Capitolo 26

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Quella mattina era la decima volta che ricopiavo i miei appunti cercando di essere il più ordinata possibile, ma finivo sempre in un modo o nell'altro a fare qualche scarabocchio e cancellatura. Quella notte avevo dormito poco e niente e non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Non so nemmeno come feci ad arrivare al tavolo dove tutti i miei amici erano seduti a pranzare. C'era anche Mark insieme a Charlse e Rosie, quel pomeriggio. Chissà se Ben aveva trovato coraggio e gli aveva detto di quei ragazzi. Avrei voluto chiederglielo, ma non lo vedevo poco da quando non andavo più a casa di Fred per via di David.

Mi sedetti accanto a Mark, il più lontano possibile da David.

<<Allora? Come và?>> gli chiesi. Lui scrollò le spalle.

<<Così. A te?>> rispose, sottovoce, per non interrompere gli altri che erano immersi in una conversazione animata.

<<Ah, ti capisco. Dover frequentare tutte le lezioni di mattina è sfiancante>>.

<<Mh>> disse semplicemente. Notai che David mi fissava, ma cercai di ignorarlo.

<<Sei sicuro che è tutto ok? Hai una faccia...stanca>>. Stanca era un eufemismo. Aveva delle occhiaie scure sotto gli occhi e l'aria di chi non aveva passato proprio una notte tranquilla.

<<Si, sicuro. Adesso vado, ci vediamo ragazzi>> disse, andandosene. Forse aveva litigato con Ben. Forse gli aveva detto di quei ragazzi. Forse...

<<Cosa gli hai detto, per farlo scappare via?>>.

David, incurante del fatto che erano settimane che mi evitava e che non ci parlavamo, mi rivolse la parola come se nulla fosse. Fred mi lanciò un'occhiata d'intesa ma non disse nulla.

<<Niente!>> gli risposi, scioccata. <<Gli ho solo chiesto se era tutto okay, perchè lo vedevo strano. E tu fatti gli affari tuoi>>.

Lui sorrise, ma non disse niente e venne da sorridere anche a me, per chissà quale strano motivo.

<<Può darsi che gli dia fastidio la tua presenza>> disse dopo un po', stuzzicandomi sempre con il sorriso.

<<Impossibile. A nessuno da fastidio la mia presenza. Forse solo a te>> dissi, provocatoria. Il suo sorriso sfumò leggermente.

<<Cosa te lo fa pensare?>>.

<<Be'...>> iniziai a dire io ma Julie, seduta accanto a me, si intromise. <<Ehm, ragazzi... forse dovreste parlarne in sede privata>>.

Aveva ragione, non erano argomenti da affrontare in pubblico.

<<No, vabbè. Non c'è niente...>> ''niente di cui parlare'' volevo dire, ma venni interrotta di nuovo, da David, che si alzò e prendendomi per il braccio disse: <<Vieni con me>>.

Avrei voluto ribattere, per il semplice gusto di farlo, ma con David non sarebbe servito. Sfilai il braccio dalla sua presa.

<<So camminare da sola>> sbottai.

Lui sbuffò ma non disse nulla. Si avviò verso il retro del campus quasi deserto e poi si appoggiò ad un albero.

<<Allora? Cosa ti fa pensare che mi possa dare fastidio la tua presenza?>> chiese senza preamboli.

<<Mi hai evitata per tutto questo tempo>>. Cercai di non fargli sentire il risentimento nella mia voce. Volevo lasciare tutta quella brutta esperienza alle spalle.

<<Anche tu>>.

<<Solo perchè hai iniziato tu!>>

<<Ma quanti anni hai? 12?>> Chiese, sprezzante, e io gli lanciai un'occhiataccia.

Con te o senza te. COMPLETA DA REVISIONAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora