CAPITOLO 4

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La porta si apre e a me sale il panico più totale, ma per mia fortuna non era chi pensavo fosse, ma un tizio tutto ubriaco che barcolla per la terrazza.
Dal divano non ho intenzione di muovermi per via della figura fatta e del piede che mi fa malissimo, ma stare quì in terrazza con questo tizio di certo non mi fa stare serena.
Ad un tratto mi si avvicina, è un ragazzo più o meno come Rodrigo, ma devo dire la verità, non bello quanto lui.
"C..Ciao,tii c..chiami Tamara?" Mi chiede. Appena apre bocca, esce una scia di alcool ed erba, allucinante.
"Si,che ne sai?" Le chiedo, ma tanto già so la risposta. Giocare a quel gioco non mi ha fatto bene,anzi,ora mi prenderanno tutti in giro e sapranno soprattutto il mio nome.
"iil g..gioco di prima,allora ho ricordato,ok..kei?" A stento riesce a parlare.

Ma oddio perché proprio a me?

"Allora? R...rispondii?" Mi chiede insistentemente, riscuotendomi i pensieri.
"Ciao" oso rispondere a malapena, prendo un forte respiro e vado di sotto.

Mentre cerco di andare di sotto, i piedi fanno male ed intanto avverto un forte bruciore al piede. Cerco di resistere e finalmente riesco a scendere, ma di Sasha e Serena neanche l'ombra.
Intanto la festa continua, sono quasi tutti ubriachi e fatti, chi è nelle camere, chi fa giochi sconci, chi si bacia di qua e di là e a me non resta nient'altro che sedermi per l'ennesima volta sul divano.
Non appena mi siedo sul divano, resto ferma ad aspettare di vedere almeno l'ombra di Sasha e Serena, ma per adesso niente ancora.
Mentre sto seduta sul divano, sento qualcuno alle mie spalle dire qualcosa su di me, così mi giro a vedere ed è... è Rodrigo.
È con un gruppo dei suoi amici, grandi più o meno quanto lui e mi indicano praticamente tutti.
Colta alla sprovvista, ritorno a girarmi di colpo e resto ferma sperando che mi lascino in pace.
Ad un certo punto mi si avvicina Rodrigo.

Cazzo! Impreco tra me e me. Era l'ultima persona di cui desideravo la presenza...

"Cos'è TA-MA-RA,le tue care "amichette" ti hanno lasciata tutta sola?" Mi chiede con quel sorrisetto che odio.
"Sono andata di sopra per prendere un pò d'aria e a loro ho detto di scendere" Rispondo con apatia.

Questo ragazzo mi irrita da morire e non voglio che mi umili ogni volta,sono stanca.

"Embè non hai paura che qualcuno ti tocchi? Che ti baci? E non hai nessuno che ti aiuta?" Fa per avvicinarsi allungando le sue dita sul mio braccio, percorrendolo tutto, ma retraggo, come se mi fossi scottata.

Non ci vedo più dalla rabbia, oramai sono piena!!

"Brutto bastardo! È così che fai con le ragazze eh? Siccome sei un bel ragazzo, pensi che qualunque ragazza vedendoti cada ai tuoi piedi? Beh se le altre sono così facili, io no! Con me non riuscirà mai sto giochetto. Di tipi come te nella mia vita ne ho incontrati tanti e da me non hanno preso altro che rifiuti. Ops il tanto amato Rodrigo ha preso un rifiuto, SFI-GA-TO. (Lo scimmiotto) E non ti azzardare mai più a mettermi le mani addosso che davvero finisce male! Stronzo!" e gli lancio una sberla, se la meritava tutta, anche di peggio forse.
Non so dove io abbia trovato coraggio ma applaudisco me stessa.

Per tutto il tempo che pronuncio quelle parole, non mi sono resa conto di aver attirato l'attenzione di tutti, che non appena vedono finirmi di parlare mi acclamano. E lì capisco che nessuno aveva mai messo apposto davvero Rodrigo, perché chiunque le cadeva ai piedi, ma io..io NO!
Corro di sopra, ancora una volta, ma sta volta vengo rincorsa da Rodrigo e corro più che posso. La spaccatura all'alluce si sta dilatando e dalla scarpa cola sangue che lascia una scia sul pavimento.
Raggiungo il bagno e riesco a chiudermi dentro,e riesco a togliermi le scarpe e resto scalza. Finalmente sola, ma non per molto...

"Apri questa cazzo di porta brutta stronza!!!" Urla battendo pugni alla porta.
"Mi hai sentito? Ti ho detto apri questa cazzo di porta o la sfondo!!" Urla ancora più forte.
Ho paura, è troppo furioso. I tipi come lui non sono abituati ad essere umiliati perché sono tanto amati e per loro venir umiliati così è uno sfregio al loro "successo".
Rodrigo continua ad urlare e a dare pugni alla porta. Prima che la rompa davvero, decido di aprirla e lui si precipita subito nel bagno, chiude la porta, ed io indietreggio.

"Brutta stronza, ma Ti pare il modo questo di umiliarmi? Ma hai capito cosa mi hai fatto?!
Sei solo una sfigata stronza, in cerca di popolarità e non accetti che uno come me non ti filerà mai!" Mi urla in faccia ed io indietreggiò ma sta volta mi trovo con le spalle alla porta.

Ma chi cazzo gli ha detto che lo voglio dietro?!

"Ah scusa, solo tu hai il diritto di umiliare le persone. A me della tua popolarità non interessa, perché per me gli "sfigati" sono quelli come te che per essere felici hanno bisogno di usare le ragazze e poi togliersele da dosso. Sono quelli che come te si fanno a morire con quella cazzo di erba. Sono quelli che come te picchiano chiunque pur di avere la ragione e le attenzioni.
Questi per me sono sfigati. TU per me lo sei! E ti ricordo che chi ha appena preso un palo da ME,sei stato tu,non io! Quindi una come me non ti filerà MAI!" Le urlo contro oramai con le vene che mi escono fuori.

Non sentendosi dire quelle parole, mi viene contro ed io non so dove andare dato che sto con le spalle alla porta. Rodrigo mi si avvicina, e mi recinta con le braccia, appoggiando le mani alla porta.
È furioso, lo sento dal suo respiro affannoso. Penso che se fossi stata maschio mi avrebbe già fatta malissimo, nonostante avessi ragione.
Sono bassa, gli arrivo sopra lo stomaco, quindi potrei uscire da sotto le sue braccia...così ci provo... ma vengo subito fermata dalle sue braccia. grandissime in confronto a me.

"Ma dove pensi di scappare? Lo vuoi capire che sei una bambolina tra le mie braccia. Basta che faccio così e non ti muovi più" Dice, dopodiché mi prende per i polsi e mi blocca al muro.

Sasha, Serena, dove cazzo siete finite porca troia!!!

"Lasciami stare o urlerò così forte da far..." ad un tratto mi tappa anche la bocca con l'altra mano.
"Allora non hai capito che sei una bambolina tra le mie mani? Sei troppo bassa per dimenarti, mi dispiace" mi dice con voce roca, ma questa volta ha un tono serio.

È malato cazzo!

Mi fissa negli occhi come se volesse ammazzarmi.

"Mhhh" riesco semplicemente a dire.
Il suo alito puzza dannatamente. É stra fatto!

Ad un tratto inizia a baciarmi il collo, salendo sulla guancia ed io inizio a piangere.
Vorrei ammazzarlo, urlare. Sono arrabbiata con me stessa, con lui!
Maledetto quel giorno che l'ho conosciuto.
Vedendomi piangere, all'improvviso si ferma e mi lascia andare, così corro via scalza, lasciando i miei tacchi lì...

Quando Meno Te Lo AspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora