Capitolo 14

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Aprì delicatamente gli occhi e strofinandomeli con le mani, misi a fuoco la vista.
Ero sdraiata su un letto non mio.. Mi guardai attorno e capì di non essere in camera mia.

Con la testa che pulsava scesi dal letto.
Cercai di ricordare cosa era successo..
Guardai la sveglia sul comodino, e alzai le sopracciglia.
Le 3:00 del mattino?

"Vedo che ti sei ripresa.." Disse una voce profonda alle mie spalle.

Mi girai e vidi Aiden entrare nella stanza.
Dalla sua espressione capivo quanto era seccato..
Aveva in mano una bottiglietta d'acqua e un flaconcino di pastiglie.

"Sai ormai non mi meraviglio più dei tuoi comportamenti stupidi.." Continuò lui scrutandomi attentamente.

Io lo guardai infastidita e risposi "Aiden, nessuno ti ha mai obbligato di starmi così addosso. Non ho bisogno che tu ti prenda cura di me. Posso cavarmela anche da sola."

Vidi la sua mascella irrigidirsi e quando si avvicinò velocemente davanti a me, quasi sussultai.

"Non dirmi che riesci a cavartela anche da sola perché sono cazzate. Sta sera per poco non ti facevi del male, se non ti prendevo io quando eri svenuta.
Perché ovviamente la mocciosa si deve ubriacare o fare una delle sue bravate.." Mi disse lui con tono duro.

"Cosa vuoi da me? Vuoi che ti ringrazio? Perché mi stai sempre intorno. Perché?" Gli chiesi alzando la voce.

Lui chiuse gli occhi e sospirò.
Quando li aprì rimasi affascinata dalla loro bellezza. Aiden era veramente un bel ragazzo..

" lasciamo perdere.. Andiamo a dormire.. È tardi ed è meglio che ti riposi. Tieni bevi e prendi una di queste. Starai meglio." Spiegò lui con voce stanca.

Lo guardai attentamente e sbuffando mi arresi..
Presi la bottiglietta e una pastiglia.
Mandai tutto giù e infine camminai verso la porta, prendendo da terra le mie scarpe.

"Dove pensi di andare?" Chiese lui con voce incredula.

Mi girai e lo guardai confusa.

"Al dormitorio, in camera mia.." Spiegai ovvia io.

"No resta qui. È tardi.. È fuori nel campo ci sono dei coglioni.." Chiarì lui mettendosi una mano nei capelli.

"E allora? È a pochi metri da qui non morirò.." Dissi io scherzando.

Il suo sguardo truce, mi obbligò ad ascoltarlo.
Mollai le scarpe sul pavimento e camminai verso il letto.

"Vedi così ti preferisco, quando mi ascolti" disse lui accennando un sorriso divertito.

Alzai gli occhi al cielo sorridendo.
Ero grata che avesse smorzato un po la tensione.

Mi arrampicai sul letto matrimoniale e mi sdraiai. Mi girai dall'altra parte dandogli così le spalle.

Dopo qualche minuto la luce della camera si spense e i suoi passi felpati cessarono quando sentì il posto affianco al mio occuparsi.

Mi girai e rigirai ma non ne volevo proprio sapere di dormire.
Mi girai verso Aiden e lo trovai sdraiato in pancia in su.
Aveva le palpebre calate.

"Che c'è solo perché non riesci a dormire, ti metti a guardarmi?" Mi chiese lui accennando un sorriso e aprendo gli occhi per guardarmi.

Arrossì e sbuffando risposi " fanculo.."
Alla mia risposta lui rise e si girò verso di me.

All'improvviso smise di ridere e mi guardò attentamente.
"Non capisco il perché tu debba comportarti come hai fatto sta sera.. O tutte le altre volte.
Sembri un'altra persona.. La Samantha, tranquilla e sorridente di oggi mi piaceva molto di più, sai? " confessò lui senza distogliere il suo sguardo ipnotico dal mio.

"Cosa vuoi da me Aiden? Dimmelo.. Perché pretendi che non faccia determinate cose.. Perché non mi lasci semplicemente in pace e mi lasci nei miei casini..." Chiedo io con senza capire.

Dopo vari secondi e dopo il nostro continuo fissarci.. " non so cosa voglio da te Sam. Non ti lascio fare quelle cazzate forse perché mi sto affezionando a te.. Odio il fatto che tu, non riesca a volerti bene e odio il fatto che tu non ti sfoga e che non sappia mai cosa ti passa per quella fottuta ed intelligente testa."

Lo guardai sorpresa ed incredula.
Davvero pensava tutte quelle cose di me? Più lo guardavo e più volevo baciarlo.. Cazzo, che mi stava succedendo?

"Aiden nessuno e nemmeno tu dovresti affezionarti a me. Finirei solo col ferirti o il deluderti. Chiunque persona mi stia accanto ne risente. Non voglio trascinare nessuna persona nella mia merda.. " risposi guardandolo tristemente.

Sospirai e mi girai d'altra parte dandogli le spalle.
Neanche mi accorsi che stavo piangendo..

Dopo qualche secondo mi sentì circondare il fianco e sentì il petto di Aiden contro la mia schiena.

"Non mi importa Sam. Ho sofferto talmente tanto nella mia vita che un'altra ferita non mi farebbe nulla.
Io voglio starti vicino, per qualunque cosa." Sussurro lui, stringendomi di più a se.

Rimasi in silenzio e chiudendo lentamente gli occhi caddi in un profondo sonno.

****
Pov's Aiden
Aprì gli occhi e sentendo il corpo caldo di Sam sul mio petto, non la spostai.
Pur di non svegliarla, rimasi a fissare il soffitto pensando alla nottata passata.

Questa ragazzina per quando mi turbava ammetterlo mi stava incasinando parecchio.
Sia mentalmente e anche emotivamente.
Non ero mai stato un ragazzo sentimentale e tutte le cose che avevo detto la sera prima, mi sorpresero.
Come era possibile, che una ragazzina di diciassette anni, giorno dopo giorno mi facesse coinvolgere così tanto.
Lei era la mia missione non mi potevo più permettere di varcare il confine.
Dovevo proteggerla non mandare tutto a puttane..
La cosa più strana era che mai e poi mai mi ero addormentato abbracciando una ragazza per consolarla.. Ero più un tipo da una botta e via, sia perché non volevo storie e sia per il lavoro che avevo.

Cazzo.. Sarà stato solo un momento di debolezza e nient'altro..

****
Dopo non so quanto tempo che ero immerso nei miei pensieri, il viso di Sam si tirò su dal mio petto nudo e mi guardò imbarazzata arrossendo.
Era davvero una bellissima ragazza..

"Scusami.. " disse lei con ancora del rossore in viso.

"Tranquilla.. Come stai?" Chiesi io incurante aspettando che si tirasse su tranquillamente.

"Bene.. Ho molta fame ahahah" disse lei ridendo e scese dal letto.

La guardai attentamente e scoppiai a ridere alzandomi anche io, da quel letto..

"Bene allora andiamo a mangiare, mangiatrice compulsiva.." Dissi scherzando e cercando una maglia pulita, nell'armadio.

Lei sghignazzò mentre si metteva le scarpe.

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