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Ero sola.
Immersa in quello che non sembrava affatto una savana.
Nulla era arido in quel posto, tutto era verde, rigoglioso, quasi magico.
Mi resi conto di avere gli occhi chiusi, nonostante attorno a me fosse tutto molto più chiaro del solito.
Le mani erano ancora immobili, ai lati della testa. Il peso dello zainetto che mi ero saggiamente messa in spalla era l'unica cosa certa di quel momento.

Iniziai a respirare regolarmente, le ciglia imbevute di lacrime si aprirono dando luce alle mie pupille cieche, rimasi affascinata dalla quiete che aleggiva attorno a me. Il calore del sole mi accarezzava le guence bagnate asciugandole, l'erbetta morbida creava un piccolo cuscino su cui ero atterrata malamente.
Era giorno, quasi mattina constatai.

La domanda a cui non volevo una reale risposta girava come un cartellone pubblicitario nella mia mente.

Dove mi trovo?
Gli altri? Stavano bene?
Si erano accorti della mia mancanza...Perché non erano ancora li da lei?

Okay, forse più di una domanda vorticava nella mia testa.

- Okay sophy...va tutto bene. Sei integra - dissi tastandomi il corpo - continui a vederci poco e niente - mi stropicciai gli occhi - attorno a te c'è solo...- mi guardai intorno cercando di percepire ogni dettaglio possibile -...bosco. - silenzio.

- Sbaglio o doveva esserci una savana... - mi dissi con tono lamentoso.
- Io mi chiedo perché mai debbano capitare tutte a me. Cristo santo un po' di pace per favore, un po' di sana pace e normalità non mi darebbe poi così fastidio. Ma io me le cerco, volevo una vita più avventurosa? Bene, eccotela qua, mannaggia a me che non me ne sto zitta - continuavo a parlare a vanvera rivolgendomi a me stessa.
Mi alzai in piedi, barcollai leggermente non sapendo dove di preciso avrei dovuto mettere i piedi, ed iniziai a camminare.

Una sorgente d'acqua...direi che se la situazione non migliora ho bisogno prima di tutto di una sorgente d'acqua. Poi pensiamo al cibo.

E con questo pensiero fisso m'incamminai alla ricerca di un ruscello. Doveva essercene uno di sicuro visto il verde che governava la foresta.

Sebastian

L'avevo vista sparire... non avevo fatto niente per impedirlo. Pensavo che non sarebbe stata così stupida da caderci dentro.

Sono un idiota.

Da quando avevo visto ciò che le sarebbe successo...per colpa mia...

Scacciai via i pensieri. Dovevo concentrarmi sul fatto che ora lei era andata chissà dove, immaginai non sapesse come utilizzare il Portale...di conseguenza poteva essere ovunque.
Mi misi una mano dietro la nuca.
Mi avrebbe fatto impazzire un giorno o l'altro.

Cercai di rilassarmi nonostante la situazione fosse parecchio complicata.
Se la caverà, senza che tu debba fare niente.
- No, non ce la posso fare - dissi a me stesso.
Attorno a me si erano radunati tutti, alcuni avevano assistito da lontano alla scena e ormai era di dominio, il branco aveva momentaneamente smarrito la propria Luna.

- Silenzio! - gridai ottenendo l'attenzione.
- Continueremo il nostro viaggio. Tutti i portali si ricollegano tra loro, in qualche modo raggiungeremo sia le lande Ghiacciate che Sophia. È aiutata dalla Dea ed in ogni caso non possiamo aspettare, so di sembrare senza cuore... ma non voglio sacrificare inutilmente delle vite per una persona che sicuramente riuscirà a cavarsela. - dissi cercando di convincere tutti.
Anche me stesso.
I miei pensieri continuavano a vorticare irrefrenabili nella mia testa mentre i sensi di colpa affioravano.

- Forza... andiamo - continuai avviandomi verso il Portale.
Un brusio continuava a fare da sottofondo, molto probabilmente molti erano dell'idea che fosse meglio andare a cercare in tutti gli 8 continenti la ragazza. Ed era ciò da cui mi stavo trattenendo.

Attraversammo il Varco dopo che spiegai, giusto per essere sicuro, come utilizzarlo per non finire in mezzo al nulla.
Bene...è il momento.
Chiusi gli occhi e mi feci trasportare al di là dello specchio di energia mentre la parola 'savana' era stampata a forza nella mia mente. Bisognava concentrarsi e non distrarsi, purtroppo il Portale era uno strumento magico tanto potente quanto impegnativo da usare.

Sophia

Ero riuscita a raggiungere un ruscello, così come alcuni rovi erano riusciti ad impigliarsi a me durante il cammino. Sentivo piccole ferite crearsi, ma ci diedi poca importanza. La cosa fondamentale era l'acqua, non sapevo per quanto tempo sarei rimasta sola e di conseguenza non potevo di certo aspettarmi che da un momento all'altro, girato l'angolo, trovassi un centro commerciale o chicchessia.
In ogni caso, ero riuscita nel mio intento. Fortunatamente i miei sensi iniziavano a collaborare con me e ben preso mi resi conto del fatto che molte cose riuscivoa distinguerle soltanto sentendone l'odore. Ero felice di questo miglioramento, almeno qualcosa di positivo in quella dura giornata.

Sarei potuta rimanere senza cibo per alcuni giorni, avevo due barrette ai cereali e cioccolato nello zaino, da persona golosa quale ero era impossibile per me viaggiare senza provviste di quel genere.
Nella mia mente iniziava a formarsi l'idea di dovermi trasformare, sarebbe stato più semplice, anche solo per passare la notte più al caldo, coperta dalla folta pelliccia albina. O al fatto che non sapevo quali animali abitavano la foresta...

Sta di fatto, che continuai a pensarci e a rimuginarci per tutta la durata della giornata.
Comportava un grandissimo dispendio di energie e...dopo quello che mi era successo l'ultima volta... avevo paura di liberare il mio animale.

Il buio iniziava a farsi largo tra le fronde degli alberi, creando effetti di luce spettrali anche per me che non riuscivo a distinguere molto. Piccoli brividi mi percuotevano le spalle mentre dalle mie labbra iniziarono ad uscire parole melodiose.
Non so di preciso quando iniziai a cantare, ma mi ritrovai a farlo per combattere la solitudine e le inquietudini che quel bosco iniziava a crearmi.
Non mi allontanai mai dalla mia fonte d'acqua, cercai attorno piccoli rametti e foglie secche.
Dopo che riuscii ad accumulare una ragionevole catasta di legname, decisi che era arrivato il momento di accendere un fuoco, che mi avrebbe almeno protetto nell'oscurità che via via andava a crearsi sempre di più attorno a me.

Tutto taceva. Tutto sembrava immobile nonostante scricchiolii agghiaccianti suggerivano il contrario.
Una brezza fresca iniziò ad insinuarsi sotto i vestiti leggeri che indossavo, creando quella situazione di formicolio alla pelle che tanto odiavo.

La vita mi concesse una fortuna e, non so per quale fortuito caso, nello zainetto era presente l'accendino rosso con la stampa di un gattino di Livia. Per una volta ringraziai che non avesse ancora smesso di fumare e che spargesse i suoi oggetti in giro per le borse altrui.

Creai una buona base di legnetti sottili per poi poggiarci sopra altri più grandi.
Mentre la fiammella divampava pian piano, soffiavo alla base della piccola fonte di calore rassicurandomi.
Ero così tanto presa dal fuoco che non mi resi conto della presenza che incombeva alle mie spalle.
Solo quando un lieve spostamento di vento fece avanzare la fiammella verso sinistra in modo innaturale, mi girai di scatto sfoderando con non poco dolore gli artigli.

•°Ice Eyes°•  [INCOMPLETA] :(Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora