Capitolo 41

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Quella mattina mi svegliai disturbata da un gran trambusto. Borbottai infastidita ancora in uno stato di dormiveglia e mi girai su un fianco per vedere da dove venisse tutto quel trambusto. Cercai con tutte le mie forze di aprire un occhio e quando lo feci vidi David che ancora tutto spettinato e assonnato si stava vestendo.

<<Oh scusa>> disse. <<Non volevo svegliarti>>.

<<Mmh>> mugugnai. <<Dove stati andando?>>.

<<Io...Ho avuto un imprevisto. Devo scappare, ma ci vediamo pomeriggio. Continua a dormire, piccola>> disse, avvicinandosi a me e lasciandomi un leggero bacio prima sulle labbra e poi sulla fronte. Avrei voluto insistere per sapere cos'era successo e dove stesse andando ma al tocco delle sue labbra sprofondai di nuovo nel sonno.

Qualche ora dopo, scesi di sotto a fare colazione leggermente infastidita. Dove poteva essere andato David alle sei del mattino? Non rispondeva nemmeno alle mie chiamate. Preparai la colazione per i miei amici e senza aspettare nessuno mi incamminai per l'università da sola. A metà tragitto incrociai Fred. 

Feci finta di niente e proseguii dritto. Quella mattina ci mancava solo lui!

<<Jen aspetta>> mi disse, piazzandosi davanti a me. 

<<Cosa c'è?>>. 

<<Stavo venendo da te, ho saputo che ci sono Andrew e Daniel. E' tutto okay?>> mi chiese, preoccupato. 

<<Fattelo spiegare da loro>> dissi in maniera brusca. <<Io sto andando a lezione>>. 

<<Se mi aspetti vengo con te...>> iniziò a dire, ma lo bloccai. 

<<No, Fred! Lasciami in pace, ok?>> sbottai. Non volevo essere  così acida e scontrosa, ma doveva capire che per me non era semplice perdonarlo. 

<<Oh andiamo!>> esclamò. <<Per quanto tu e David avete intenzione di evitarmi?>>.

Lo guardai con curiosità. Fred quel giorno aveva i capelli biondo miele sparati in aria grazie al gel. I suoi occhi castani, sempre allegri e vispi, mi guardavano in quel momento con un misto di rabbia e tristezza. Sospirai, mio malgrado. Avevo voglia di corrergli incontro e abbracciarlo; mi mancava così tanto! 

<<David ti evita?>> gli chiesi. 

Lui annuì. <<Stamattina ad esempio, l'ho sentito rientrare. Io ero sveglio perché mi era venuta fame, sai come sono che ogni tanto mi sveglio per mangiare, no, mi capita soprattutto quando...>>.

<<Sì Fred, va' avanti>> risposi, esasperata e divertita insieme. 

<<E quindi ero in cucina e lui è entrato correndo ed è salito in camera senza nemmeno salutarmi. Allora l'ho raggiunto, per chiedergli se potevamo parlare della situazione. Lui mi ha detto che quello non era il momento adatto per parlarne, che doveva andare non so dove, che il mio obiettivo principale doveva essere chiarire con te. Come se non ci avessi provato>> concluse, borbottando e mettendo il broncio. Cercai di non ridacchiare davanti quella sua espressione. 

<<Quindi non sai dove stava andando?>> gli chiesi, delusa.  

Lui scosse la testa. <<No. Ma se lo scopro mi perdoni?>>.

<<No Fred. Ti perdonerò quando potrò tornare a fidarmi  di te>> risposi, anche se l'offerta era allettante. 

<<Jenny... tu puoi fidarti di me. Potrai sempre fidarti di me. Le persone sbagliano, io ho sbagliato. Ma non ce la faccio più senza di te>>. 

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora