▪¤Paragrafo 62¤▪

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La testa continua a pulsarmi, il silenzio stava diventando sempre più insopportabile ma non ho il coraggio di spezzare questo momento di ansia e oscurità dentro di me.
Il respiro accelerato e le unghie conficcate nella terra bagnata.

Sta piovendo...e non me ne sono accorta fino a quest'istante. Alzo il viso tenendo ancora gli occhi chiusi e beandomi di quella falsa sensazione di tranquillità.
Non voglio aprire gli occhi...ho paura...paura di non vedere niente se non l'oscurità che tanto odio.

Dei passi iniziano a rompere il silenzio assieme a sospiri e esclamazioni ancora lievi di vittoria. Nessuno si azzarda a parlare davvero, nessuno è sicuro che sia davvero finito... neanche io.
Sento che le ombre non sono più presenti...o almeno, al di fuori di me stessa, non sono presenti. Dentro di me l'oscurità sta avanzando.

Tristezza, felicità, rabbia, confusione e spavento.

Non so più cosa provare.
- Apri gli occhi gattina...ce l'abbiamo fatta anche questa volta. - la voce roca e calda di Sebastian mi avvolge.
Mi aggrappo a lui con tutto il peso, chiudendo ancora di più gli occhi. Trattenendo le lacrime, mollando, rilassandomi finalmente tra le braccia del ragazzo.

- Guardami - dice prendendomi il mento tra le dita.
Scuoto la testa in segno negativo.
- Sophi...mostrami i tuoi occhi...- dice severo.
- Ti prego...- sussurro. Nascondo il volto nell'incavo del suo collo.
Lo sento trattenere il respiro mentre alcuni attimi passano interminabili.
Rilascia il fiato dopo un po, concedendomi il silenzio e attirandomi più a se. Mi sento sollevare e sorrido debolmente ringraziandolo mentalmente per non aver indagato oltre, anche se so che più tardi dovrò affrontare la situazione.

Mi accoccolo mentre il cullare lento dei passi di Sebastian, mi porta a rilassarmi e cadere in un sonno ceco e tormentato.

••••

Una carezza lenta e continua. Percorre tutta la schiena, si ferma poco prima del bacino scivolando leggera sulle mie cosce scoperte, per poi riprendere il suo percorso verso l'alto ed arrivare al collo, ai capelli, tirandomi delicatamente qualche ciocca. Si ferma li, a giocare con quella massa castana, sfiora le mie guance, gli zigomi, la punta del naso per andare poi a sentire la consistenza delle mie labbra tenute leggermente dischiuse, giusto quel che basta per il rilascio di piccoli sospiri.

Mi spingo più indietro, la mia schiena entra in contatto con il petto caldo e accogliente del ragazzo, il suo braccio mi circonda possessivo i fianchi e sfiora con le dita la pancia creandomi piccoli brividi di piacere.

Mi giro, ancora intontita dal sonno, gli occhi bloccati da una fasciatura...ed è lì che il mio cuore inizia a battere più velocemente. Quando la consapevolezza di avere qualcosa che mi impedisce di aprire la mia vista al mondo. Il respiro accelera mentre la stretta alla vita aumenta e la fronte del ragazzo raggiunge il mio collo andandosi a posizione nell'incavo tra i miei capelli.
Mi tolgo titubante e con dita tremanti la fasciatura.

Apro gli occhi...

Un piccolo sospiro esce dalle mie labbra.
-Tra qualche giorno, vedrai tutto come prima. Ha detto che è normale e non c'è da preoccuparsi particolarmente; la tua vista ritornerà. Devi farla riposare però, tra poco la tua amica passerà con la colazione ed un infuso creato da lei. Dice che sia miracoloso. - mi tranquillizza Sebastian mentre attorno a me gli oggetti e gli spazi appaiono grigi e sfocati.
- Perché è successo...- chiedo flebile.
- Hai usato troppo potere...richiede molti anni di esercizi, è già tanto che tu sia viva, credimi. Non è un gioco come può sembrare. Ogni cosa vuole qualcosa in cambio. - mi spiga calmo.

Piccoli baci umidi vanno a stuzzicare punti sensibili sul mio collo creandomi solletico. Ridacchio strofinando il punto vittima.

-Come stanno gli altri? - chiedo trovando un po' di lucidità tra un bacio e l'altro.
Sebastian si ferma. - È meglio se ne parliamo dopo...- svia.
-No, ora. È anche il mio branco.- dico marcando il 'mio'.

Sbuffa. -Non puoi pensare solo a te per una volta?- mi chiede con un po di fastidio nella voce.
-Non dopo quello che è successo.- dico severa.

-Hai ragione...- dice rilassandosi sul letto.
Che?
-Quindi?- chiedo nuovamente.

Sento che sta per rispondere...se non fosse per il bussare alla porta che interrompe il momento.

Un sorriso limpido e timido spuntò dallo spiraglio della porta mentre un delizioso profumo di frutti di bosco si insinuava nelle narici del mio naso facendomi brontolare la pancia.
Sorrisi, mentre i colori si compattavano attorno alla figura della mia amica.

• • • • •

Parlammo...come da tanto tempo non avevamo fatto. E mi era mancato, tremendamente.
Ridere, scherzare e raccontarci le cose che non ci eravamo dette in questi giorni mi tirò su il morale dopo la brutta giornata che era appena passata...nonostante una bolla di irrealtà mi perseguitasse in ogni azione.
Troppa normalità.




•°Ice Eyes°•  [INCOMPLETA] :(Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora