Capitolo 15

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Basta, quella era la goccia.
La presi per il polso e la feci girare verso di me, quando fummo faccia a faccia la spinsi con tutta la forza che avevo in corpo e lei cadde a terra.
Avevo il corpo pieno di adrenalina, la sentivo scorrere nelle vene. Eh che cazzo, erano mesi che mi provocava!
Ad un tratto mi vergognaii di aver perso la pazienza fini a questo punto e fui sul punto di scusarmi, non volevo farla cadere. Non riuscì nemmeno a formulare quel pensiero per bene che lei si alzò e mi venne addosso ed entrambe cademmo a terra. Cercai di scrollarmela di dosso, ma lei mi teneva inchiodata con il suo peso a terra.
<<Ti credi superiore perché sei piena di soldi e hai il paparino che ti paga pure l'aria che respiri, vero? Sei solo una puttana succhiasoldi che tratta tutti come se fossero i tuoi dipendenti>. Disse, con una rabbia che non avevo mai visto.
<<L'unica puttana qui sei tu!>> le urlai e visto che non riuscivo in nessun modo a cacciarmela di dosso le presi i capelli e la tirai verso dietro. Lei portò le mani ai capelli e io scalciando riuscii a sifarmi da sotto di lei, tenendo fino all'ultimo i suoi capelli nella mia mano.
<<Ma cosa cazzo state facendo?!>> gridò una voce da lontano. Io mi girai per vedere Fred correre verso di noi, ma in quel momento un dolore lancinante mi colpì la guancia sinistra e mi girò dall'altro lato. Freya mi aveva dato uno schiaffo! Stavo per reagire ma qualcuno mi prese da dietro di peso e mi rimise in piedi!
<<Lasciami, Fred!>> urlai.
<<Calmati tigre>> non era Fred, era David. Fred si era messo in mezzo a me e a Freya e cercava ti tenerla distante da me, ma lei urlava e si divincolava. Io smisi di divincolarmi dalle braccia di David ma ero incazzata nera, se ce l'avessi avuta tra le mani!
<<Sei una succhia cazzi! Meglio succhiare  soldi che tutti i cazzi del college, puttana>> urlai. Avevo un odio in corpo simile a quello che provavo per Daniel, ma più violento. Sentii David ridacchiare, ma Fred non ci trovava nulla di divertente.
<<David portala via da qui, immediatamente!>> era in evidente difficoltà nel trattenere Freya che, nonostante fosse piccola quanto me aveva una forza assurda, la sentivo rimbombare sulla mia guancia. Le grida di Fred sovrastavano quelle di Freya ma colsi di nuovo la parola "paparino" "soldi" e "puttana".
Mi divincolai di nuovo dalle braccia di David e urlai <<lasciala andare Fred, voglio proprio  vedere cosa vuole fare>>.
Ma Fred non si fece da parte e David mi tirò di peso dall'altro lato della strada, dove si era radunata una piccola folla. Nel vedere tutta quella gente l'adrenalina che avevo in corpo scemò un poco. <<Andiamo a curare quei graffi>> disse, guardandomi la guancia e continuando a trascinarmi dalla mano, ma non c'era bisogno; l'avrei seguito comunque.

Entrammo a casa di David, lui si diresse verso il bagno e io mi sedetti su uno sgabello in cucina. Dal salone arrivarono Charles e Rosie ed io nel guardare lei trasalii. Andavo molto d'accordo con Rosie, era una ragazza dolcissima ed io avevo appena fatto a botte con sua sorella. Dio, che avevo combinato! Si sarebbe sicuramente infuriata con me, e anche Charles di conseguenza.
<<Oh mio Dio Jen, cosa è successo?!>> mi chiese. Avevo un aspetto così terribile? Mi girai verso verso il microonde e guardai il mio riflesso. Avevo le due trecce tutte scompigliate e il vestito sporco di terra, ma non era quella la cosa brutta: sulla guancia sinistra avevo tre graffi da cui usciva del sangue. Quella immagine mi turbò parecchio. Non ero mai rimasta coinvolta in una rissa! Cristal sì, era capitato qualche scontro con qualche ragazza ma io ne ero sempre stata alla larga, non mi piaceva quel modo di risolvere le cose.
<<Io... Rosie... io e tua sorella abbiamo litigato>>.
<<Oh...>>. Disse lei.
Si scambiò un'occhiata d'intesa con Charles, poi guardò me di nuovo.
<<Chi ha iniziato?>> chiese.
<<Oh, Dai Rosie. Conosci tua sorella e conosci Freya! Secondo te chi ha iniziato?>>. David era rientrato in cucina con del cotone e del disinfettante e un paio di cerottini. Lo fissai. Non sapeva com'era andata, potevo anche essere stata io ad iniziare e invece lui era così sicuro. Mi conosceva più di quanto pensassi.
<<Calma i toni, David>> lo rimbeccò Charles. David era sul punto di ribattere, abbastanza seccato, ma intervenni io.
<<Non importa chi ha iniziato. Io non dovevo perdere la pazienza o reagire alle sue provocazioni. Mi dispiace, Rosie, io... non so cosa mi sia successo!>> Mi scusai e ripresi il mio monologo. <<Ma insomma, tua sorella mi odia! Io non so il perché, nessuno mi ha mai trattata così ed ero semplicemente spiazzata ed ho perso la pazienza ed io...>> venni interrotta da un singhiozzo.
<<Ei, tranquilla. Calmati, non fa niente Jennifer>> disse lei, mentre io mi appoggiavo alla spalla di David. <<Come ha detto David, conosco mia sorella... però adesso vado da lei, scusate. Pensa a tranquillizzarti>> Disse e uscì dalla stanza. Prima di seguirla, Charles mi guardò e poi guardò David.
<<Mi dispiace>> disse infine, e seguì la sua ragazza fuori.
David prese del cotone e dopo averci messo un po' di disinfettante iniziò a passarmelo sulla guancia e io sussultai.
<<Brucia, cazzo!>>.
David mi guardò di traverso ma non commentò. Nonostante il bruciore, il suo tocco era delicato e cercava di strusciare il meno possibile sui graffi. Mi soffermai a guardarlo, e ancora una volta pensai a quanto fosse bello e a quanto tempo insieme passavamo da quando ci conoscevamo. Mi mise un cerottino e andò a posare il tutto in bagno.
<<Grazie>> gli dissi quando tornò.
Lui alzò lo sguardo e mi guardò in attesa. Io sospirai, quello sguardo voleva dire "spiegazioni". Così gli raccontai cosa fosse successo.
<<Almeno hai reagito>> disse, cercando di farmi ridere.
<<Troppo. Sono arrivata alle mani, se solo mio padre lo sapesse...>>.
Lui sbuffò. <<Tuo padre non potrebbe mai venirlo a sapere e pure che fosse, è la tua vita non la sua. Esci da questa cazzo di campana di vetro>> sbottò irritato.
Come sempre aveva ragione quando toccavamo quell'argomento.
<<È che non vorrei mai e poi mai deluderlo>> sussurrai.
David si avvicinò a me e posò le sue mani sulle mie ginocchia.
<<Tu non potresti mai deluderlo, Jennifer. Conosco la Jennifer che vuole che tu sia e conosco la Jennifer dietro quella facciata, ed entrambe sono intelligenti, formidabili... l'accondiscendenza non fa di te una figlia migliore, solo una figlia infelice>> disse.
Eravamo vicinissimi.
I suoi occhi avevano inchiodato i miei e non avevano intenzione di lasciarli.
Ad un tratto mi attraversò un pensiero: mi era venuta voglia di baciarlo.
Notai che lui stava fissando le mie labbra e mo ritrovai anche io a fissare le sue.
<<Jen...>> sussurrò, vicinissimo a me.
Ad un tratto si spalancò la porta e sentii Julie chiamarmi. David non si spostò dalla posizione in cui era, ad un passo vicinissimo dalle mie labbra, con le mani sulle mie gambe e mi guardava in attesa. Sapevo cosa voleva dire: potevo scegliere se farci trovare in quella posizione oppure scostarmi. Scelsi di scendere dallo sgabello, non volevo domande da parte dei miei amici, ero già abbastanza scossa.
Julie entrò in cucina e quando vide cos'avevo sulla faccia iniziò a dare di matto.
<<Julie, calmati. Ne parliamo stasera a casa>> le dissi, cercando di interrompere le sue grida. Avevo un gran mal di testa.
<<Ciao Will>> salutai Will in piedi davanti alla porta che mi guardava con aria preoccupata. <<Tutto bene, Jennifer?>>. Io annuii e poi mi rivolsi a Julie.
<<Andiamo a casa, ho una gran fame. Cosa mi cucini stasera?>> le chiesi cercando di nuovo di interrompere le sue domande su cos'era successo. Mi guardò con aria colpevole.
<<Io... a dire il vero Will mi ha invitata fuori a cena. Ma vabbè possiamo andare un altra sera!>> disse, provando ad essere entusiasta lo stesso.
<<Oh, no. Assolutamente no! Andate e divertitevi, fortunatemente so cucinare>>.
<<Insomma>> borbottò Julie e tutti e quattro scoppiammo a ridere. In realtà non avevo voglia di stare da sola, ma sapevo da quanto la mia amica aspettasse quell'invito a cena e non avevo proprio intenzione di rovinarglielo.
<<Bene, grazie per tutto, David. Ci vediamo domani>> dissi, e gli diedi un bacio sulla guancia.
<<Figurati. E vedi di non prenderti a botte con nessuno, nel tragitto di ritorno>> scherzò lui e io gli alzai il dito medio, ridendo.

Arrivati di fronte casa, 5 minuti dopo, dopo aver spiegato per bene la situazione a Julie e a Will, non vedevo l'ora di andare a fare una doccia e andare a dormire, ma non potevo. Julie si vedeva lontano un miglio quanto fosse elettrizzata e dovevo esserci per lei, perché ero sicura che stavamo per affrontare una vera e propria crisi di "cosa mi metto, come mi trucco, se mi trova brutta, forse questo non è il mio colore" ma la cosa più terrificante di tutte... "truccami e fammi i capelli". Il mal di testa aumentò al solo pensiero.
<<Passò a prenderti alle 9 allora>> disse Will e baciò Julie in bocca, con un lieve bacio a stampo ed io spalancai gli occhi. Non sapevo si fossero già baciati!
Entrate dentro le chiesi di raccontarmi tutto, per filo e per segno.
Lei era così felice!
<<Mentre stavamo studiando si era incantato sulle mie labbra, e allora così inaspettatamente mi ha messo una mano dietro la nuca  e mi ha tirato a se! Ti rendi conto? Poi mi ha chiesto se avevo impegni per stasera, e mi ha invitata a cena fuori! Dio, sono così elettrizzata>>raccontò con gli occhi luccicanti ed ero così felice per lei. Poi pensai che anche David si era messo a fissare le mie labbra... se Julie non fosse venuta, ci saremmo baciati anche noi? Era una cosa a cui non volevo pensare, perché non sapevo spiegarmi il nodo allo stomaco che mi veniva mentre pensavo al viso di David così vicino al mio.
<<Jen... sicura che va tutto bene?>> mi domandò Julie.
<<Si, sono un po' stanca tutto qui. Ma tu come hai saputo l'accaduto?>>
<<Fred. Mi ha chiamata e mi ha detto di raggiungerti>>.
Oh. Fred ancora non mi aveva nemmeno mandato un messaggio, e ne rimasi delusa. Volevo tanto parlare con lui, mi sentivo a disagio e non riuscivo a spiegarmi il perché.
Scacciai anche quel pensiero.
<<Bene>> dissi. <<Andiamo a prepararci?>> le chiesi e lei non stava più nella pelle.
<<Andiamo!>>.
Mentre salivamo le scale, mi attaversò un altro pensiero spiacevole, così bloccai Julie.
<<Non hai avvertito Cristal, vero?!>> le chiesi, terrorizzata.
<<Ma che sei pazza? Vuoi che Freya muoia? Devi ringraziare che non sapevo dove fosse quando Fred mi ha chiamata e che volevo venire subito da te, perché se l'avessi vista io... in ogni caso, meglio non far finire Cristal in prigione>> concluse ridendo, e io la seguii.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora