*¤Paragrafo 55¤*

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-Ciao Viktor!- dice Lilith andando ad abbracciare quello che presumo essere suo figlio.
I capelli nero pece li ha sicuramente ereditati da Lucifero ma...gli occhioni verdi e le quasi invisibili lentiggini da sua madre. È piuttosto alto e provvisto di spalle ben piazzate, vestito con una semplice maglietta attillata nera e dei pantaloni della tuta del medesimo colore, che gli fasciano perfettamente i glutei e le cosce.
Ha sicuramente più di 20 anni, dato che l'accenno di barba scura gli conferisce un aspetto da uomo più parlato di quanto lo sia su Sebastian.
Quando i due si staccano gli occhi verde chiaro del ragazzo si puntano verso di me accennando un sorriso e avanzando nella mia direzione con un ghigno ma... dei passi veloci e una vocina che urla aiuto, che si contrappone alla risata del suo inseguitore, fa girare di scatto la testa a Viktor, giusto in tempo per prendere al volo tra le braccia una bambina che si aggrappa a lui come un piccolo cucciolo di koala in cerca di protezione. Qualche attimo dopo, dal corridoio, sbuca fuori qualcuno provvisto di capelli verdi fluorescenti, occhi gialli con la pupilla allungata e una lingua biforcuta che su avvicina a grandi passi verso la bambina dai voluminosi ricci rossi.
-Dai Daniel, smettila di spaventare Sharon che poi sai come va a finire quando cerca di difendersi!-. Rimbecca Lilith alla...creatura?
Quest'ultima ride per poi cambiare aspetto.
"Cosa cosa cosa?"
Rimango a bocca aperta. I capelli prima verdi, ora sono di un brizzolato marrone scuro, mentre gli occhi di un caldo e affettuoso castano, le labbra sono carnose; è alto e ben piazzato. Nonostante abbia un fisico molto diverso ammetto che mi incuriosisce.
La bambina mostra finalmente il visino, nascosto fino a quel momento nell'angolo del collo di suo fratello "presumo sia suo fratello", lancia occhiate maligne a Daniel dietro i suoi grandi occhioni verdi che iniziano a prendere le sfumature del rosso e l'espressione del ragazzo si fa paurosa.
-Sharon, non ci provare. Sai che tuo fratello scherza quando fa così! - dice Vik con un'espressione divertita in volto.
"Non ci sto capendo un cazzo ma...okay"
Lilith porta finalmente lo sguardo su di me come a ricordarsi che esisto.
-Oh cara, non ci stai capendo niente, lo so- mi raggiunge facendo avvicinare anche i 3 'nuovi arrivati'.
-Su, forza, non siate maleducati con la nostra ospite, presentatevi!-
Si fa avanti il maggiore mentre gli altri due mi guardano sospetti scambiandosi strane occhiate.
-Piacere, io sono Viktor, ma puoi chiamarmi Vik-. Dice porgendomi la mano che stringo con decisione. -Piacere, io sono Sophia, e puoi chiamarmi come ti pare-.
Cerco di leggerli nel pensiero e, nonostante trovi l'impresa più ardua del solito riesco a percepire quello che gli passa per la testa. "Chissà quale dono possiede..."
-Riesco a leggere nel pensiero e ad usufruire degli elementi- rispondo ridacchiando. "Oh no, anche lei. .."
-Abbi rispetto per tua madre- dice Lilith tirandogli uno schiaffo sul coppino. -Dai ma, lo sai che ti voglio bene- le risponde massaggiandosi il punto colpito.
-Quanti anni hai?- dice poi voltandosi nuovamente verso di me.
-16, quasi 17. Tu?- gli chiedo di rimando.
-26- "troppo piccola...peccato" pensa poi con un ghigno malizioso facendo alzare gli occhi al cielo a sua madre. -Sempre il solito- la sento sussurrare.
Il ragazzo strano sj fa avanti schiarendosi la gola, la sua espressione è completamente diversa da quella spensierata di prima, più impassibile e neutrale. Credo stia cercando di verificare se si può fidare o meno, come del resto anche la piccola bambina attaccata alla sua gamba.
-Io sono Daniel. Come hai potuto notare prima posso modificare l'aspetto del mio corpo, anche totalmente. Sono un mutaforme e ho un anno in più di te-.
Gli annuisco non capendo da dove arrivi tutta questa sfiducia nei miei confronti.
Non riesco ad entrare nei suoi pensieri e credo abbia capito le mie intenzioni dato che i suoi occhi si tingono di un arancione piuttosto accattivante.
Continuiamo a guardarci in modo strano, non riesco a capire né avere sensazioni come ho du consueto sugli altri.
-Cos'è questa sensazione...di vuoto?- gli chiedo dal nulla.
Rimane un attimo stupito prima di rilassarsi e cambiare leggermente espressione.
-Lascia stare- pone lo sguardo sulla bambina per poi annuirle.
Quando i suoi occhioni verde scuro entrano in contatto con i miei la sensazione sparisce e finalmente Sharon si stacca dalla gamba del fratello per avvicinarsi cauta a me.
-Lei è Sharon-. Dice Daniel indicando la bambina. -Ha il dono di poter far provare una qualsiasi sensazione che disidera; dal dolore, alla gioia-.
Le prendo la mano che mi ha audacemente offerto e, appena la mia entra in contatto con la sua, una scarica di...non so come descriverlo, è come se mi sentissi più calma, tranquilla, quasi in pace con il mondo intero.
Le sorrido riconoscente -Piacere Sharon, io sono sophia, ma puoi chiamarmi con il soprannome che vuoi. Hai un dono davvero bellissimo-.
-Grazie, mhhh...- sembra riflettere un attimo mettendosi un ditino sul mento -...chopi-.
Mi sorride teneramente allungando le braccine per farsi prendere in braccio. La tiro su di peso notando che è leggera come una piuma.
-Okay, ora che le presentazioni possono definirsi concluse, direi che possiamo incominciare a preparare i pancake che avevamo scelto di fare prima del vostro arrivo- esclama tutta contenta Lilith.
Il mio stomaco sembra percepire la proposta fatta e inizia a brontolare. Sharon incomincia a ridere mentre gli altri le vanno dietro e le mie gote si fanno leggermente rosse dall'imbarazzo anche se, alla fine, mi aggiungo anche io.
-Eccomi tigrotta, ti ho portato...- la voce di Sebastian mi giunge poco prima di comparire sulla soglia della cucina. Tutti gli occhi sono su di lui, gli faccio un sorriso raggiante e mi avvio con ancora la bambina in braccio.
-Sebiiii- urla quest'ultima aprendo le braccia verso di lui. La sua espressione confusa fa spazio ad un sorriso caloroso.
-Ciao piccola Sharon! Come stai?- gli chiede lui prendendola dalle mie braccia e lasciandomi al suo posto i vestiti.
Sbuffo e chiedo mentalmente a Lilith dove sia il bagno, mi sorride e mi indica una porta accanto alle scale, la ringrazio ed entro nel 'piccolo' bagno "rispetto gli altri è piccolo".
Sorrido alla scelta di vestiti che ha fatto Black: una sua maglietta bordeaux e le mie leggins.
Le indosso a piedi scalzi sentendomi finalmente a mio agio e vedo tutti che parlano calmi. Viktor è seduto su uno sgabello posto a lato del tavolo mentre ascolta Daniel e Sebastian chiacchierare. La piccolina e sua mamma "due gocce d'acqua se non fosse per l'alezza" stanno mischiando gli ingredienti mentre io prendo una padella dal ripiano in cui avevo sbirciato prima.
Dopo aver cucinato più di due dozzine di pancake iniziamo a mangiare tra chiacchiere e scherzi, dopo aver sporcato mezza cucina con farina, uova, sciroppo d'acero e chi ne ha più ne metta, decido di andare nel salone privato aspettando la fine della festa a cui non stiamo partecipando.
"Non pensavo che all'inferno ci si potesse sentire in questo modo...come in una grande famiglia".








Buonasera o buongiorno -dipende da quando state leggendo questo capitolo- spero che vi piaccia e che non mi siano scappati errori anche se probabilmente è così.
Commentate e ditemi cosa ne pensate, conto su di voi per il sostegno!

Ciaoneeeeeeeeee
Sophy😆



•°Ice Eyes°•  [INCOMPLETA] :(Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora