Capitolo 66

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"Noi due che dell'errore, abbiamo fatto amore.
Noi due, due arterie diverse dello stesso cuore."
(Antonello Venditti - Unica)

Ottobre.

È passato un mese quasi dal nostro fidanzamento. Se vogliamo dire così. I nostri amici ci hanno preso per il culo per tutto il mese, giorno per giorno e più a lui che a me, per fortuna.
Si è praticamente trasferito a casa mia, senza dire niente, senza interpellarmi. Devo dire che mi fa piacere peró, sembra voler essere diverso con me, una persona diversa. Certo, litighiamo, un sacco di volte ma poi lui dice o fa qualcosa che rimette subito a posto, è impressionante, non so come fa.
Oggi sono molto agitata. È il giorno del concerto di Venditti allo stadio Olimpico. Non sto più nella pelle, sono agitata e vorrei arrivasseto presto le 20. Ma è quasi mezzoggiorno e ce ne vuole!
Sto preparando il pranzo, o almeno ci provo, non sono mai stata brava in cucina. So fare l'essenziale. Diciamo che non lo faró morire di fame. Comunque mi ha scritto che tornerà per pranzo. No ma Radja autoinvitati, fa pure.
Eh niente quindi stamattina sono andata a fare la spesa e ho fatto un po' di bruschette e adesso sto cuocendo un po di pasta col ragù, si accontentasse.
Guardo l'orologio e noto che sono le due. Ma come mai ancora non è tornato?! Il mister gli starà facendo fare gli straordinari. Abbasso il fuoco e decido di chiamarlo.
Mi risponde al terzo squillo.
"Pronto baby?"
"Radja, dove sei?! Guarda che già non so cucinare poi mi si scuoce eh!" Dico.
Lo sento ridere.
"Tranquilla sto arrivando, ho avuto un piccolo problemino" mi dice.
"Del tipo?"
"Eh quando torno vedi!"
"Il concerto non c'entra vero??" Chiedo allarmata.
"No ci andiamo non ti preoccupare!" Ride e sento che borbotta sotto voce.
"Con chi sei Radja?" Chiedo sospettosa.
"Da solo! Senti devo attaccare, tanto sono quasi arrivato. Ci vediamo tra un po'!" Mi dice e attacca senza farmi replicare.
Oddio questo che misterioso! Con chi stava borbottando?! Mamma mia io ne usciró pazza da questa storia ne sono sicura, ne moriró! Devo smetterla di essere così sospettosa. Sara ti devi fidare, alla fine mi sta dimostrando le cose e che a me ci tiene veramente. Si peró li leggo tutti quei commenti sotto le foto, e dove lo taggano, e quello che dicono!
Aaahhh!! Basta così non vivo più ceh, rilassati Sara.
Prendo un respiro profondo quando sento suonare il campanello. Faccio un balzo per lo spavento, quel suono mi ha riportato con i piedi per terra.
Vado ad aprire e mi ritrovo un Radja sorridente che mi bacia a stampo.
"Eccomi!" Mi dice.
"Ti vedo! Oddio la pasta!!" Urlo correndo in cucina a sistemare il quasi danno che stavo per fare.
Lo sento ridere e poi parlare a bassa voce. Sento anche un cane abbaiare, ma sicuramente me lo sono immaginata dai, non è possibile, o sarà di fuori al massimo.
"Rà ma che stai facendo??"
"Niente, niente!!" Mi risponde prontamente.
Non me la racconta giusta perció mi affaccio alla porta e lo vedo sorridente con un cucciolo di cane in braccio.
"Oh mio Dio, e lui?" Chiedo con gli occhi a cuoricino.
"E lui è nostro" mi dice accarezzandolo.
"Come nostro??" Gli vado vicino e inizia a farmi le feste. "Ma, ma è un cane lupo cecoslovacco, vero?" Chiedo.
"Esatto, il nostro preferito. Qualcosa in comune ce lo abbiamo almeno!"
"Non ci credo!" Scuoto la testa e coccolo un po' il cucciolo.
"Non vuoi sapere il nome??" Mi chiede.
"Ma come, gli hai già dato un nome??" Chiedo sconsolata.
"Ovvio"
"Sentiamo dai, ma se non mi piace cambiamo!" Dico.
"Nayati" mi dice.
Scoppio a ridere.
"Che razza di nome é Nayati?? Radja dai!! Dove lo hai preso??" Non riesco a smettere di ridere.
"È un nome indiano" mi dice. Mi riprendo un attimo e lo guardo. È serio.
"Che significa?!"
"Vuol dire: colui che combatte." Mi dice e da lì capisco cosa vorrebbe dirmi e il collegamento del nome.
"Ah..."
"Vedi, devi fare sempre la malfidata! Ha un significato molto bello. Ci ricorderà di non mollare mai e di lottare sempre l'uno per l'altra. Guarda ha anche il collare con il nome, cambiarlo è impossibile!" Mi dice e non mi resta che guardarlo con dolcezza e abbracciarlo forte a me.
"Sei unico" sussurro.
"Lo so!"
"Modesto il ragazzo!"
"Sempre!" Mi dice baciandomi.
Andiamo a pranzo, finalmente, con Nayati che ci gira tra i piedi ma quando finiamo di mangiare e ci mettiamo sul divano, lui ha voglia di parlare e inizia un discorso che non mi sarei mai aspettata da lui.
"Sai, sei capitata nell'unico quarto d'ora libero di una giornata di merda, da lì ho iniziato a credere che nell'amore ci voglia una gran puntualità. Ti ricordi la prima volta che ci siamo icontrati? Non quella volta che avevo combinato un guaio e tu mi hai tirato fuori, parlo della prima volta che ci siamo visti con tutti gli altri in quel bar. La prima volta che ti ho vista ho provato una sensazione strana, mi sembrava di aver sempre sbagliato prima di te. Ti ho guardata, avevi un giubotto nero con il pelo intorno, di quelli morbidi, era gennaio faceva freddo. Mi sono avvicinato al bancone del bar e il barista mi ha chiesto: 'caffè?', e non so cosa mi abbia detto la testa, mi sono girato verso di te e ti ho chiesto: 'Boh, tu lo vuoi?'. Mi hai risposto di si dopo un po' di esitazione e in quel momento giuro, ho pensato che non mi ti sarei lasciata scappare per nulla al mondo." Mi dice.
"Si me lo ricordo" sorrido.
"Ci siamo presentati, un bel sorriso e mi hai passato lo zucchero di canna non so neanche perchè, ti ho detto grazie ma che preferisco quello bianco. Sai.." Mi mette un braccio sulle spalle mentre Nayati va in esplorazione della casa "mi sono innamorato poche volte in vita mia, e tutte insieme a te, di continuo. Prima non volevo ammetterlo, facevo muro a me stesso, ma ora vivendoti da un po' mi fai innamorare ogni giorno. Mi sono innamorato quando quella sera dovevamo fare la pizza a casa e quando sono tornato dagli allenamenti ti ho trovata stravaccata sulla sedia con una montagna di farina sul tavolo. Mi sono avvicinato e tu mi hai battuto le mani davanti alla faccia spargendo la farina su ogni punto del mio corpo, mi hai guardato e mi hai detto: 'Contro la forfora, io uso Clear!'" Scuote la testa e io scoppio a ridere.
"Eri buffo!" Dico poggiando la testa sulla sua spalla.
"Mi sono innamorato tutte le sere che ci sdraiavamo a letto e parlavamo di viaggi, di desideri, sogni nel cassetto, delle nostre paure. Mi sono innamorato quel pomeriggio quando stavamo in macchina mia e nel CD che avevo è arrivata la canzone di Frozen, ho mandato avanti perchè mi sentivo in imbarazzo, ma sai con Aysha sono obbligato a sentire queste canzoni e tu mi hai detto: 'No, no oh, rimettila!' e via sul Lungotevere a cantare, fermi al semaforo con la gente nelle altre macchine che ci guardavano strano."
"Che scemi, mamma mia" commento ricordando.
"Quella volta che siamo andati a fare la spesa, tu che insisti sempre per portare il carrello per darti la rincorsa e salire in piedi. Avevamo preso quello con la ruota sbilenca e sei finita addosso ai pacchi di pasta in offerta, imbranata come sempre, ti ho preso in giro tutto il giorno, tu hai messo il broncio, hai fatto la finta offesa dicendomi: 'Adesso pasta peró!'."
"Oddio non me lo ricordare che figura di merda!!" Sbotto coprendomi la faccia.
"Abbastanza" ride. "Ma vedi noi non siamo stati uno di quegli amori da invidiare, siamo stati uno di quegli amori da desiderare. Abbiamo fatto girare un sacco di persone non perchè eravamo belli, ma per il casino che facevamo quando cercavi di salirmi sulle spalle e strangolarmi quando mi dicevi che quella sera cucinavi tu ed io ti rispondevo: 'Mi vuoi così male?' Siamo quelle coppie che insieme agli amici beindano con i boccali di birra e mandarli giù di botto, e poi passavamo tutta la notte a vomitare e a dirsi "Mai più ok?" "Ok", per pou ritrovarci ancora con una gran sete di quei momenti i cui tu sei l'amore della mia vita e la migliore amoca del mondo. Noi siamo uno di quegli amori che vengono presi come esempio per sfatare il mito che l'amore fa schifo.  Forse abbiamo aiutato qualcuno, forse abbiamo fatto in modo che qualcuno credesse ancora in qualcosa. Per quanto mi riguarda, io in noi ci ho creduto un sacco.." Finisce il discorso ed io mi sono sciolta come burro al sole. Come fai a non amare un uomo del genere??
"Anche io ci credo in noi, ci ho sempre creduto, delle volte un po' meno peró speravo che qualcosa succedesse.." Rispondo mentre lui mi bacia "Vedi, tu sei diverso, migliore degli altri, tu sei speciale. Hai quello strano accento che rende ogni parola migliore di quella che è, ridi, sai ascoltare, a volte sei anche dolce non solo stronzo, vuoi fare il duro ma crolli anche tu. Non sei una di quelle persone, sei la mia persona. Mi fai fare scelte giuste, mi fai sognare, mi motivi, mi dai certezze pur non possedendole, mi abbracci dentro l'anima. Sei il tipo maschio duro ma che poi se ti guardo in modo dolce ti sciogli. Per me sei tutto: un amico, un fratello, un padre, un ragazzo... Sei la cura migliore ai miei momenti di debolezza, non te ne sei andato anche quando ti ho mandato via l'altra sera e per me è una dimostrazione grandissima. Tu ci sei come nessun uomo c'è stato per me, dentro il mio cuore. Tu sei mio, sei il mio: "l'aspettavo da una vita!"" Dico aprendomi a lui anche io. Mi tira a lui e mi sussurra un "Amore mio" sulle labbra prima di baciarmi. Sono compleatamente, ufficialmente partita di testa!

