"Terrorism has not a religion."
22 Marzo
Sono sveglia a letto da tre ore tipo. Sono le sette e mezza. Ho visto passare tutti i minuti. Duecentodieci per la precisione.
Ieri sera è andata benissimo, il compleanno di Camilla è stato fantastico. Anche con Kostas dovrebbe essere andato bene dato che la nostra cara amica non è tornata a dormire. Chissà che gli avrà preparato quel pazzo ieri! A noi ha dato solo ordini senza spiegazioni. Mah!
Noi ieri sera non abbiamo fatto tardi ma comunque non sono riuscita a dormire molto bene. Ho una strana sensazione addosso. Non so spiegare cosa sia. So solo che sono un po' agitata ma non ho nessun motivo per avere tutta quest'ansia.
Mi tiro su e mi stiracchio. Sento vociferare di sotto, così mi do una sciacquata alla faccia per calmarmi un po' e scendo.
Marta, Giulia e Francesca sono già a rapporto di sotto. Strano, molto strano..
"Buongiorno" mi salutano.
"Buongiorno a voi, come mai giá in piedi??
"Oggi pulizie!" Mi dice Giulia sistemando i cuscini sul divano.
"Si, sta casa sta diventando un porcile!" Osserva Marta. È vero, dobbiamo darci da fare!
"Ci aiuti?" Chiede Fra.
"Certo, faccio colazione e arrivo" dico.
Vado in cucina, mi verso il caffè nella tazzina e prendo i biscotti.
Accendo la televisione. Non so perchè di solito non voglio sentire niente e nessuno ma stamattina mi è venuto così naturale..
"Ma che cucciola, guarda i cartoni stamattina" le mie amiche mi prendono in giro. Rido e mangio un biscotto.
Sposto lo sguardo all'orologio. Radja sarà arrivato ora, a quanto so poi non deve fare molta strada perchè il ritrovo della sua nazionale è davanti l'albergo. Poi ora devo pensare a cosa rispondere ad Edin, cosa in caso devo dire a Radja. Mamma mia che casino che c'ho in testa!
Mentre penso a cosa devo fare la mia attenzione viene richiamata dalla televisione. Il cartone che stavo guardando non c'è più.
Parte la sigla del telegiornale con scritto: "Edizione Straordinaria"
"Ragazze è successo qualcosa, c'è il tg" dico e loro mi raggiungono. Alzo il volume.
"Interrompiamo i programmi con un edizione straordinaria del telegiornale. L'ISIS colpisce ancora, due attentati nell'arco di mezz'ora a Bruxelles. Il primo intorno alle otto, di questa mattina all'aereoporto di Zaventem, il secondo alla fermata della metro a Maelbeek. Il bilancio per ora è di.."
Non ci capisco più nulla. Giuro. Mi cade la tazzina dalle mani.
Bruxelles. Aereoporto. Attentato. Radja.
Non è possibile, non ci credo. Lui doveva essere lì! Adesso! Doveva stare li. Non può succedere una cosa simile. Non so che fare, sono immobile. La tv non la sento più, non vedo le mie amiche, sento solo il battito del mio cuore che sta per esplodere.
Mi sposto i capelli all'indietro e la mano di Giulia mi riporta lì, alla realtà.
"Radja.."
Le mie amiche si guardano tra il confuso e lo spaventeta. Anche loro sapevano che sarebbe arrivato a quest'ora. No io non ce la faccio. Prendo il telefono di corsa e lo chiamo.
"Sara.." mi dice Marta ma la ammonisco.
"Rispondi cazzo, Radja!" sbotto al telefono che mi ha staccato la chiamata. Passeggio per il salotto e lo richiamo.
"Radja mortacci tua!" Dico iniziando a sentire le lacrime che mi scendono dagli occhi. "Ti prego.." sussurro.
"Il telefono della persona chiamata è spento o irraggiungibile"
"Allora?" Fra si avvicina.
"È spento o non gli prende" dico lanciandolo sul divano. Mi sto impanicando, ho iniziato a tremare, questo non mi risponde, che cosa cavolo faccio?! Io devo sapere se sta bene, dov'è, con chi.. ma soprattutto devo sapere come sta!!
Non mi do pace. Io non posso perderlo, non posso.
"Ma vedrai.." Marta tenta di consolarmi.
Mi sto sentendo male. Devo fare qualcosa. Ma cosa??
Nom riesco a pensare, non sono lucida, mi viene in mente solo che lui.. sta li da qualche parte.. e io sto qui.. che non so niente.
Lui sta li, io qui. Non gliela faccio, devo andare a Bruxelles. Mi asciugo gli occhi e corro verso le scale, mentre le salgo mi tolgo la maglietta, così che mi possa sbrigare. Le mie amiche non sono stupide, hanno capito cosa voglio fare e mi seguono su in camera. Continuo a piangere in preda a una crisi di nervi, mentre mi inizio a vestire con la prima cosa che mi capita.
"Dove vai??" Mi chiede Marta.
"A Bruxelles" rispondo mettendomi le scarpe.
"Ma sei matta?? È tutto bloccato!!" Mi urla Giulia.
"Ma se viene pure Claudia?" Mi chiede Francesca.
"Non mi importa. Non ce la faccio a stare qui così" dico scendendo di corsa.
"Sara aspetta, troviamo una soluzione.." mi dicono cercando di farmi ragionare, ma io sono testarda, non ascolto nessuno.
"No ragazze, devo.." dico e mi lego i capelli mentre esco di casa. Salgo in macchina e corro a Fiumicino. Durante il viaggio non ho fatto altro che chiamare Radja tutto il tempo. Cazzo. Sempre la stessa storia. So che non devo pensare al peggio ma mi vengono in mente solo cose brutte...
Tra poco è anche Pasqua.. la sua famiglia..
Parcheggio a cazzo di cane, non mi interessa si fottessero, e corro dentro raggiungendo la prima biglietteria.
Faccio un po' a spallate e passo avanti a un po' di persone. Devo sbrigarmi cazzo!
"Desidera?" Mi dice l'hostess.
"Devo andare a Bruxelles, è urgente, la prego"
"Mi dispiace, non puo' andarci.. l'aereoporto è chiuso.." mi dice.
"No io devo per forza, non c'è un aereoporto li vicino?! Per favore guardi, non ho problemi economici, posso pagarle tutto quello che vuole, ma devo andare immediatamente!" Dico ormai non mi contengo più. Sto per morire, giuro.
"Ecco ci sarebbe rimasto un biglietto, l'aereo parte tra due minuti ma è quello di Charleroi.."
"Non fa niente, va benissimo. Si sbrighi per favore sennò lo perdo, come faccio poi!" La interrompo.
Forse ha visto che sono una pazza, che sto tremando mentre gli passo la carta d'identità e i soldi, forse ha capito che è importante.Non ho niente con me, solo il cellulare che continuo a guardare ogni tre per due. Chiamano il mio volo e la incito a sbrigarsi. Mi porge i documenti e il biglietto. Li prendo e corro al terminal.
Faccio il check in e scappo dentro l'areo. Mi siedo ma sono agitata. Cazzo, sabato sera l'ho pure rifiutato! Ma che cazzo m'ha detto la testa! L'aereo spicca il volo e io torno sui brutti pensieri.
"Fa che sta bene, fa che sta bene" continuo a ripetermi in testa. Lo chiamo. Nulla, come al solito. Radja, ti prego..
Mi appoggio con la testa allo schienale. Sto male, veramente. Ho paura. Sti maledetti che cazzo si sono messi in testa?! Il terrorismo non è una religione, uccidere gente innocente in nome di un Dio è inconcepibile. Non sei credente, sei un assassino.
Quante persone adesso staranno come me?! Per dei pazzi furiosi che attaccano senza pietà, facendosi esplodere, persone che vivono la loro quotidianità.
L'aereo atterra e mi catapulto fuori. Fermo il primo taxy e salgo.
"Zaventem" dico.
Mi guarda come se avessi bestemmiato. In effetti ha paura, giustamente. Sono io che sto fuori di testa e voglio andare lì.
"Go fast, please" dico facendogli vedere un po' di soldi che mi sono rimasti. Il tassista mi guarda titubante ma poi finalmente parte.
Le strade sono caotiche e la mia testa mi martella con un solo pensiero. Radja.
Dopo una mezz'oretta di macchina, il tassista accosta vicino alla fermata del'autobus e mi inizia a parlare in belga. Sono riuscita a fargli capire che non ho capito una mazza e me lo rispiega in francese.
Praticamente lui può portarmi fino a qui. Oltre non puo'. Lo ringrazio e gli chiedo l'ultima informazione, ovvero se sa dove si trova l'albergo che ospiterà la nazionale Belga. Mi da le indicazioni. Mi dice che è vicino l'aereoporto. Ringrazio e mi avvio. A passo affrettato, quasi di corsa. Controllo che la via sia quella giusta, quando finalmente vedo l'hotel, la mia meta.
"Spero sia qui.." sussurro, faccio un sospiro ed entro.
C'è un clima teso, gelido, buio, fa freddo anche se c'è il sole, è come se stesse nevicando. Percepisci la paura di questa città.
Nella hall c'è un po' di gente. Li guardo bene e riconosco: Lukaku, Courtois, Fellaini, Carrasco..
Nessuna cresta gialla..
Stanno tutti con le valige e guardano un tabellone, delle camere presumo. Mi avvicino e riconosco Mertens.
I ragazzi si accorgono della mia presenza e si girano, vorrei sprofondare ma non mi importa. Devo sapere se Radja è qui.
"Dries, non mi conosci e io non conosco te, ma dove è Radja?" Chiedo.
"Perchè lo cerchi?"
"Non posso spiegartelo.. Per favore dimmi se è qui o no.."
"Guarda io non lo so, siamo arrivati adesso e ci hanno detto di aspettare qui.." mi dice il giocatore partenopeo.
"Quindi non sai se è di sopra magari.."sto già per scoppiare a piangere.
"No, non lo so.. Non ti ho mai vista qua comunque.."
"Non importa su chi sia io, davvero, lui mi conosce, e io devo vederlo, non mi risponde al telefono.." spiego.
"Volevamo chiamarlo ma sono saltate le linee.." mi spiega facendomi vedere he in effetti c'è assenza di segnale.
"Come faccio ora.."
"Sei venuta qui.. da Roma?!" Mi chiede.
"Si.."
"Senti la camera di Radja è la 204, dovrebbe stare in camera con me, c'è scritto sul tabellone li" me lo indica "so che stiamo tutti in ansia, e ti vedo agitata, perciò vai a vedere, ti copro le spalle, se ti dicono qualcosa mettimi in mezzo. Non so dirti di più, nè come aiutarti.." mi dice.
"Grazie Dries, veramente.. devo sapere come sta se è.." dico abbassando la testa. Non riesco a continuare.
"Vai, tranquilla. Se non c'è starà bene comunque.." mi dice e lo ringrazio di nuovo. Salgo le scale a due a due fino ad arrivare al secondo piano.
201.
202.
203.
204. Eccola.
Faccio un respiro profondo e con il cuore in gola, busso.
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Amici Mai
Fanfiction"Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano" ~ Antonello Venditti