Capitolo 8

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I mesi nella nuova città passavano beatamente tra la libertà dei corsi che frequentavo, severi ma con insegnanti degni di questo nome, e la libertà del vivere secondo le mie regole. 

Non conducevo uno stile di vita molto differente da quello che conducevo a casa; studiavo, uscivo, passavo il tempo con Julie e in web cam con Cristal e prendevo in giro con Fred i tentativi (falliti) di approccio sentimentale di Patrick. Ma mi sentivo molto bene... Il college era tutta un'altra storia.

Era sì impegnativo, e per stare al passo con i corsi scelti si doveva studiare costantemente, ma i professori universitari non trattavano i propri alunni come degli sciocchi ragazzini (come capitava spesso alle superiori) e tra una spiegazione e l'altra davano modo di assimilare al meglio le lezioni, o con piccoli saggi e ricerche durante le stesse ore di lezione oppure con progetti da preparare ed esporre con scadenza massima di 2 settimane.
Insomma, per la maggior parte gestivi i tuoi studi da solo e come volevi; non c'era niente di meglio.

Io Julie e Fred non frequentavamo sempre gli stessi corsi, ma eravamo insieme per tutto il tempo possibile mentre Patrick, David e i loro coinquilini, Charles e Mark, seguivano corsi totalmente differenti dai nostri, così ci vedevamo solo durante la pausa pranzo o al termine delle lezioni. 

Non abitavamo distanti, due vie di distanza quindi capitava che la sera la passassimo insieme a casa mia o a casa di Charles e Mark. 

Erano due ragazzi davvero simpatici e mi piacquero sin da subito. Charles era molto alto e muscolo, all'inizio mi fece quasi paura ma a dispetto della sua corporatura era un ragazzo sensibile e innamoratissimo della sua ragazza, Rosie. Lei era piccolina di statura, molto magra, lentigginosa e soprattutto timida! Per farla interagire con me e Julie senza imbarazzo ci erano volute 2 settimane.

Tutto il contrario di sua sorella Freya.
Si somigliavano molto di aspetto, tranne che per i capelli rigorosamente rossi tinti di Freya e per l'assenza di lentiggini sul suo viso. Per quanto riguardava il carattere, era molto scontrosa e altezzosa.
Ci eravamo viste poche volte perché lei frequentava un gruppo diverso di amici fortunatamente, ma quelle poche volte erano bastate a non starci simpatiche a vicenda.
Una sera per sbaglio, mi era caduta della salsa sulle sue scarpe (non l'avevo fatto apposta!) e lei mi fece una scenata tremenda definendomi goffa e maldestra, poi se ne tornò a casa. Da quel giorno non fece altro che guardarmi in cagnesco ogni volta che ci incrociavamo.

Per un po' di salsa!

Mark, l'altro coinquilino, era un po' come Patrick senza però la sua irritabilità ed il suo fastidioso egocentrismo (quest'ultima imparai fosse una caratteristica anche di David, per questo erano così amici tutti e tre). All' inizio Mark mi sembrava un po' stronzo e vedendo come ignorava le avance di alcune ragazze sembrava proprio uno spaccone insensibile, che non reputava nessuno alla sua altezza. In realtà anche Mak era impegnato. 

Con Ben, un ragazzo un po' smilzo con una chioma bionda che conoscevo solo di vista ma da come parlava di lui Mark, mi sembrava già di conoscerlo.

Mentre ero seduta ,appoggiata ad un albero nel cortile del campus si avvicinò David.

<<Ora buca?>> gli chiesi, quando si sedette accanto a me.

Indossava una giacchetta di pelle nera, un paio di jeans scuri e una semplice maglietta nera. I suoi capelli scuri e sempre spettinati, erano sparati in tutte le direzioni, ed i suoi occhi erano posati divertiti e maliziosi su di me.

<<Manca il prof. di filosofia. Tu invece che ci fai qui?>>.

<<Ora buca>> gli risposi, alzando il libro a mo' di spiegazione.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora