Capitolo 53

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Rimasi a guardarlo andar via incantata. La notte che avevamo trascorso era stata magnifica, mi ero dimenticata quanto bene si potesse stare tra le sue braccia. 

Mi sarei rimboccata le maniche a l'avrei aiutato a sostenere la situazione della sua famiglia, adesso che sapevo tutta la verità, in due potevamo essere più forti. 

Mi apprestai ad entrare in casa e presi il telefono per scrivere un messaggio ad Ian.

Torno in serata. Dobbiamo parlare.

Non sapevo come avrei dovuto comportarmi con Ian. David non si era mai fidato di lui, nessuno dei miei amici si era fidato di lui, ma con me si era sempre comportato in modo impeccabile. 

C'era stato un certo momento in cui avevo creduto che tra me e lui potesse nascere qualcosa, ma quel momento era sfumato rapidamente; sia perché il mio cuore apparteneva a David sia perché non volevo al mio fianco una persona che mentiva e usava stratagemmi per arrivare al mio cuore. 

Sovrappensiero, andai a sbattere contro qualcosa, o per meglio dire qualcuno; mio padre.

<<Ehm, ciao papà>> dissi, ritornando bruscamente alla realtà.

<<B-buongiorno. Chi era quello in moto?>> mi chiese senza preamboli, leggermente imbarazzato. <<Non avrai passato la notte con lui, spero>> tuonò infastidito.

Presi un respiro profondo e mi preparai a mentire. <<Ma che vai dicendo. Ho passato la notte da Fred ad aiutare Maise con la bambina, sono l'unica ragazza lì dentro!>>.

<<Ma lui non era Fred>> commentò mio padre. I suoi occhi dello stesso mio verde mi trafiggevano da capo a piedi ed io iniziai ad essere irrequieta. 

<<No, lui era David. Stamattina è venuto a trovare Fred e mi ha dato un passaggio>>.

<<David come?>> chiese, sistemandosi distrattamente la cravatta. Indossava un completo grigio gessato, la sua ventiquattrore stretta in una mano. 

<<Cooper>> borbottai.

<<E'...lui è... si insomma, state insieme?>> chiese, distogliendo i suoi occhi dai miei ed io arrossì violentemente. Non mi uscivano le parole, così annui e lui arrossì a sua volta.

<<Oh... be', non mi piace che vai in moto>> esclamò ed io sbuffai. Stanca di quella conversazione decisi di salire al piano di sopra ma mio padre mi afferrò dal polso e mi fece girare. <<Seriamente Jennifer. Poi da quanto lo conosci? E' una cosa seria? Di dov'è?>>.

<<Papà!>>.

<<Rispondi signorinella!>> esclamò.

Sbuffai di nuovo. <<Lo conosco da prima di partire per l'università ed è una cosa serissima ed abita a venti minuti dalla  nostra città>> spiegai mettendo il broncio.

<<Ed è una cosa seria>> ripetè perso nei suoi pensieri.

Se adesso mi vieta di uscirci perché va' in moto inizio ad urlare, pensai.

<<Più seria di Daniel?>> chiese ed io annuii, in attesa delle mille raccomandazioni e imposizioni che era solito fare.

Stranamente annuì a sua volta e non aggiunse altro. Fece un piccolo sorriso, poi prese le chiavi della sua Mercedes ed uscì di casa. 

Ancora confusa, salì di sopra a sistemare il borsone. Nella mia stanza trovai Lily seduta sul mio letto con espressione corrucciata.

<<Okay, raccontami di quel ragazzo>> esclamò indispettita. Sapepevo perché si comportava così; avrebbe voluto essere la prima a sapere di David.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora