•°Paragrafo 41°•

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Avete presente quelle volte in cui, nel sonno, vieni rincorso costantemente da qualcuno e ripetutamente gli scappi dalle grinfie il momento prima di averti azzannato la gola?

Ecco, io si.

Mi sentivo arrancare ogni secondo di più verso il terreno e sfuggivo dall'ombra quando pensavo di non aver più speranze. Cercavo di raggiungere il puntino luminoso davanti ai miei occhi senza riuscirci mai.
È piuttosto frustante come condizione. Ti senti attratto dalla figura dietro di te, mentre il tuo unico pensiero, è quello di scappare da essa.

Sentivo voci richiamarmi e circondarmi sempre di più. Mani afferrarmi i polsi, per poi lasciarmi andare mentre le lacrime di sangue che scorrevano dalle ferite sulle braccia, si univano al sudore della corsa.

Le mie continue urla di disperazione rimbombavano nelle pareti delle mie orecchie cercando una qualche possibilità di salvezza.

Mi svegliai così: urlando un nome.
Harry

I miei addominali si contrassero involontariamente, facendomi scattare in una posizione eretta con la schiena.

Le lenzuola erano per metà lanciate per terra e madide di sudore. I miei occhi erano bianchi senza pupilla né iride a donargli del colore.
La mia bocca piena e rossa, sanguinava in un angolo, avendo stretto troppo i denti per cercare di riuscire a raggiungere la luce, nel sonno buio in cui ero caduta.
Le mie mani strette attorno a lembi di copriletto rosso si richiudevano sempre di più in se stesse facendomi sbiancare le nocche.

Tutto quello che ricordo poi, è soltanto il rumore di una porta aprirsi e delle urla che cercavano di sovrastare le mie.
Poi più niente. Mi agitavo nel sonno, come se ci fosse una costante presenza che mi puntasse un coltello nelle varie parti del corpo facendomi indietreggiare.

Sentivo dell'energia scorrermi insistentemente nelle vene circolando sempre di più nel mio sangue e facemdomelo ribollire per poi gelare nel momento successivo.
Non sentivo dolore anche se sapevo di provarlo.
Ero separata in due: la Me dolorante e distesa sul letto trattenuta da braccia amiche e la sua 'ombra' che vedeva tutto in terza persona senza riuscire a provare nessun sentimento.

Il tempo sembrava non scorrere più.

Poi, ad un certo punto, come tutto iniziò, tutto finì. L'oscurità fu sostituita dalla luce. Una luce forte e abbagliante che circondava una figura. Ci misi un po' prima di riuscire a mettere a fuoco la persona davanti a me.

- Mamma.... - calde lacrime scesero dai miei occhi bagnandomi le guance.
La figura davanti a me avanzò mostrando il suo viso giovanile con più chiarezza.
- Shhh, cucciola mia, non piangere. - le labbra di mia madre non si mossero nonostante la sua voce rimbombò chiaramente nelle mie orecchie.
- Ma... Mamma, come faccio a non piangere.... Se tu avessi visto le cose che ho passato nell'ultimo lasso di tempo... - vengo interrotta.
- Purtroppo ho assistito alla scena piccola mia. Mi dispiace così tanto che tu debba patire tutto questo. - dice avvicinandosi a me facendo svolazzare l'abito color azzurro cielo.
Una sua mano raggiunse la mia guancia e, subito, mi beai della meravigliosa sensazione che essa mi lasciava addosso.

•°Ice Eyes°•  [INCOMPLETA] :(Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora