CAPITOLO 11

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                                                    P.O.V RODRIGO
Mentre sono appoggiato alla sua gamba, mi giro a guardarla e....
Ha mosso gli occhi!! Ha mosso gli occhi cazzo!!!


"Dottore, dottore, ha mosso gli occhi, si sta svegliando!" Urlo chiamando a tutta forza i dottori e chiunque mi capiti davanti in questo momento.
"È un buon segno, esca fuori, la visito" il dottore mi indica la porta, così faccio.

Mentre aspetto fuori chiamo Sasha e la avverto del tutto e dopo mezz'ora sono qui anche loro, insieme ad Aisha.

"Cosa è successo?" Urla  Aisha

 Questa volta non è sola, con lei c'è anche Il signor Mekesy, mi pare di aver sentito si chiami Andrea. Mi studia con attenziona dalla testa ai piedi, e devo dire che questa cosa mi rende nervoso.


"Niente..io..io ero appena entrato e... e quando ho cercato di parlarle, lei ha mosso le palpebre. Penso sia segno che mi abbia sentito" Rispondo, un pò imbarazzato dalla presenza del S.Mekesy.
"Davvero? Oddio che bello!! La mia Tamara!!!" saltella di gioia Sasha

 
Ad un certo punto, mentre stiamo attendendo un riscontro, esce il dottore dalla sala.


"La ragazza si è ripresa, è sveglia, pare che la visita di questo ragazzo le abbia fatto bene" mi indica col capo.

Sono così confuso, quanto sorpreso.

 "Ora la stanno portando in una stanza privata, così come hanno richiesto i genitori, ma voglio solo dirvi di non forzarla tanto A  quanto pare il trauma cranico non ha coinvolto la sua memoria, ma è ancora in fase di ripresa e ci vorrà un pò di tempo. Sarà nella stanza n.20" Ci spiega con molta calma.

Questo significa solo una cosa...che mi ha sentito, e che molto probabilmente ricorda TUTTO, anzi SICURAMENTE. cazzo! ora come mi comporto?

"Grazie di tutto dottore, ma soprattutto grazie a te Rodrigo" mi ringrazia ancora una volta la Signora Aisha.

 È bella come la figlia, ha anche lei i capelli ricci, è abbastanza bassa.
 Mi ricorda la mia...cioè...Tamara.
Dopo una ventina di minuti, abbiamo tutti il permesso di entrare a trovarla.
Io faccio spazio a loro, non voglio che mi veda e stia male, così uno alla volta entrano.
Per primi entrano i  genitori, poi Sasha e Serena.
 Sono sul cellulare sfogliando la home di instagram. 

Il suo profilo ig, è un profilo molto "pulito", nulla di volgare o come solito vedere sui social.
Ci sono molte sue foto, tante, ed io resto a fissarla.
Non so cosa mi sia successo, ma da quando l'ho vista la prima volta, capii...Lei non era come le altre, e non lo sarà mai. 
Con quel carattere sfacciato e testardo. Le piace sfidarmi, e questa cosa mai nessuna donna l'aveva mai fatta prima.
Di solito sono le donne a buttarsi su di me.


"Ha chiesto di te, mentre ero dentro ripeteva il tuo nome" Sasha improvvisamente esce dalla stanza e mi mette una mano sulla spalla.


Resto fermo immobile senza reagire per qualche secondo.
Come se quello che aveva appena detto non sembrava reale.

 LEI HA CHIESTO DI ME?

Non oso rispondere, non saprei neanche cosa dirle, così mi alzo, tiro un respiro profondo ed entro.

Non appena entro dalla porta, noto che mi guarda con quei suoi occhi bellissimi, mi fa un piccolo sorrisino. 
E' priva di forze, si vede, ma l'importante è che si sia svegliata in così poco tempo.
I dottori sono ancora increduli per questo.

"Hei..c...ciao.." non riesco a trovare le parole, cazzo!

Non è da me, in genere so sempre quando parlare e cosa dire soprattutto.


"Rodrigo" dice con un filo di voce molto ma molto basso.
"Sono qui" mi avvicino prendendole la mano.

E' fredda. In queste stanze c'è molta aria condizionata.


"D...devo dirti una..c..cosa" dice sforzandosi, tossendo.
"Non sforzarti, me lo dirai appena starai meglio ok? " le dico, in fondo non voglio che stia male per me. So per certo di cosa voglia parlarmi, e sto cercando con tutto me stesso di far in modo che non ci pensi.


"Ok, grazie per essere venuto" dopodiché si addormenta con la sua mano nella mia.


La guardo per un pò dormire. Ha dei lineamenti bellissimi. Le scosto i capelli dal viso, dopodiché con molta delicatezza, sfilo la sua mano dalla mia ed esco.

Non appena mi reco fuori, avviso ai genitori che sta bene e che si è appena addormentata.

"Grazie di tutto davvero, non so come ringraziarti. Appena la dimettono, sei invitato a casa Mekesy a cena"  dice abbracciandomi.

Vorrei sprofondare dall'imbarazzo. Il padre si limita a scrutarmi, ma non proferisce parola, ed io lo ringrazio per questo.


"Ok" saluto tutti, compreso il padre, e vado via.
Nella strada del ritorno non faccio altro che pensare a Tamara, a quello che le è successo, a quello che le ho detto, ma soprattutto a quel bacio.

Mi viene duro solo a pensarci.

Ma che cazzo sto dicendo? Tamara è su un letto di ospedale ed io penso queste cose! 

Non posso farci nulla, è più forte di me.

I Mekesy mi hanno invitato a cena da loro, che imbarazzo.
Non ho più intenzione di ritornare in quell'ospedale, quindi attenderò che la dimettano.

Quando Meno Te Lo AspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora