Capitolo 49

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Mi ricambiai un fretta, mettendomi un paio di pantacollant ed una mia vecchia felpa e uscita di casa, iniziai a correre.

Cosa diamine ci faceva David alle 5 del mattino sotto casa mia? E cosa aveva visto?  Sicuramente tutta la scena del bacio con Ian.

Mi fermai di botta, perché un dolore lancinante al petto mi pervase e non aveva niente a che vedere con la corsa. Se David aveva visto me che mi baciavo con Ian, non mi avrebbe mai più guardata in faccia.

E per quanto lui mi avesse nascosto -e continuasse a farlo- di Roxenne e di tutto quello che gli stava succedendo, non si meritava questo.

Il pensiero di averlo perso per sempre mi faceva venire la nausea, così cambiai direzione e iniziai a correre verso casa di David, sperando si fosse diretto lì.

Tutti i momenti con lui mi passarono davanti come la pellicola di un film muto in bianco e nero. Perché lui per me era sia il bianco che il nero, sia luce che buio.

Mi aveva portato alla luce in un momento in cui non sapevo nemmeno io stessa chi fossi, e mi aveva trascinata nel buio lasciandomi sola con i miei dubbi e le mie paure.

Ma non potevo perderlo. Era tutto ciò che volevo e che non sapevo nemmeno di volere, prima di incontrarlo.

Prima di essere il mio ragazzo era un mio amico, un mio complice.

Lui era tutto.

Ma forse non sarebbe bastato, quella volta, guardarsi negli occhi e chiedersi scusa.

Forse quella volta la sua comprensione e la sua maturità non sarebbe bastata.

Mentre correvo più veloce possibile per arrivare a casa di David trovai la sua moto parcheggiata nel parco dove incontrai Josh la prima volta. Rallentai, leggermente sollevata e mi avvicinai, prima di accorgermi che poco più avanti una macchina nera molto familiare era parcheggiata con lo sportello aperto.

David non era da solo, con lui c'era Ian e stavano facendo a pugni. In quel momento rabbrividì e ripresi a correre per arrivare dov'erano loro e urlai il nome di David.

David trasalì e si bloccò, in quell'attimo di distrazione Ian gli assestò un pugno in pieno stomaco, talmente forte che si piegò su se stesso, ed io iniziai a tremare.

David si inginocchiò a terra e iniziò a sputare sangue. Mi avvicinai mentre Ian si alzava da terra e si asciugava il sangue dal naso.

<<Ma siete impazziti?!>> urlai, inginocchiandomi accanto a David. Lui mi guardò per una frazione di secondo, poi spostò di nuovo lo sguardo senza dire nulla, intento a pulire il sangue dalla bocca.

Guardai Ian, in cerca di una spiegazione.

<<È pazzo, Jennifer! Mi ha tagliato la strada, stavo rischiando di investirlo!>> esclamò Ian. <<Quando sono sceso per chiedergli cosa stesse facendo mi ha aggredito senza dire niente>>.

<<Racconta le cose come stanno, pezzo di merda>> urlò David, rialzandosi. Mi misi davanti a lui, tenendogli le mani sul petto per evitare che si scagliasse di nuovo sopra Ian.

<<Che intendi?>> chiesi guardando David dritto negli occhi. Lui spostò il suo sguardò su di me, accarezzando con gli occhi tutto il mio viso.

<<Quando è sceso dalla macchina aveva un sorriso di sfida. Sapeva già che avevo visto tutto, aveva previsto ogni cosa>> disse David che a stento riusciva a controllare il tremore delle sue mani e la rabbia nella sua voce. <<E quando gliel'ho detto si è messo a ridere>>.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora