Capitolo 14

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Avevo ancora con gli occhi chiusi, ma mi sentivo osservata. Non volevo aprirli perché avevo ancora sonno, ma Cristal si era di nuovo spaparanzata sopra di me; possibile che quella ragazza non riuscisse a dormire in una posizione normale? All'improvviso mi ricordai che quello era proprio il motivo per cui quella notte mi ero svegliata oltre al continuo vibrare del mio cellulare.
Spalancai gli occhi.
Non era Cristal che mi stava abbracciando, con una mano sulla mia pancia e una gamba sulle mie.
Era David!
Spostai uno sguardo leggermente più in alto, per guardarlo in faccia. Aveva la bocca leggermente aperta, con i capelli che gli ricadevano sugli occhi e un espressione così serena... mi venne voglia di spostargli i capelli e lo feci con estrema delicatezza, per non svegliarlo. Era ancora senza maglietta, ed emanava un calore leggermente asfissiante. Mi ricordai la sensazione di sentirmi osservata che ancora non se n'era andata così mi girai e trovai Julie in piedi accanto al divano, con un bicchiere d'acqua in mano che mi guardava con espressione sbalordita.
<<E così... tu e David...>>.
<<No,no,no! Non è assolutamente come sembra!>> sussurrai e lei alzò un sopracciglio. Sbuffai e cercai di cacciarmelo di dosso senza svegliarlo e una volta in piedi trascinai Julie in cucina.
<<Stanotte voleva un po' di compagnia, io ero sveglia e allora è venuto qui... poi ci siamo addormentati...>> cercai di spiegarmi ma lei mi interruppe.
<<Senza maglietta?>> mi chiese scettica.
<<Aveva caldo e... senti Julie, so che sembra assurdo ma te lo direi se fosse successo qualcosa in più, lo sai>> le dissi.
Lei annuii. <<E non sta succedendo?>>.
<<Cosa intendi?>>.
<<Insomma... ti piace?>>.
<<Cosa?! Siamo solo amici Julie. Cosa vai a pensare!>> sbottai leggermente infastidita.
Ad un certo punto sentimmo borbottare David dal salone.
<<Chi ha fatto i biscotti?>>.

Julie mi guardò si mise a ridere ed io la seguii.
<<Che sogni affascinanti>> disse.
<<Io torno a letto, pomeriggio mi aspetta Un'intensa giornata di studio e vorrei riposare ancora un po'. Vieni con me?>>.
L'idea di rimettermi a dormire era allettante, ma volevo cacciare prima David. Se qualcuno dei nostri amici fosse venuto a fare colazione qui e l'avesse visto... rabbrividii al pensiero di quello che potevano pensare e a tutti i pettegolezzi.
Fred mi avrebbe uccisa.
<<Si, ti raggiungo dopo però. Prima mando David a casa>>. Lei annuii e salii al piano d sopra. Mi avvicinai a David e lo chiamai per farlo svegliare, ma lui non si scomodò di una virgola.
<<Andiamo, David. Svegliati>> sibiliai al suo orecchio.
Niente.
Un mulo.
Mi avvicinai e iniziai a scuoterlo con vigore.
Lui si alzò all'improvviso, tanto da farmi venire un colpo.
<<Dove sono i miei biscotti?>> quasi urlò e io scoppiai a ridere. Lui si guardò intorno confuso e poi soffermò il suo sguardo su di me. <<Oh...devo essermi addormentato stanotte>>.
<<Tu dici? Vuoi un biscottino tesoro?>> lo presi in giro riferendomi alla sua esclamazione di prima. Lui mi lanciò un'occhiataccia.
<<È colpa tua e del tuo profumo al cocco. Mi fanno ricordare i biscotti che mi faceva sempre mia mamma, mi piace da impazzire il cocco>> spiegò, mentre si alzava e si rimetteva la maglietta. Mi guardava con uno sguardo leggermente imbarazzato, forse per quello che mi aveva raccontato quella notte o per ciò che aveva detto sul mio profumo ed io avvampai leggermente nel ricordare come l'avevo trovato quando mi ero svegliata.
<<Anche a me>> sussurrai, ma lui non mi sentì o fece semplicemente finta.
<<Bene... ci vediamo più tardi J-J> disse dopo aver preso le sue cose, mi lasciò un bacio sulla guancia e si avviò alla porta. Io mi avvicinai per accompagnarlo, sentendomi leggermente a disagio. Sentivo come se mancasse qualcosa o come se avessimo fatto qualcosa di sbagliato, anche se in realtà non c'era stato niente di sbagliato nell'addormentarsi accanto ad un amico. Solo che mi sentivo strana mentre lo guardavo andarsene.
<<A dopo>>.

Le giornate trascorsero tranquille e un po' monotone. Con l'avvicinarsi del Natale era difficile riuscire a stare al passo con tutte le lezioni e gli esami, ognuno di noi si era buttato a capofitto nello studio.
Julie sotto stress diventava più acida del solito, scattava su per un nonnulla; Fred scompariva per la maggior parte del tempo, ero sicura avesse trovato un posto tutto suo dove concentrarsi e rimanere in pace senza essere disturbato; Patrick andava in giro a chiedere a chiunque di ascoltarlo ripetere, anche se era impossibile dato che strappava il quaderno di mano a chi lo interrogava ogni due risposte per controllare se diceva le cose giuste; Rosie e Charles studiavano sempre insieme; Mark inceve era l'unico che sembrava tranquillo, studiava il pomeriggio e la sera si chiudeva in camera con il suo ragazzo (dubitai che studiassero ancora); David sfogava tutta la sua frustrazione in infinite vaschette di gelato e, come me, aveva la scrivania incasinata di appunti, riassunti e schemi. Ogni tanto veniva di notte quando proprio non ce la faceva più a studiare ma era talmente agitato da non riuscire a dormire, portandomi del gelato e aiutando me a studiare. Puntualmente finivamo a dormire nel mio divano.
Ma era tutto sotto controllo.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora