Capitolo 57

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David's Pov
Misi sotto sopra quella casa, ma di Ian nessuna traccia.

La sera andava calando, e non avevamo fatto nessun progresso.

<<Cazzo>> urlai, dando un calcio ad un comodino lì vicino. Non potevo permettere che Jen passasse un'altra sera in mano di quei bastardi.

Trovare Ian era stata l'unica mia speranza, sicuro che mi avrebbe ricondotto da lei. Ma se anche di Ian non c'era traccia, cosa potevo fare?

Dovevo chiamare la polizia. Era l'unica soluzione plausibile.

Presi il telefono e andai dagli altri.

<<Che fai?>> mi chiese Josh.

<<Avverto la polizia>>.

<<Ma sei pazzo>> esclamò Fred, strappandomi il telefono di mano. <<Se scoprono che abbiamo chiamato la polizia, Dio solo sa quello che potrebbero farle, David>> continuò lui in preda alla rabbia.

<<Ma noi non possiamo fare niente, Fred>> urlai io a mia volta. <<Non abbiamo un indizio, non abbiamo una pista, non abbiamo niente>> urlai ancora, più con disperazione che con rabbia.

<<Forse un indizio ce l'abbiamo>> disse Daniel interrompendo le mie grida, uscendo da una camera. Si avvicinò a me e a Josh e ci mostrò una foto.

Era una foto di una vecchia casa al centro di un immenso giardino, con due bambini dagli occhi vivaci e dello stesso colore azzurro. Uno era Ian, l'altro non l'avevo mai visto ma supposi si trattasse di suo fratello; erano molto simili.

<<Allora a qualcosa servi>> borbottai io, mentre sentivo le rotelle del mio cervello azionarsi a tutta forza.

<<Almeno io ho trovato qualcosa, tu che...>> iniziò a dire Daniel, ma Josh lo bloccò.

<<Quindi che facciamo?>> chiese.

<<Non è chiaro? Andiamo alla ricerca di questa casa. È l'unico indizio che abbiamo>> rispose Daniel, anticipandomi.

<<Ma non abbiamo idea di dove possa essere>> sbottai.

<<Hai idee migliori?>> chiese Daniel rivolto a me, guardandomi tutto tronfio; sapeva che non ne avevo.

<<Ho un'idea di dove tu potresti ficcarti...>>.

<<La volete smettere di litigare?!>> sbottò Josh, mettendosi una mano sulla tempia e massaggiando forte.
<<Non vi sopporto, come fa Jennifer a starvi dietro? Io proprio non lo so>>.

Scossai una rapida occhiata di fastidio a Josh, ma oer quanto mi scocciasse ammetterlo, Daniel aveva ragione.

Anche a costo di mettere a soqquadro tutta la città, dovevamo trovare quella casa.

Annuii mio malgrado in direzione di Daniel e in fretta lasciammo tutti quella casa.

Salimmo tutti e cinque in macchina di Josh e iniziammo a girare senza sosta, andando in tutti gli spazi aperti possibili e immaginabili.

Nessuno parlava, se non per qualche indicazione o supposizione.

Ognuno era immerso nei propri pensieri e la vettura era immersa nel silenzio.

Io non riuscivo a smettere di pensare a Jennifer.

Il pensiero di perderla mi tagliava l'aria, mi faceva stringere il petto in una morsa dolorosa.

L'avrei dovuta ritrovare ad ogni costo, sana e salva, non esistevano alternative.

Jennifer era così complicata. A volte si faceva talmente tante paranoie che era quasi impossibile non odiarla. Spesso si lamentava in continuazione dei suoi difetti, per non parlare di quanto fosse lunatica, era un totale controsenso, a volte.
Ma era anche la persona più sensibile e dolce che io abbia mai incontrato nella mia cazzo di vita. Si nascondeva dietro strati di sarcasmo, fingeva di essere una dua, ma non lo era. Non lo era per niente. Si perdeva dentro un mio abbraccio. Arrossiva ogni volta che la sfioravo e tremava ogni volta che facevamo sesso. Si affezionava facilmente e donerebbe volentieri la sua vita, per quelli che ama. Sarei potuto andarmene tante volte, cercare una via più semplice, una ragazza meno complicata e rompipalle. Ma non potevo. Non posso. Preferisco amarla, perché dietro i suoi modi tanto perfettini e composti, si nasconde la ragazza migliore del mondo, del mio mondo, che mi ha ricordato cosa vuol dire la parola "amore".

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora