Capitolo 49

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“E poi non mi so spiegare, come tu mi sai far sorridere, mentre mi fai incazzare.”
(Andrea Nardinocchi)

Nello stesso momento.

Siamo sull'aereo di ritorno per Roma. Non vedo l'ora di finire questa stagione. Ho dato tutto quest'anno e sono veramente distrutto. Ora testa all'Europeo con il Belgio. Voglio vincere, voglio cancellare la delusione per non aver ricevuto la convocazione al mondiale in Brasile.
La partita ieri sera è andata benissimo. Anche se dovremmo giocare i preliminare di Champions ad agosto, ma ce l'abbiamo messa tutta nella seconda parte del campionato.
Mi metto le cuffie mentre l'aereo decolla.
Guardo fuori al finestrino. Per fortuna parto subito in nazionale, tra pochi giorni. Perchè non mi va di stare qui. Guardo Dzeko poco lontano da me che ha lo sguardo basso sul cellulare e sorride. Mi viene spontaneo fare una smorfia di mezzo disgusto. So già con chi sta messaggiando quello stronzo. Non li ho più visti. Ma che poi di lui mi frega cazzi. Ma lei anche non si è più fatta vedere. Sto impazzendo. Non voglio e non posso pensare che stiano insieme. Insomma non fa per lei quello! Quanto cazzo ci mette a capirlo non si sa. Capirai ora partirò anche, quando la rivedrò non si sa! A luglio penso...
Come cazzo faccio? Ho pensato a lei tutta la notte, sento che devo fare qualcosa, così non posso andare avanti. Non so cosa cazzo provo. Sono innamorato?? Non lo so ma non penso a questo punto. Pjanic mi ha detto che sono cotto. Ma che vuol dire.
Io non ci sto capendo più un cazzo, sinceramente. Da una parte vorrei tornare da lei e farla mia ancora. Dall'altra sono bloccato perchè mannaggia la troia ho una moglie incinta e una figlia a casa. Mannaggia al cazzo mio, ci devo fare un nodo, cazzo. Fa solo danni.
L'aereo atterra e mi tolgo le cuffie, scendendo con i miei compagni.
Aspettiamo i nostri trolley che arrivano e iniziamo ad attraversare il terminal per tornare, finalmente, a casa.
Rispondo a un messaggio sul cellulare mentre cammino da solo trascinando la valigia, quando alzo gli occhi e vedo le ragazze dei miei compagni che li stanno aspettando.
Stephan abbraccia Fra, Cami salta letteralmente addosso a Kostas, Lucas prende a limonare Marta come se non ci fosse un domani e Wojciech si aggrega alle coppie felici e prende anche lui a produrre limonata.
Mi fermo a guardarla. Era tanto che dovevo vederla..
La fisso e un sorriso mi curva le labbra. Non so spiegare come questa ragazza riesca a provocarmi questi sorrisi improvvisi. Si accorge che ero rimasto a farle le lastre perchè si gira a guardarmi le faccio un gesto con la mano e lei mi fa un mezzo sorrisetto. Tiene in mano un cartellone. Lo guardo e vedo che ci sono scritti tutti i cognomi dei ragazzi, ma al posto del mio un "Džeko" a caratteri cubitali. In un baleno mi ricordo che non è qui per me, nè per vedermi ma è qui per il bosniaco.
Torno a guardarla, ma lei tieni gli occhi fissi dietro di me.
Torno alla realtà quando qualcuno mi dà una spallata e mi sorpassa. Vedo le sue labbra allargarsi in un sorriso. Uno di quelli che ti lascia senza fiato. Per me non ha mai sorriso così. Sento una fitta allo stomaco.
Lui la raggiunge e di conseguenza lei gli salta in braccio e lo bacia. Sento i nervi tesi e il sangue pulsarmi nelle vene. Stringo il manico del trolley, meglio che me ne vado. A questo punto questi due mesi mi potranno fare solo che bene. Odio tutti, cazzo. Tutti.
Capirai quello anche solo a vederlo mi fa girare i coglioni. Figuriamoci a sentirlo respirare. Figuriamoci a vederlo che si bacia con la ragazza che voglio io!
Inizio ad imprecare silenziosasemente. Abbasso lo sguardo, esco a passo affrettato dall'aereoporto e mi dirigo verso la mia macchina. Apro lo sportello dei posti dietro e ci butto il trolley come viene viene. Mi rode il culo.
"Ehy fratello, ma così rompi tutto!" Ridacchia Pjanic che ha la macchina vicino alla mia.
"La ricompro." Rispondo acido.
"Madonna senti che acidume!" Mi guarda di sottecchi "Centra Dzeko?"
"Non me lo nominare!" Ringhio e salgo in macchina sbattendo lo sportello.
Lo vedo scuotere la testa divertito e mi fa il gesto con la mano di iniziare a parlare.
Gli rispondo con il dito medio e sfreccio a casa.
Di parlare?? Ma di cosa?! Ma vaffanculo pure te Pjanic che sei connazionale di quell'ameba.
Parcheggio sotto casa ed entro sbattendo la porta dietro di me per chiuderla. Claudia dovrebbe essere a casa.
"Bentornato amore!!" Si affaccia e mi viene incontro.
"Bentornato un cazzo." Dico portando la borsa in camera.
Ci rimane di merda ma mi segue di là.
"Che hai fatto?" Mi chiede.
"Niente che devo fa?"
"Non lo so non mi hai neanche salutata, manchi da casa da tre giorni.."
"Ah si ciao" dico spostandola e vado a sdraiarmi sul divano.
So che lei non centra niente ma mi sta urtando i nervi. È tutto un giramento di palle.
"Tu hai qualcosa!" Mi punta il dito contro "Che cazzo hai oh?" Sbotta.
"T'ho detto niente! Quanto rompi il cazzo! Ma che è un interrogatorio?"
"Oh ma tu stai fuori eh, ma chi ti ha detto niente. Sto a casa ti sto aspettando e mi devi risponde così?? Che ti ho fatto??" Mi dice.
"Oh me dai fastidio. Non ti sopporto, oggi. Sempre a borbottare, sempre a trovare qualcosa che non va bene, sempre a cagarmi il cazzo!" Sbotto.
Mi sono stufato veramente. Ma cazzo vedi che mi rode il culo lasciami stare, no?! No. Alimenta lei.
"Vabbe ma che centra ora sta cosa?? Che vuol dire che ti do fastidio?"
"La tua voce. Non la sopporto. Dovete lasciarmi stare, cazzo. Non ti voglio vedere nè parlare."
"Allora vattene! Che sei tornato a fare?? Ad insultarmi? Vattene no?! Sei proprio un coglione Radja. Uno strano del cazzo. Se non mi parli come posso fare ad aiutarti??" Urla.
"Non ho bisogno di nessuno! Chiaro?? Non mi serve niente. Oh Clà devi anda al negozio?? E va'."
"Oh ma che davero stai a fare?? Ma che ti prende? Ti droghi?" Mi dice guardandomi male.
Sbuffo e mi alzo.
"Me stai a rompe il cazzo. E non è un giorno eh! Non è un cazzo di giorno che c'ho le palle girate ma a te non te ne frega un cazzo vero?? Tu non noti niente di me. Solo te. Sempre tu e solo tu. Non te accorgi di come è il mio umore, mai! Per te va tutto bene, vero? Invece no non va bene un cazzo di niente!" Le dico.
Lei mi guarda confusa e delusa allo stesso tempo. Volevo stare a casa a non pensare a un cazzo con tutti sti nervi che c'ho e invece mi devo avvelenare con questa.
"Ma Radja cosa dici?"
"Sembra che non ti frega un cazzo di me. Se ci sono o no non ti cambia! Misto stancando di continuare a fare la famiglia felice che poi non è così!" Urlo anche io adesso.
"Non sei più felice con me?" Si tocca la pancia.
"Non lo so. Non so più niente!"
"Rà io non sto capendo. Non ti riconosco più, veramente.."
"Tu non mi conosci proprio! Che cazzo stai a fa con me eh?! E sta regazzina, siamo sicuri che è mia?" Sbotto. Lei spalanca gli occhi. Le parole mi sono uscite così, non ho pensato al peso delle stesse, ma sono troppo incazzato e devo sfogare oppure scoppio. Sono veramente stufo.
"Che cazzo dici??? Ma sei serio?"
"Si sono serio. Se hai un altro dimmelo e ti mando a fanculo di corsa."
"Come puoi pensare una cosa del genere!!"  Mi spinge e mi guarda delusa.
"È quello che mi dimostri." Rispondo andando verso la porta.
La sento sbraitare e urlarmi contro i peggio insulti ma non continuo a risponderle, mi ha rotto il cazzo. Apro la porta ed esco. Andate tutti quanti a fare in culo.

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