CAPITOLO 87

34 5 0
                                    

RODRIGO
Tutto questo mi sembra surreale, un incubo dalla quale vorrei scappare, sprofondare..
Non solo siamo legati dal ricordo di una vita insieme passata, ma anche da un fottutissimo tatuaggio. La cosa che più mi fa male è che lo stesso tatuatore è Derek, colui che mi è sempre stato accanto in questi anni, ma senza spifferare una parola su di lei.. Nonostante ciò, però, contro Derek non ho nulla, mi ha sostenuto in tutto e per tutto in questi anni, ed è a lui che in parte devo ciò che sono ora, mi ha aiutato tantissimo a riflettere, e mi è servito..
Con lui parlerò non appena ne avrò modo, per ora non ho voglia..
Mi sento come se la terra sotto ai miei piedi non ci fosse più, come se tutto d'un tratto tutto questo non mi appartenesse più. Sono tornato dove niente più mi appartiene, sembra una terra a me sconosciuta, sembra la prima volta che io sia qui, eppure.. Eppure non lo è..
Le sue urla e il suo viso rovinato dalle lacrime sono impressi nella mia mente come una fotografia indelebile.  È colpa mia, solo colpa mia, ancora una volta...
La mia anima è combattuta, ho paura le possa accadere qualcosa, ma dentro me so che quel posto è sicuro, l'ho reso tale e ne sono felice...
Fra qualche giorno andrò via da qui, e giuro di non ritornarci mai più...
Ho passato tutta la notte fuori, ho dormito in un motel qui vicino, non avevo voglia di andare da loro, non questa notte..
Mentre ripercorro il viale della casa degli zii di Tamara, mi rendo conto di quanto sia strana la vita.... A volte essa ci mette davanti ad ostacoli più grandi di noi, dalla quale non possiamo uscirne più, o almeno, non facilmente...
"Allora, l'hai trovata?  Dov'è?  Sta bene?  Tornerà?" sua zia sbotta
"Allora?" chiede suo zio alzando un sopracciglio
"Finalmente sei qui" chiede quel Scott, o come lui si chiami. Guardarlo in questo momento mi fa solo rabbia...
Non appena varco la soglia della porta vengo assalito di domande da tutti loro. 
È mattina presto e sono tutti già in piedi, aspettando notizie, da me..
Non so che fare, vorrei non dire niente di lei, ma non posso permettermi più di sbagliare, non ora, non più...
"Si, l'ho trovata" sospiro
"E come sta?  Dove sta?" mi chiede sua zia, ma non posso dirle dove sta, mi farebbero troppe domande, e sono certo che neanche lei volesse lo sapessero..
"Si calmi signora. Lei sta bene, penso debba essere lei stessa a dare voi delle spiegazioni, non spettano a me questi tipi di informazioni. Comunque posso solo dirvi che dove sta, sta bene ed ha detto di non cercarla e che quando se la sentirà tornerà" dico cercando di mantenere la calma
"Dove cazzo è?" urla Scott..
"Ma lei sa solo urlare signor Scott?  Perché non l'ha rincorsa quando è andata via?  Perché non l'ha trattenuta e fatta sfogare, anziché vederla andare via in lacrime?  Ah?  Mi dica signor scott.. Ora pretende anche di sapere dove sia?  Mi dispiace ma lei non ha nulla a che vedere con quella povera ragazza" ringhio
"Finalmente qualcuno che abbia avuto le palle di dirglielo" sbotta Grace, a quanto pare neanche lei lo sopporta poi così tanto...  I due si scambiano occhiatacce continue..
"È meglio che io vada a lavoro ora,ci vediamo piú tardi" dice con tono superbo, dopodiché va a salutare la piccola Aisha e va via..
"Dov'è la piccolina?" chiedo inconsciamente
"È di sopra, nella sua stanza dei giochi che le abbiamo creato.. Ha dormito poco ed ora non vuole uscire, chiede di sua mamma" dice Grace abbastanza preoccupata, mentre a me mi si frantuma il cuore.
La mia bambina...
"Mi dispiace per la situazione che si è creata, davvero" sospiro
"Non si vede preoccupare Dottor Silver, non è mica colpa sua" questa volta è Arci a prendere parola, se solo sapessero..
Mi limito ad annuire
"Perché non ci parla lei alla piccola? Sembra lei le piaccia, la prego, ci aiuti" mi supplica la signora, ed io non posso far a meno di accettare..
"Mi dica dove è la stanza della piccola, provo a parlarle io" mi sorridono, dopodiché Arci mi conduce al piano di sopra, dove dietro una porta si trova quella che chiamano la stanza dei giochi, ma a me sembra un paradiso per bambini, c'è tutto, dalle cose più banali a quelle più particolari..
"Mi raccomando" mi sussurra
Mi chiudo la porta alle spalle ed Aisha inizialmente sembra non accorgersi di me... Mentre mi avvicino sento dei singhiozzi, quasi silenziosi... Sta piangendo, ti prego no.. Anche lei no..
"Principessa cosa succede?" mi siedo accanto a lei e le tolgo le manine dal viso.. È impressionante la sua somiglianza con la mia, ha i miei occhi, i miei lineamenti.. Ma è forte, ha un carattere forte, proprio come sua madre, e ne vado fiero..
"Plincipe" sussurra asciugandosi le lacrime, mentre a me viene da sorridere per il nomignolo che mi ha dato da ieri, e non lo ha dimenticato..
"Principessa allora?  Posso sapere perché piangi?" la prendo a sedere sulle mie gambe, con le gambe divaricate, girata verso di me in modo da poterla guardare.. È bella, tanto bella, è una bambina stupenda
"Mamma mi ha lasciata sola" abbassa la testa ed io mi sto trattenendo da non piangere come un coglione dinanzi a lei..
"Non dire cosi, la mamma non si sente tanto bene, appena starà bene tornerà da te, me lo ha detto lo sai?" le sorrido
"Hai parlato con la mia mamma?" chiede accennando un sorriso
"Certo, mi ha detto che tornerà subito da te appena starà bene" mento
"Allola appetto?"
Annuisco, mentre la guardo fissarmi la bocca, già ho capito..
"Cosa è questo pallino? La mia mamma ne ha uno nella bocca" sorrido alla sua ingenuità
"È lo stesso pallino che ha la tua mamma, solo che io ce l'ho qui" me lo tocco e lei fa una faccia buffa, che a me fa sorridere.
In questo momento sto bene, mia figlia è con me, siamo solo io e lei e nient'altro, anche se..
D'un tratto vedo che la piccolina mi fissa in un modo particolare, come se volesse studiare il mio volto..
"Cosa c'è principessa?  Perché mi guardi così?"
"Tu sei uguale al plincipe delle favole che mi racconta mamma"  mi sorride
Oh.. Chissa cosa le avrà raccontato mai..
"Davvero?"
"Si, ne sono cetta, è uguale a te" mi sorride ancora..
"Mi rende felice sapere che somiglio al principe delle favole"
D'un tratto vedo che si rattrista ed abbassa il capo..
Finché non fa un gesto del tutto inaspettato, d'un tratto mi abbraccia, legando le sue braccine intorno al mio busto....Amore di papà...
Mi faccio coraggio e la abbraccio anche io, profuma di vaniglia, ed è così piccola tra le mie braccia, che quasi ho paura di farle del male...
Il cuore perde un battito, e nonostante sia a pezzi, in questo momento sembra essere felice, proprio come lo sono io, in parte
"Che ne dici se andiamo al parco?" le accarezzo la testolina..
"Davvelo?" sussulta per poi sorridere felice, finalmente..
In questo momento mi ricorda Tamara, tanto, troppo.  Caratterialmente è simile a lei, se non uguale..
Si alza velocemente dalle mie gambe, e si va a posizionare davanti ad una specchiera alta quanto lei ed afferra una spazzola per pettinarsi i capelli..
La fisso imbambolato, più la guardo, più sono incredulo che sia mia figlia..mia figlia.. 
Mentre è intenta a pettinarsi, la vedo far fatica, così mi avvicino a lei..
"Te li pettino io?"
"Shi, mamma lo fa sempre prima di uscire" sorride, un sorriso così tenero che mi viene voglia di mangiarla tutta.  È tanta dolcezza concentrata nella sua piccolina persona...
Le pettino i capelli, e mi rendo conto di tutto ciò che ho perso di mia figlia fino ad adesso.  So che sono un bastardo egoista, che non merito un cazzo, ma è mia figlia.. E più sto con lei, più mi rendo conto degli sbagli che ho commesso...ma ora è tardi cazzo.. 
Non mi resta altro che godere di questo tempo con lei, che dopo, non so se mi sarà più concesso, anzi direi proprio di no...

Quando Meno Te Lo AspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora