel coraggio e speranza ma sapevo che lui avrebbe fatto di tutto per me.

Ci guardavamo negli occhi e lui mi prese per i fianchi e mi fece sedere in braccio a lui, stringendomi a se.

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