Sospirai e decisi di tornare dentro, almeno c'era ancora Cristal. Mentre entravo andai a scontrarmi con David, talmente ero presa dai miei pensieri. <<Guarda dove cammini, Jennifer>>.
<<Scusa tanto! Potevi anche scansarti tu, sai!>> sbottai. Insomma, aveva intenzione di rispondermi male per tutto il resto della giornata?!
Mi guardò male, sospirò e addolcì un poco lo sguardo prima di proseguire.
<<Vai via anche tu?>> gli chiesi.
<<Anche?>>.
<<Be', si. Fred è andato a comprare le sigarette dice, Julie da... un amico, Patrick ed Andrew sono scomparsi>>. Risposi imbronciata.
<<C'è Cristal dentro. E Daniel, puoi sempre salire di sopra con lui>>. Disse con una scollata di spalle ed io sussultai a quelle parole. Cercando di non fargli vedere che mi aveva ferita lo sorpassai con l'intento di andare da Cristal e lui mi si parò davanti.
<<Che c'è? Non mi rispondi?>>.
<<Lasciami stare, David. A volte ti dimentichi che io non sono una di quelle signorine che tratti come ti pare e piace! Io sono una tua amica!>> quasi urlai.
<<Appunto per questo mi incazzo così!>> esclamò. Dove voleva andare a parare? Mi dava della ragazza facile perché ero una sua amica? Non aveva senso. Anche se lui era abituato a trattare solo con ragazze di questo genere, pensai con disprezzo.
Non risposi e cercai ancora una volta di andare nell'altra stanza.
<<Parla Jennifer, non tenerti le cose dentro cazzo>>. Disse mettendosi una mano tra i capelli. Ma cosa pretendeva? Avrei tanto voluto mandarlo a quel paese perché da stamattina mi trattava con sufficienza e disprezzo e se non faceva ciò mi ignorava, adesso mi dava della ragazza facile e dovevo pure dirgli qualcosa?!
Anche se qualcosa da dirgli ce l'avevo.
<<Vaffanculo>>. Gli dissi con un sorriso.
Mi aspettavo di vedere il suo sguardo incupirsi di nuovo, invece mi lanciò un'occhiata maliziosa e divertita.
<<Così va meglio! Sfogati, ragazza>>.
<<Sei assurdo! Non fai altro che provocarmi e non ti sopporto>>, gli dissi esasperata.
Lui scrollò le spalle.
<<Non farti mai mettere i piedi in testa da nessuno>>. Disse con uno sguardo improvvisamente serio, e con questa frase si incamminò verso la porta.
<<Non lo farò. Ma dove stai andando?>>.
Lui si girò, con la mano già sulla porta e mi sorrise.
<<Mi vedo con Lory>>. Ed uscì.
Sbuffai. Benissimo, tutti i miei amici se n'erano andati lasciandomi nella stessa casa con Daniel e li maledissi mentalmente. Giusto un pochino. Ma potevo stargli lontana senza l'aiuto di nessuno. Tornai nel salone dove trovai tutti esattamente come li avevo lasciati, Daniel, Andrew e Patrick su un divano, Rosie vicino al frigo bar con Cristal, Mark e Charles sull'altro divano. Mi avvicinai a Cristal e feci un sorriso a Rosie.
<<Cri, ho bisogno di andare a pranzare, ho fame e voglio uscire di qui. Vieni con me?>>.
Lei mi guardò circospetta e discretamente lancio un'occhiata a Rosie che stava smanettando con il telefono. Io alzai le spalle, capendo cosa volesse dire e annuii.
<<Rosie>> dissi <<vieni con noi?>>. Le chiesi.
Lei alzò lo sguardo dal telefono e mi sorrise spontaneamente e annuii, entusiasta.
<<Sì, mi farebbe piacere!>>.
<<Perfetto allora!>> ci disse Cristal, poi si rivolse ai ragazzi. <<Noi andiamo a pranzo, ci vediamo dopo!>>.
Rosie si avvicinò a Charles, le sussurrò qualcosa all'orecchio, lui annuii e si baciarono. Erano così carini.
<<Ehi, perché non possiamo venire anche noi?>> chiese Patrick infastidito.
<<Perché vogliamo stare solo tra ragazze, cretino>>. Rispose Cristal. Poi addolcì il tono. <<Quindi se vuoi, tu puoi venire>>. Scoppiammo a ridere tutti, tranne Patrick che alzò il dito medio.
<<Tesoro, non provocarmi. Potrei farti cambiare idea all'istante>>.
<<Bleah! Preferirei andare con un gorilla, piuttosto>> rispose Cristal.Cristal's Pov
<<E così niente, stiamo ormai insieme da tre anni, anche se persino noi abbiamo avuto i nostri alti e bassi>> concluse Rosie, che ci stava raccontando la sua romantica storia con Charles sedute nel gazebo del bar dove stavamo prendendo un aperitvo.
<<Non ci credo!>> disse Julie.
<<Oh si>> ridacchiò Rosie e continuò a raccontare di quando credeva stupidamente che Charles l'avesse tradita. Personalmente, per quanto innamorati potessero essere l'uno dell'altra e per quanto bella potesse essere la loro storia d'amore, mi stavo annoiando tantissimo a sentire tutti quei discorsi sul destino, colpi di fulmine, baci e cioccolatini. Pure se i sentimenti fossero veri, per quanto potevano mai durare? Mia madre e mio padre erano stati insieme giusto il tempo di concepirmi e nonostante mio padre le avesse giurato amore eterno aveva lasciato mia madre a crescermi da sola appena si era stancato di lei. Forse questo sottrarmi dai legami l'avevo ereditato da lui, mi sentivo in gabbia a pensare di stare con lo stesso ragazzo per il resto della mia vita!
