Capitolo 5

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Ero in macchina con Aiden e il silenzio che vi era dentro l'abitacolo, era assordante.

Era da quasi trenta minuti che eravamo partiti da casa mia. Quasi trenta minuti di silenzio e il mio far finta di nulla.

Speravo non si accorgesse del fatto che lo guardavo.. O meglio che lo fissavo.

Era proprio un bel ragazzo..
Cercai di reprimere altri pensieri e distogliere lo sguardo da lui.

Dopo un po sbuffai e tirai fuori il telefono dalla borsa.

"Hai intenzione di sbuffare e sospirare tutto il viaggio?" Mi sentì domandare subito dopo.
Rimasi interdetta e corrugando la fronte confusa gli rivolsi il mio sguardo.

Guidava ed intanto guardava sia me che la strada con espressione divertita.

"È da quando siamo partiti che sbuffi e sospiri ovvio sempre meglio di quando rimasi a fissarmi. Sai è inquietante." Disse lui ridendo e beffeggiandosi di me.

In quell'attimo l'essere insensibile che ero ormai da mesi prevalse.

"Mi dispiace, ma nessuno ti obbliga a portarmi la al campeggio e potresti benissimo lasciarmi al primo hotel che troviamo, riesco a cavarmela anche da sola." Risposi con tranquillità e aria di sfida.

Lui sorrise e alzò le sopracciglia, sembrava sorpreso.

"Quanto vorrei contraddirti.. Comunque no non mi fermerò in nessun hotel. Tu vieni al campeggio.." Rispose ritornando subito dopo, serio.

Io alzai gli occhi al cielo e ritornai con lo sguardo sul mio telefono.
Presi le cuffiette dalla borsa e le collegai al telefono.
Comprai il nuovo album di Adele su iTunes e mi godetti un po di vera tranquillità.
****
Pov's Aiden
Ci volevano all'incirca tre ore di viaggio per quello stupido e snervante campeggio.
Ancora una volta ero riuscito a cadere in trappola.
Il vero me non avrebbe mai accettato un incarico come questo.
Badare ad una adolescente piena di rabbia e nella sua crisi adolescenziale non era da me.
Mi sono ritrovato all'età di 14 anni a diventare un adulto. Ho fatto e visto cose, che non tutti i ragazzi della mia età, possono dire di aver fatto.
Ho sgobbato e ho avuto gli incarichi migliori e promettenti da risolvere e ora mi ritrovavo a fare da babysitter?
Mi scappò una smorfia divertita mentre guidavo.

Girai il mio sguardo e la vidi mentre dormiva, con il viso rivolto verso il finestrino.

Sospirai e scuotendo la testa divertito, continuai a guidare.
Questa volta potevo dire, che non sapevo cosa mi sarebbe aspettato..
****
"Samantha? Siamo arrivati." Dissi io tranquillamente.
Erano da ormai due minuti che avevo parcheggiato, ma lei non si svegliava.

Sbuffai e sporgendomi verso di lei, vidi le cuffiette.
Sorridendo, tirai un cazzotto sul volante, facendo suonare il clacson.
Come se non bastasse Roger il cane del campeggio, iniziò ad abbaiare imperterrito.

Vidi la ragazzina, scattare sul seggiolino spaventata.
La sua espressione spaventata e confusa mi fece scoppiare a ridere.

"Sei cretino? Dio già non ti sopporto.." Disse lei arrabbiata, mentre metteva il suo telefono e le cuffie nella borsa.

Io continuai a ridere e aprendo la portiera dissi " siamo arrivati, brontolona addormentata" scherzai io mentre mi trucidava con lo sguardo.

Iniziavo a trovare stimolante darle fastidio.
Forse da questo incarico avrei tratto qualche piacere, spaventarla, romperle le scatole, prenderla in giro..

"Smettila di guardarmi.." Disse lei tra i denti mentre camminavamo verso il campeggio.

"Perché dovrei farlo? Te puoi fissarmi quanto vuoi e io no?" Risposi io con arroganza.