****

"Questa sera non chiamarmi. No stasera devo uscire con lui. Lo sai non è possibile. Io lo vorrei ma poi, mi viene voglia di piangere"

Siamo appena arrivati allo Stadio Olimpico. Non sto più nella pelle giuro. "Dalla pelle al cuore" tanto per citare una canzone di Venditti. Ho ripassato mentalmente tutte le canzoni.
Non so se Radja ne conosca qualcuna oltre l'inno della Roma, peró poco importa. Sono come una bambina al parco giochi. Mi tiene la mano e di tanto in tanto mi guarda sorridente. Raggiungiamo i nostri posti sul prato. Li lo vivi meglio il concerto è più bello degli spalti, solo che se è brutto tempo sono uccelli senza zucchero (cazzi amari). Per fortuna oggi è una bella serata anche se fa freschetto. Inizia il concerto. Venditti apre con la canzone del suo nuovo disco "Cosa avevi in mente". Io la canto tutta, Radja no.
"Sei un po' stonata!" Mi dice a metà serata mentre Venditti si prende una pausa.
"Ei, senti chi parla! Quando cantavi: volare ooh oooh, ha tremato tutto il centro commerciale" mi difendo.
"Oh Dio hai visto quel video!"
"Certo ti ho dedicato le mie più raffinate tecniche di stalkeraggio!" Rispondo.
"Ne sono onorato!" Mi dice e mi da un bacio sul naso.
"Ragazzi questa canzone non avrei dovuta farla, non era in scaletta, ma per un amico questo ed altro, per cui questa è dedicata ad una coppia in particolare, orgogliosi ma che poi si ritrovano sempre qui, distanti solo da due corpi ma con un unico cuore" dice Antonello dal microfono. Mi giro a guardare e Radja mi cinge le spalle col le braccia.
Il mio cuore inizia a battere forte. Mi verrà un infarto. Parte la canzone "Amici mai", la mia preferita.
"È la nostra.." mi dice Radja.
"Come scusa?!" Chiedo.
"Certinamori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano. Amori indivisibili, indissolubili. Ma amici mai, per chi si cerca come noi, non è possibile. Odiarsi mai per chi si ama come noi, basta sorridere. No, no non piangere, ma come faccio io a non piangere??" Canta Venditti e sento i brividi percorrermi il corpo.
Radja mi stringe al suo petto.
"Tu per me sei sempre l'unica, straordinaria, normalissima, vicina e irraggiungibile, inafferrabile, incomprensibile.." Stavolta a cantare non è Venditti ma Radja, che al mio orecchio sussurra le stesse parole della canzone.
"Ma amici mai, per chi si cerca come noi non è possibile, odiarsi mai per chi si ama come noi, sarebbe inutile.." Continua la canzone e intreccia le mani con le mie.
"Radja io.." Dico ma lui mi zittisce con un bacio.
"Mai mai il tempo passerà, mai mai il tempo vincerà, il nostro non conoscersi è una tortura da vivere! Ma stasera non lasciarmi, no stasera non uscire con lui.." Riprende Venditti sul palco mentre Radja tira fuori il cellulare e fa una foto mentre ci baciamo.
"Che fai?"
"Lo devono sapere tutti che ci apparteniamo" mi dice e la pubblica suo social con scritto: "Il nostro amore è unico, insuperabile, indivisibile, ma AMICI MAI!"
Lo abbraccio e mi esce dal cuore: "Ti amo Rà"
"Ti amo anche io scema!"
Mi tiena stretta e finiamo di vedere il concerto. Il bello è che lui non ha cantato nessun altra canzone. Ha imparato solo quella. Per me, per noi.

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