-E il tatuaggio delle ali che ho sulla schiena?-chiedo incuriosita.
Lui si gira con un gran sorriso.-
Quello è perché sei in parte demone. Sei un ibrido. Magari uno dei tuoi genitori era un demone che durante la guerra ha trovato il suo compagno/compagna in uno mezzo animale.-
- Bello- dico non sapendo come altro rispondere, anche se la parola giusta sarebbe strafantastico oppure fighissimo.
- Girati, fammi vedere com'è fatto!-
Io mi giro e arrossisco fino alla punta delle orecchie, mi tiro su la maglietta dietro e lascio che le sue lame di ghiaccio mi trafivgano creandomi mille brividi.
- Hai freddo?- mi chiede lui da dietro.
- No no, sto bene-. Sghignazza. Ringhio.
- Quindi?- gli chiedo dopo un po di minuti in silenzio.
- Sto cercando un punto... A, eccolo. Trovato. Ora sentirai un po' di male anche se cercherò di fartene il minimo possibile.-
- No, cos...-. Mi sento mancare l'aria. Dolore. Le lacrime sono sul bordo dell'occhio e pizzicano. Non devo piangere. Non devo piangere!
Dalla mia gola esce fuori un ruggito e la schiena mi sta facendo un gran male. Sento tute le ossa spezzarsi e due suoi artigli si conficcano in due posti paralleli della schiena lacerando in verticale la pelle.
Sento un gran bruciore, le gambe mi cedono e urlo di nuovo.
Il cielo si oscura e arriva un gran vento. Intanto le mani di Sebastian mi hanno lasciato la schiena.SEB.POV:
Attorno a lei si forma una spirale di vento, un uragano la circonda e la porta in aria.
È ancora accoccolata su se' stessa. Non piange; si morde il labbro insistentemente per non farlo...
Il cuore mi si sta frantumando nel vederla così... indifesa.
L'ho dovuto fare per il suo bene. Se avesse raggiunto i 16 anni senza aver compiuto la trasformazione in demone le avrebbe fatto ancora più male; non ci sarebbero stati i miei artigli a strappargli la carne nettamente, ma le ali che avrebbero spinto lacerandogliela da dentro. E io, che l'ho provato sulla mia pelle, l'ho provato quel dolore, ed è stato infernale.
La vedo sciogliersi un po' su se stessa, un po' alla volta mentre il turbine d'aria che l'avvolge diventa sempre più forte.
Si distende e apre gli occhi tenuti chiusi fino ad ora. Un fascio di luce rossa la circonda. Demone superiore. Se il fascio fosse stato viola sarebbe figlia di un demone nobile, quindi comune in parte. Ma lei è più potente.
La luce che emana diventa troppo forte per i miei occhi e sono costretto a coprirmeli con le mani.Ad un certo punto tutto si blocca: l'aria si è fermata, il cielo è ritornato azzurro limpido e la luce è quella di prima.
Alzo lo sguardo da terra e la noto sospesa in aria cin le braccia aperte e la testa all'indietro.... Le sono spuntate due ali magnifiche; nere come la pece e con i riflessi dorati e argentati. Sono maestose e anche se non superano di grandezza le mie, sono enormi.
Le sue ali si racchiudono attorno a lei. - Sta per precipitare!- mi urla Andrew.
Con uno scatto fulmineo sono sotto di lei e un attimo dopo me la ritrovo svenuta on braccio.
La porto vicino alla sorgente e la stendo sull'erba delicatamente.
Ho paura che da un momento all'altro si possa spezzare.
Gli distendo le ali così che posso di nuovo vedere il suo bellissimo viso.
Ha le guance tutte arrossate, le labbra screpolate e hanno un taglietto trasversale dove prima si mordeva.
Ha la schiena piena di sangue, quindi decido di andare a cercare un'erba che il mio maestro mi ha insegnato ad usare per curare le ferite.
Non mi allontano troppo e tengo tutti i sensi in allerta per verificare che non sia in pericolo.
Appena la trovo mi fiondo di nuovo sul laghetto e la ritrovo nell'esatto punto in cui l'ho lasciata fortunatamente.
- E secondo te come faceva ad alzarsi scusa?-
- Zitto-Mi avvicino lentamente e la prendo in braccio per adagiarla di nuovo a terra sedendomi.
La tengo su con una mano mentre con l'altra gli sciacquo le ferite sulla schiena togliendo il sangue anche sulle punte delle ali.
Le sussurro parole dolci per confortarla ma soprattutto perché mi sento tremendamente in colpa per non averla avvertita.
Dopo aver finito di sciacquare le ferite e le ali le stendo il miscuglio di erbe che avevo preparato e da subito la ferita lo assorbe per andare lentamente a cicatrizzarsi...
La stendo sulle mie gambe con la faccia sul mio petto e le accarezzo i capelli teneramente.
Non mi riconosco più.
Poche settimane fa avrei gioito per il dolore altrui e ora mi ritrovo qui, con questa ragazzina tra le braccia, coccolandola e curandola.
Tiro un sospiro.
-Cosa mi stai facendo piccola tigrotta- le dico sussurrando e appoggiandosi al masso prima di cadere in un pesante sonno.
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•°Ice Eyes°• [INCOMPLETA] :(
FantasyLei sapeva di non essere normale, o almeno, ci sperava con tutto il cuore. Ma la sua vita, nonostante fosse ricca di pazzie , rimaneva sempre monotona...fino a quando; un ragazzo, pieno di se e dalla alta virilità, cercando di trovare la prescelta d...