A quel punto la vidi incrociare le braccia mentre io cercavo di trattenermi dal ridere.

Cazzo.. Le valigie..
Ci avrebbero pensato gli altri..

Pov's Sam
"Ma piantala.. Oltre ad essere un cretino sei anche un rompi coglioni." Chiarì io accelerando il passo.

Mentre lui mi cercava di raggiungermi, cosa che successe poco dopo, un signore in divisa verde e capelli brizzolati mi fece un cenno.

"Salve. Lei deve essere Samantha Collins." Chiese con tono autoritario lo stesso tipo.

Io annuì e lui mi guardò male.
"Voglio che tu risponda ad una domanda, non che annuisci.
Comunque sia avrai tempo di acquisire le giuste competenze e conoscenze qui nel campo. Sono sicuro che tra due giorni sarai già ambientata." Spiegò lui con arroganza e tono serio e deciso.

Perfetto.. Un altro rompi cazzo alla lista.

"Va bene." Risposi io senza pensarci.

"Bene. Il dormitorio femminile è a sinistra. Troverai Jin che ti spiegherà tutto." Spiegò ancora una volta il mastino.

" si." Dissi io e poi mi incamminai verso il dormitorio indicato.

Il campo sembrava enorme.
Sembrava un parco giochi per atleti ma inquietante.
Segui l'edificio dalle mura bianche.

"Aspetta.." Mi sentì dire prima che potessi entrare.
La sua mano afferrò il mio braccio, costringendomi a girare.

Eravamo così vicini.. Ad un tratto mi ricordai di lui..
"Aiden? Tu sei quello che mi ha aiutato qualche sera fa al locale?" Chiesi io guardandolo stranita.
I suoi occhi erano così simili per non dire uguali a quelli, che mi avevano trascinato fuori dal locale.

Vidi la sua mascella irrigidirsi insieme al suo sguardo.
Un attimo dopo, non eravamo più vicini. Mollò la presa sul mio braccio scostandosi da me qualche metro.

"No ti sbagli.." Confessò lui con serietà.

Io lo guardai attentamente e annuì.
Si mi sarò sbagliata..

"Beh.. Allora che volevi dirmi?" Domandai io ricordandomi che mi aveva chiamata.

"Ah sì.. Quando hai fatto la visita del dormitorio e ti hanno spiegato tutto ci vediamo qua fuori per il giro del campo." Disse lui sorridendo sinceramente.

Io annuì e mi voltai, entrando nel dormitorio.
***
Pov's Aiden
Mentre Sam era al dormitorio, andai ad informare le matricole di andare a prendere i bagagli.
Mi divertiva il fatto che potessi sfruttarli, a mio piacimento.

"Aiden.. Ne è passato di tempo." Mi sentì dire alle mie spalle.

Dio..

"Signor Colton.." Salutai freddamente l'uomo che avevo sorpassato poco prima.
Quello che parlò con più arroganza assoluta, a Sam era lui.
Colton Davis il direttore del campeggio.

"Wellher. Pensavi davvero che mi scordassi di te? Sono lieto di vedere che il vandalo che c'è in te ci sia ancora." Disse lui divertito guardando i miei tatuaggi, sparsi nel corpo.

Mettendo le mani nelle tasche dei jeans risi amaramente stupendolo.

"Sappiamo entrambi che non sono qui per farmi prendere per il culo da lei. Sa bene che ruolo io abbia e del perché sia qui. So benissimo che lei ha parlato con il mio capo e che ha ricevuto una buona ricompensa per il suo benestare e il suo silenzio, quindi veda di non continuare sulla vecchia strada, perché anche se sono un'agente. Come dice lei, io sono sempre lo stesso vandalo, quindi veda di non sfidarmi." Dissi io con la più calma possibile e riservando il mio finto sorriso alla fine.

Lui mi guardò attentamente ed annuendo se ne andò via.

Soddisfatto con me stesso andai al dormitorio maschile. Avrei impartito un po di lezione anche li.

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