Capitolo 51

2.5K 122 50
                                    

David's Pov

<<Daaavid>> urlò una vocina stridula nel mio orecchio mentre ero ancora con la testa affondata sotto le coperte. Qualche momento dopo sentii un peso scaraventarmisi di sopra e iniziare a saltellarmi di sopra. 

<<Daaaavid>> ripeté la vocina stridula, questa volta direttamente nel mio orecchio. <<Dai svegliati, svegliati, svegliati>>.

Mi alzai di scatto e lei cacciò un urletto. <<Buuuh>> esclamai, iniziando a farle le pernacchie sulla pancia. L'espressione di Destiny passò da spaventata a divertita. 

<<No Dav il solletico nooo>> urlò in preda alle risate.

<<Così ti impari a svegliarmi urlandomi nell'orecchio>> le risposi divertito. Se qualcun'altro si fosse azzardato a svegliarmi così probabilmente l'avrei preso a pugni, ma lei era la mia piccola Dee, non avrei mai potuto arrabbiarmi con lei. 

I suoi capelli scuri le incorniciavano il viso mentre si dimenava sotto le mie mani, gli occhi castano-verdi così simili ai miei erano socchiusi e le sue labbra davano vita ad un meraviglioso sorriso con una piccola finestrella sul davanti. La lasciai andare e la presi in braccio, adagiandomi alla testiera del letto.

<<Cosa vuoi, mostriciattola?>> le chiesi affettuosamente, scompigliandole ancora di più i capelli. 

Lei mise entrambe le mani sulle mie guance ed iniziò a tirare, facendomi fare delle facce buffe, ed assunse un espressione affranta.

<<Dav, ho bisogno di un favore>>.

<<Tutto per la mia principessa>>.

<<Allora due favori>> rispose, risollevando lo sguardo e lanciandomi uno sguardo da cucciolo. Sbuffai divertito e restai a guardarla, in attesa. Destiny era la mia copia.

<<Mi porti a tagliare i capelli? Guarda dove mi arrivano>> esclamò, lasciando le mie guance e alzandosi in piedi sul letto; i capelli le arrivavano alla vita. <<Non ce la faccio più a gestirli e mamma... mamma si dimentica sempre di portarmi e quando gli chiedo una cosa più volte lei... si arrabbia>> commentò cupa. La luce che fino a poco prima aveva negli occhi andò scemando, ed io non potevo permetterlo. 

<<Si dice ''le'' quando ci si rivolge ad una cosa o persona femminile>> commentai sovrappensiero. Lei sorrise appena; le piaceva farsi correggere, era sempre alla ricerca di nuove cose da scoprire ed ero sicuro che da grande sarebbe stata una gran secchiona, era già la prima della classe. 

Avrei voluto imprecare contro mia madre, ma lasciai perdere, soprattutto davanti a Dee.

<<Va bene, certo. E la seconda?>> chiesi.

<<Insegnami ad andare in bici. Ieri un mio compagno mi ha presa in giro perché sono l'unica della mia classe che và ancora con le rotelle>> borbottò. Strinsi appena i pugni pensando a qualcuno che potesse prendere in giro mia sorella, ma cercai di non dargli peso, i bambini erano così, schietti e sinceri.

<<Lascia stare i maschietti. Sono stupidi e limitati...>>.

<<Quindi anche tu sei stupido e limitato!>> esclamò ridendo. La guardai divertito. 

<<I maschietti, io non sono un maschietto. Io sono un maschio grande>> le dissi, arruffandole i capelli. 

<<Allora quando sarò più grande posso dar retta ai maschi grandi come me, vero?>> chiese dopo averci ragionato su per qualche secondo. 

<<No, anzi quelli più grandi sono ancora più stupidi>> esclamai, ma lei mi guardò confusa.

<<Allora... Tutti i maschi sono stupidi tranne i tuoi fratelli, e tu non devi dare retta a nessuno fino ai trent'anni, okay?>> le chiesi, sperando si ricordasse bene impresse queste parole. Scrollò le spalle e stava per chiedermi sicuramente qualcosa riguardo quell'argomento che non volevo più affrontare, così la bloccai.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora