Capitolo 4

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<<Allora...David, volevo ringraziarti per ieri sera, perché sei riuscito a farmi tornare in me. Vorrei anche scusarmi per averti evitato oggi al mare e non averti ringraziato prima ma sai, mi vergognavo ad affrontare l'argomento. Quella mattina, quando ci siamo conosciuti, ci siamo trovati molto bene a parlare e in più sei il cugino di Nancy quindi ci tenevo a fare bella impressione, tengo molto alla sua amicizia e ai suoi bambini. Poi sei arrivato li e mi hai vista quasi... farlo, davanti a tutti, ubriaca persa... insomma, mi sono vergognata. Non è una giustificazione dopo che ti sei preoccupato per me e mi hai tirato fuori da quella situazione, quindi scusa...e grazie>>.

Mi sentivo le guance in fiamme e anche senza saliva. Lui si prese tutto il tempo per pensare a cosa rispondermi. Dopo due minuti buoni iniziai a infastidirmi.

Insomma, avevo parlato a vuoto? Era sordo? Quanto avrei tanto voluto infilargli quel cucchiaio giù per la gola!

David si appoggiò al dondolo e si girò a guardarmi.

<<Sai, non credo dovrebbe importarti molto di ciò che pensa la gente. Devi essere sempre sicura di te stessa e non vergognarti mai di ciò che sei>> disse, girandosi per guardarmi. <<Hai fatto uno sbaglio, ieri sera, ma è parte di te ed è inutile piangerti addosso. Quell'errore ti ha portato ad una decisione che rimandavi da tanto tempo, ti ha dato la forza necessaria per aprire gli occhi. Stavi sbagliando, ma sbagliando hai capito. Impara a prendere sempre il meglio dai tuoi errori, ma soprattutto fregatene di cosa pensa la gente, anche se davvero tu sei una che si fa usare per un po' d' amore o simili, sono solo fatti tuoi>> concluse con una scrollata di spalle e continuò a mangiare il gelato.

Aveva pronunciato quelle parole così profonde quasi come se stessimo affrontando un discorso sul tempo, con scioltezza e nochalanche.

<<Non mi sono fatta usare per amore, David>> dissi io con freddezza.

Certo, di tutto il discorso tu vai e ti soffermi sulla parte più stupida. Sei senza speranza, Jen.

Lui mi guardò alzando un sopracciglio e scrollò le spalle. La sua non-risposta mi faceva davvero innervosire.

<<È più complicato di così>> incalzai io ma lui, come prima, continuò a mangiare il gelato senza rispondermi.

Io sbuffai e mi accesi una sigaretta.

<<Penso che già i tuoi amici ti abbiano fatto discorsetti di questo tipo, quindi non continuerò io J-J>> disse interrompendo, finalmente, il silenzio.
<<Volevo solo dire che sono solo fatti tuoi, non devi dare mai conto a nessuno. Però non negare l'evidenza. Hai fatto una sbaglio, ma tutti abbiamo sempre una seconda possibilità>> spiegò e mi fece la linguaccia.

Io non risposi. Sapevo che aveva ragione, che avevano ragione tutti, ma come fai a lasciare andare via una cosa che hai sempre voluto con tutta te stessa?

Ma questa volta lo sentivo che era diverso, la necessità di cambiare la mia vita la sentivo indispensabile come l'aria.

<<Non volevo infastidirti>> aggiunse. <<A volte sono troppo diretto, penso tu l'abbia capito. Scusami>> disse.

Continuai a non rispondere, semplicemente annuì. Sapevo che se avessi aperto bocca sarei scoppiata a piangere e proprio non mi andava farmi vedere da lui di nuovo in lacrime.

<<Ei...>> sussurrò, poi appoggiò la sua mano sulla mia.
Era molto fredda per via del barattolo del gelato che aveva tenuto in mano e subito mi venne la pelle d'oca. Mi girai per guardarlo negli occhi e lui aveva il solito sguardo malizioso che in quel momento era davvero fuori luogo, ma mi strappò un sorriso.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora