Capitolo 36

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"Where are you now?"

Mamma mia che casino. Stamattina mi sono svegliato con un boato assordante. Cazzo, che paura. Me la sto facendo sotto veramente. Ci sono stati due attacchi all'aereoporto qua davanti. Dovevo esserci stamattina, dovevo stare lì ma il mio prelocuratore ieri mi ha chiamato dicendomi di aver fissato un appuntamento con uno sponsor, così sono partito ieri dopo pranzo. Sono stato ad Anversa per tutto il giorno e sono arrivato in albergo ieri sera sul tardi. Stamattina, il panico.
Sono riuscito a chiamare Claudia per due minuti. Gli ho detto che stavo bene e che ero in albergo, poi si è staccato tutto. I telefoni non prendono e la wifi si è staccata. Vorrei avvertire Sara, ma non so come fare.
Sarà preoccupata?! Dio, come faccio ad avvertirla che sto bene e non deve preoccuparsi?!
Giro per la camera con il telefono in mano. Magari torna la linea..
Niente da fare è l'uns e ancora il cellulare non prende.
Scosto la tenda dalla finestra e vedo ancora la polizia, le ambulanze, gente che urla, chi piange, corpi coperti da teli..
Non ci sono parole per commentare questa situazione, solo una profonda tristezza.
Richiudo la tenda, non ce la faccio. Posso sembrare uno stronzo senza cuore, ma in realtà non è così. Fa male, è la mia terra, dove sono cresciuto. Fa male vedere il mio paese in ginocchio.
Ma mi posso ritenere fortunato. Non ero lì, ma dovevo starci.
Si percepisce il gelo in questa città, i brividi solo a pensare a quelle persone mi scorrono nel corpo.
Mi siedo sul letto e do un altro sguardo al cellulare. Ancora niente.

Ho spento la televisione, la radio, non voglio sentire altro.
Non so neanche se i miei compagni sono arrivati. So solo che non voglio uscire da qui per un po'. Qui, adesso mi sento al sicuro.
Mi sto sentendo debole, avrei bisogno di qualcuno che anche stando in silenzio mi consoli un po'.
Sono riuscito a capire dalla telefonata di prima che Claudia non mi raggiungerà nè ora e neanche per Pasqua.
Ma anche se prendesse la linea, non potrei chiamare Sara e dirle si raggiungermi. A parte che non è da me e non lo farei mai. Ma poi è abbastanza pericoloso visto quello che è successo stamattina, e non posso metterla in pericolo, se le succedesse qualcosa per colpa mia non me lo perdonerei mai.
I miei pensieri sono rotti da qualcuno che bussa alla porta della mia camera.
Mi giro e guardo la porta.
Non voglio aprire, non voglio vedere nessuno.
Mi avvicino alla porta, ma questa persona è insistente e continua a bussare. Sento tirare su con il naso dall'altra parte. Non so perchè ma mi convinco ad aprire.
Quello che mi trovo davanti mi fa perdere un battito.
Sara che piange e di botto mi si butta tra le braccia.
Mette le braccia intorno al mio collo e la testa la appoggia nell'incavo della testa e la sento singhiozzare.
"Stai bene.." riesco a capire mentre sento il mio collo umido per le lacrime.
In questo momento non desideravo altro che averla qui.
Metto le braccia attorno ai suoi fianchi e la abbraccio anche io, stringendola.
"Sto bene.." dico.
"Che fai qui ma sei pazza??" Le dico.
"Ti ho chiamato ma non ti prende.. non sapevo che fare.. non mi importa.. dovevo trovarti" mi dice tra un singhiozzo e l'altro.
"Sto qui, sto bene.. basta piange su" le dico alzandole il mento. Le asciugo le lacrime e le faccio un sorriso.
"Mh, mh" mi dice e mi stringe.
"Dai vie entra che se te vedono so cazzi" dico e chiudo la porta.
Entra e si ricompone. La osservo. È vestita come capita, non è truccata segno che si è sbrigata ad uscire. Ed i capelli legati in una coda fatta male, con i bozzi qua e la e lei li odia.
"Sei una pazza comunque" le sorrido.
"Oh sta zitto! C'ho avuto paura, scemo" mi dice senza guardarmi.
Addolcisco lo sguardo. Questa ragazza si è fatta il viaggio solo per vedere come sto. Solo perchè non aveva contatti con me è venuta qui.
"Grazie.." dico.
"Dovevi partire oggi e appena ho sentito alla tv mi sono sentita male e sono venuta qui.."
"Sono partito ieri alla fine, avevo appuntamento con uno sponsor e quindi stanotte ero già qua" le spiego.
"Beh meno male.." mi dice.
"Come hai fatto a sapere che ero qui?"
"Mertens, mi ha aiutata e mi ha detto di venire a vedere.." risponde.
"Capito.."
"Beh stai bene, sei vivo.. posso anche tornare a Roma" mi dice e fa per andare verso la porta ma la blocco per un polso.
"Non fare la scema, è pericoloso. Dove cavolo vai?! Tanto non ti fanno più partire. C'è un casino là fuori, non ti mando in giro da sola! Già hai fatto una cazzata a venire correndo dei rischi.."
"Ah grazie che sono venuta per te" mi interrompe.
"Non dicevo questo, solo che ci sono state due esplosioni poco fa, sai com'è non voglio che ti succeda niente, non me lo perdonerei mai" dico.
"Cosa proponi di fare allora uomo?" Mi dice incrociando le braccia.
"Resta qua con me" dico senza pensare. Ma sono impazzito?! Mi mordo la lingua.
"Non posso restare, non potevo neanche salire, figuriamoci restare qui" mi guarda.
"Non lo sapranno. Dai resta con me, non voglio che te ne vai" dico guardando la sedia vicino la scrivania.
"Non fare la fredda, sei qui ormai. Qualcosa deve voler dire. Lascia perdere tutto adesso. Lascia stare che io sono uno stronzo, ma resta qui" mi è difficile parlare con lei ogni volta. Ho paura di dirle sempre qualcosa che puo' farle del male.
"Resto per adesso ma stasera me ne vado" mi dice.
"Stasera puoi andare, almeno fuori si sarà un po' calmato" dico.
La guardo.
"Sei fredda"
"Se viene tua moglie?" Mi chiede.
"Non verrá, tranquilla." Rispondo e lei non fa altre domande.
"Comunque ho apprezzato tanto questa cosa" dico sedendomi sul letto.
"Non avrei mai pensato di farla, veramente"mi spiazza così.
"C'è sempre una prima volta no?" Dico.
"A quanto pare" mi fa un sorriso.
"Dai vieni qui ho bisogno di un abbraccio" le parole mi escono così. Sta volta sono io a chiederglielo. Quella volta io rifiutai e anzi, gli risposi anche male. Ma lei non mi dice di no. Seduta vicino a me, si avvicina e mi abbraccia.
"Dai tranquillo.. rimango" mi dice.
La abbraccio anche io e ci sdraiamo.
Mi guarda mentre mi fa le coccole, anche se io sono un po' bloccato. Non posso.
"Perchè sabato mi hai rifiutato?" Le chiedo.
"Puzzavi Radja, e pure tanto. Poi non facciamo che litigare, io sinceramente non ce la faccio più, quando vai via sono sola.." mi dice e sento una fitta allo stomaco.
Lei continua a farmi i grattini sulla schiena come se nulla fosse.
"Non vuoi più..?!" Chiedo.
"Non lo so.." non mi guarda.
"Dai per adesso dimentichiamoci de sta cosa, eh.. ne riparliamo a Roma dai.. lasciamo perdere sti discorsi" lei mi fa un sorriso e mi avvicino per baciarla.
Non mi rifiuta stavolta, anzi ricambia. Devo ammettere che questi baci mi erano mancati.
Sento il battito del mio cuore accellerare. Ma cosa mi fa?! Perchè sono così attratto da lei che non riesco a starle lontano?!
Mi morde il labbro poi si stacca.
"Perchè mi guardi?" Mi chiede.
"Sei tutta rossa, baby" rido.
"Ma va a cagare Radja" mi dice mettendomi una mano in faccia e scoppiando a ridere anche lei.
"È vero oh, che effetto che ti faccio eh" dico tirandola a me.
"Sei sempre il solito stronzo" ridacchia.
"Si ma con poche" rispondo mettendomi a pancia in su.
"Meno male sennò povere noi" sbadiglia.
"Sei stanca?"
"Non ho dormito un granchè stanotte"
Appoggia la testa al cuscino e mette il braccio sulla mia pancia.
"Riposati allora.."
"Mhmh.." chiude gli occhi e dopo poco si addormenta con uno splendido sorriso sulle labbra che fa sorridere anche me. Questa ragazza m'ha sconvolto la vita. Con in braccio sinistro la abbraccio e mi addormento anche io.

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