<<Scusate ragazze, vado a vomitare>> borbottai.
<<Come?>> mi chiese Rosie mentre Jen mi dava un calcetto sotto il tavolo.
<<Nulla tesoro, vado in bagno un attimo>> le risposi sorridendo.
L'intenzione era davvero quella di andare al bagno, ma mentre stavo andando mi feci distrarre da tutti i pasticcini esposti nel bancone; avevano un aspetto così invitante!
<<Scusi>> chiamai il cameriere dietro il bancone che mi dava le spalle, intento a fare dei caffè.
<<Sì, un attimo>> mi disse senza nemmeno girarsi. Aspettai pazientemente pensando di prendere qualche pasticcino anche a Rosie e Jen e qualcuno da mangiare stasera e magari anche qualcuno da portare durante il viaggio di ritorno a casa di domani. Magari se la sera fossero stati ancora buoni ( sempre se ci fossero arrivati a domani sera!) li avrei potuti portare ad Antony.
<<Dica pure>> disse il cameriere.
Io avevo ancora lo sguardo concentrato sui dolci e iniziai ad indicarli.
<<Può mettermi in un vassoio due di quelli alla frutta, due di quelli là in fondo, tre di quelli al cioccolato, quattro pastelle di quelle sulla destra...mmh... e quattro di questi qui davanti>>. Dissi alzando lo sguardo sul cameriere e appena incrociai i suoi occhi mi bloccai. Mi stava sorridendo, con uno sguardo leggermente sorpreso, e aveva degli occhi verdi così profondi e familiari. Sembrava un deja-vù. Ma non l'avevo mai visto!
<<Sono tutti per te?>> mi chiese sempre sorridendo.
<<No, non proprio>>.
<<Eh beh, direi. Non avresti dove metterli>> disse. Era un complimento? Non risposi e lo guardai interrogativa.
<<Nel senso... sei così magra!>> spiegò con un sorriso imbarazzato.
<<Sì be', ti posso assicurare che mangio più di quanto dovrei>> risposi sorridendo e indicando con il pollice il vassoio che mi stava porgendo, già confezionato. Non me n'ero nemmeno accorta, tant'ero concentrata sul suo viso.
<<Beata te! Noi comuni mortali dobbiamo sempre stare attenti alla linea invece, per fortuna che sono maschio, altrimenti se fossi stato una donna sarei stata una di quelle maniacali che controllano ogni caloria ingurgitata>> disse scoppiando a ridere e iniziò a lavare le tazzine rimaste nel lavello. Io in tutto ciò me ne stavo imbambolata, con il mio vassoio di dolci in mano senza un apprente motivo, ma aveva una risata così calda, mi sentivo a casa.
Ma che stronzata stavo dicendo?
Non lo conoscevo neanche, come potevo sentirmi a casa per la risata di uno sconosciuto?
Dovevo pure fare pipì ancora.
<<La vita è troppo breve per contare le calorie che si mangiano. E ti posso assicurare che continuerei a mangiare così tanto anche se pesassi 120 kg. Il cibo è una delle gioie più grandi della mia vita>> gli risposi ridendo e prendendo i soldi dalla tasca dei jeans, così da pagare e andarmene. Lui continuò a sorridere e si asciugò le mani sul grembiule.
<<Anche con 120 kg in più la tua bellezza rimarrebbe invariata, ne sono sicuro>>. A quelle parole mi sentii arrossire. Le aveva dette così spontaneamente. Chissà quanto era abituato ad usarle. Non mi diede nemmeno il tempo di rispondere.
<<Offre la casa, goditi i dolci e fammi sapere se ti sono piaciuti>> disse.
<<Oh, grazie mille! Ma non sono sicura di poterti avvertire personalmente, non sono di qui>>.
<<Ah no?>>
<<Vengo da Wilmington. Sono venuta a trovare delle amiche che studiano qui, ma domani mattina riparto>>.
Il suo sguardo si incupì leggermente e il suo sorriso si raggelò un po'. Cos'avevo detto?
<<Oh>>. Disse semplicemente. <<Bella città>>.
<<Da come hai cambiato espressione non sembra>> risposi, cercando di mantenere un tono leggero.
<<Oh, no. Avevo un amico che da qui si è trasferito in questa città. Per lavorare alla... M.F.C?>> rispose finendo con una domanda.
<<Miller Fast Company?>> domandai.
<<Esatto! La conosci?>>. Oh si, è l'azienda del padre della mia migliore amica.
<<No. Cioè si, è nella mia città ed ha un franchising abbastanza esteso, ma non ci ho mai messo piede>>.
Bugia.
<<Sì, be'>> fece spallucce.
<<Io adesso vado allora. Grazie per i dolci... e per i complimenti>> dissi e ammiccai.
Lui sorrise ancora ed io avvertii di nuovo quella strana sensazione di deja-vù.
<<Dico solo la verità. Grazie a te per la chiacchierata>>.
Mentre stavo uscendo lo sentì gridare.
<<Ei, ragazza dei dolci>>.
Mi girai e alzai un sopracciglio.
<<Io sono Josh>> urlò da dietro il banco e mi fece l'occhiolino. In quel momento mi percosero dei brividi lungo le braccia.
<<Io sono Cristal>> risposi, cercando di essere spontanea e di ignorare quei brividi.
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Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONARE
RomanceJennifer, ragazza proveniente da una buona famiglia con un padre molto severo, dopo il diploma decide di andare a studiare fuori città. Lei sa che uno dei motivi per cui si allontana da casa è perché non vuole lavorare nell' azienda di famiglia, com...