•Paragrafo 69•

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•sophia's pov

Continuai a sferrare artigliate, contro quel vetro tanto invisibile quando impenetrabile, un muro liscio e cristallino che bloccava ogni mio singolo tentativo di avvicinarmi a lui. Un ruggito soffocato uscì, la gola in fiamme mentre una lacrima di rabbia solcava il mio zigomo. Avevo corso, freneticamente, li avevo riconosciuti da lontano e le mie zampe quasi non avevano toccato il terreno mentre cercavo di raggiungere il branco; le fredde rocce appuntite erano spuntate solo quella mattina mentre mi lasciavo alle spalle la fitta vegetazione diventata sempre più secca e arida.
Guardai il cucciolo alla mia destra mentre si leccava la zampa posteriore, ferita nella corsa.
Mi scusai, avvicinai il mio muso al suo mentre mi davo della stupida per essermi dimenticata della sua presenza e averlo fatto correre su un terreno non adatto alle sue ancora fragili zampe.
Mi leccò un orecchio e, alzandosi sulle zampe, iniziò a zoppicare verso il perimetro del tanto famoso Castello di Ghiaccio.
Non che ci fosse un cartello con su scritto: benvenuti a ghiaccioland.
Ma mi era facile pensare che le mura di pietra chiara, dotate di quella leggera sfumatura azzurra e la superficie scrivolosa quasi trasparente, potesse essere ghiaccio. Materiale fragile se non messo nell'insieme, reso impenetrabile sicuramente da qualche magia.

Seguii con lo sguardo Logan. Lo vidi cercare di scavare il terreno richiamandomi.
Mi avvicinai a lui con circospezione; socchiusi gli occhi cercando di focalizzare dell'energia verso quel punto chiedendomi se fosse possibile che ci fosse la possibilità di entrata.
Karma o meno, analizzando con il Dono il perimetro, mi resi conto del fatto che lo strato di ghiaccio e pietra, in alcuni punti, fosse più sottile.
Continuai a camminare qualche metro, fino a quando non trovai quello che cercavo: lo spessore più piccolo.
Decisi fosse arrivato il momento di prendere sembianze umane, o almeno da demone; vista la situazione mi sarebbe tornato utile poter sferrare scariche di energia in quel punto.
Avevo paura. Non mi trasformavo da quel giorno. Giorno che non avrei dimenticato tanto facilmente, nonostante fosse un qualcosa che avrei dovuto superare.
Inspirai per poi rilasciare il fiato trattenuto trasformatosi in una nuvoletta di calore che andò a disperdersi nell'ambiente.
Ce la posso fare. Mi dissi.
Diedi un'ultima occhiata al cucciolo che mi fissava di rimando incuriosito.
Rincuorata dal suo sguardo chiusi gli occhi, mi concentrai sulla luce arancionata che conoscevo bene e di cui tenevo il timore, la accarezzai, ne palpai il calore fino a prenderne coscienza. Incanalai tutta quella forza dentro di me. Salutai la mia tigre ringraziandola e la trasformazione iniziò.

È la peggiore tra tutte. Non solo da animale sarei dovuta trasformarmi in essere umano, ma avrei dovuto iniziare e fermare a mezz'aria la trasformazione da demone visto che le ali mi avrebbero solo intralciato. Di conseguenza sarei dovuta stare attenta a non oltrepassare il limite.

Sentii le ossa scricchiolare, spezzarsi come sempre per poi ricostruirsi in uno scheletro umano, rimpicciolirsi e affondare nei tessuti che le avrebbero ricoperte. Sentii i canini allungarsi, gli occhi bruciare e la schiena raddrizzarsi.
Ancora in ginocchio stetti immobile, totalmente assorta dal mio demone, sentivo liberarsi la sua presenza, come se un filo si riallacciasse dentro di me dopo tanto tempo.
-Mi servi...-
Le sussurro.
-Allora fammi uscire - mi rispose acquistando superficie ed intrecciandosi all'anima.
- Ho bisogno di te ma ho bisogno anche di me stessa. Riusciamo ad andare d'accordo una volta tanto? - le dico poi.
- Dipende da ciò che vuoi - .
- Voglio il potere... mi serve l'energia ma mi serve anche essere cosciente. Ti chiedo di fare a metà e ti prometto che finito tutto ciò e ritornate a casa ti darò spazio per poterti sfogare - mi portai una mano al petto mentre la mia pelle si riempiva di venature rossiccie.
La sentii lamentarsi e pregai mentalmente che capisse la situazione, non avevo per nulla intenzione di combattere anche con lei oggi.
- Capisco...una promessa è una promessa - dichiarò prima di liberarsi in una risata cristallina che uscì direttamente dalla mia gola.
Piccole corna si formarono vicino all'attaccatura dei capelli che si sciolsero lunghi e spettinati sulle mie spalle.
Le unghie si colorarono di nero, appuntite e pericolose.
Alzai lo sguardo verso il muro del castello, l'immagine di una ragazza si stagliò sulla superficie liscia. Un occhio rosso come il sangue, l'altro oro come il più prezioso dei gioielli.
Il tigrotto abbassò le orecchie intimidito, mostrando le piccole zanne.
Gli sorrisi, conscia del mio aspetto poco rassicurante e del fatto che fossi anche piuttosto nuda.
E ora come diavolo faccio!
Non avevo tenuto conto di quel piccolo dettaglio.
Ad un certo punto sentii del calore coprirmi il corpo, vidi la peluria bianca intarsiata di macchie azzurrognole farsi spazio sulla superficie nuda e ricoprirla come scaglie.
Ringraziai con tutto il cuore la mia tigre.
- Bah, pelliccia. Perché proprio bianca poi? - chiese il demone.
- Preferisci girare nuda? - le dico ad alta voce senza poi ottenere alcuna risposta.
La mia voce...da quanto tempo non la sentivo. Mi schiarii la gola cercando di renderla meno roca, inutilmente.
Mi alzai in piedi traballante, non avevo ancora idea di come poter distruggere quell'entrata.
Mi voltai verso Logan.
- Idee? - gli chiesi incrociando le braccia al petto.
Scrollò il muso ancora stranito dalla mia nuova forma.
- Va bene, vorrà dire che potrai utilizzare l'energia a tuo piacimento - dissi dentro di me per farmi sentire da lei.
La sentii sorridere compiaciuta e in un attimo mi ritrovai in aria mentre dalle mie mani iniziava a formarsi una sfera di energia rossa, la plasmai a mio piacimento fino a farla diventare grossa quanto una palla da basket e incisi con un artiglio un simbolo, una specie di runa. Ogni linea creata forava materialmente quell'oggetto estraneo ormai da troppo tempo al mio corpo.
- Non fare troppo casino...-  cercai di dire un attimo prima di lanciare l'energia addosso al muro ghiacciato.
Mai che l'avessi detto.
Il terreno circostante tremò facendomi traballare una volta atterrata sulla roccia.
Presi il cucciolo fra le mie braccia mentre, come se fosse una piccola stella di calore, l'energia iniziò a sciogliere lo strato più sottile della parete; mi coprii gli occhi per evitare la luce abbagliante che si stava creando a causa della collisione tra i due materiali e aspettai.

Pochi attimi e tutto finì, davanti a me si stagliava un corridoio buio nel quale, però, vi era un'uscita, o possibilmente, la nostra nuova porta d'ingresso.

Cheeee ne dite?
Spero che i capitoli vi piacciano!
Se avete commenti su come migliorare, in generale, sono ben contenta di riceverli!
Buona giornata!
Acida

•°Ice Eyes°•  [INCOMPLETA] :(Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora