Capitolo nº40

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Quando mi sveglio cerco di scendere dal letto, ma un peso mi blocca proprio sul petto e poi sull'addome. Guardo in basso e trovo Zayn che dorme beatamente con la testa sul mio petto, l'addome sul mio e le gambe di lato. Lo vedo dormire con le labbra socchiuse e i capelli disordinati e non posso fare a meno di sorridere e accarezzargli i capelli, mentre ricordi di qualche ora fa mi inondano la mente. Appena lo tocco spalanca gli occhi e mi guarda alzandosi subito. Dovevo stare ferma.

«Ehy...prima non volevo addormentarmi, solo che tu stavi piangendo mentre dormivi e io...» si gratta nervosamente la parte anteriore del collo.

«Non ti preoccupare Zayn.» gli sorrido alzandomi e sistemando il copriletto bianco.

«Vuoi parlare di quello che è successo a tua nonna?» la paura nella sua voce per il timore di dire qualcosa di male e che potrebbe ferirmi.

Sento che se gli racconto tutto scoppio di nuovo, quindi non voglio entrare nei dettagli.

«Ha avuto un infarto e ora è morta» faccio spallucce e approfitto del fatto che gli do le spalle e che non può vedere per raccogliere una piccola lacrima calda che cade dal mio occhio destro.

«Ah...mi dispiace...Ci vediamo domani, ora devo andare a prendere mia sorella da una festa,  ciao» mi abbraccia forte facendomi girare per abbracciarlo meglio.

Usce dalla mia camera e tiro un sospiro di sollievo quando sento la porta chiudersi delicatamente. Prendo il mio cellulare dal comò e lo sblocco trovando il messaggio aperto e non posso fare altro che leggerlo e rileggerlo, fin quando mi stanco di tutto e lo elimino mettendo il cellulare nella mia tasca.

Vado in cucina per prendere un bicchiere d'acqua e vedo che non c'è nessuno in casa, meglio così. Prendo un bicchiere e ne verso un po' d'acqua dal lavandino, portandolo successivamente alla bocca e ne bevo qualche sorso. Un'ombra misteriosa mi appare davanti agli occhi, sulla parete del corridoio e urlo, facendo cadere il bicchiere, rompendolo e occupando il pavimento avanti a me di piccoli pezzi di vetro.

«Liam! pensavo non ci fosse nessuno» mi metto una mano sul cuore che corre a una velocità irraggiungibile.

«Jade...anch'io lo credevo, mi ero addormentato e gli altri sono usciti» dice con la voce ancora un po' rauca a causa del sonno e si strofina gli occhi.

Passano alcuni secondi di silenzio, nessuno dei due sa cosa dire, siamo immobili. Mi ricordo dei pezzi di vetro a terra che ho creato facendo cadere il bicchiere per lo spavento. Prendo uno straccio per asciugare l'acqua e poi una scopa per eliminare i pezzettini.

«che ti ho fatto?» chiedo interrompendo il silenzio che si era creato, abbastanza imbarazzante. Dal cipiglio che si forma sulla sua fronte posso capire che non ha compreso.

«Dalla lite nella pizzeria sei freddo con me e alcune volte neanche mi calcoli. Ho fatto una cavolata e ci sono stata malissimo ma speravo che almeno tu mi saresti rimasto accanto. So che Hermione è più importante di me per te, ma questo atteggiamento non me l'aspettavo.» rilascio un respiro che non sapere neanche di star trattenendo.

«So che mi sono comportato da completo idiota nei tuoi confronti e mi dispiace davvero tanto. Tu non sei meno importante di Hermione, o meglio sì per un fatto, ma voglio molto bene anche a te; solo che con Hermione ho vissuto il 70% della mia vita e io l'ho vista crollare per sua cugina, come anche quando l'ho vista prendere la sua vita in mano e farla salire, l'ho vista ripartire con tutte le mie forze e mi ha dato molto fastidio quando ho visto che tu hai usato questa cosa della cugina per attaccare qualcuno...Nessuno ha mai osato parlare di questo perché non volevamo farlo ricordare ad Hermione, Louis e un po' tutti gli altri. Anche se Louis deve sentirsi male.» ammette.

Da una parte mi sento male perché sto ricordando tutto quello che ho fatto con due semplici frasi, tutto quello che ho risvegliato nell'animo di tutti, soprattutto alla ragazza che ha sofferto più di tutti; mentre dall'altra parte mi sento un po' meglio perché sto chiarendo con Liam.

«Oltre Hermione, voi altri eravate molto legati a Miley? Parlami di lei.  » chiedo inconsciamente sedendomi alla sedia davanti al tavolo. Voglio sapere quante più cose possibili di Miley.

Un sorriso dolce compare sul suo volto quando guarda il pavimento, ricordando forse tutti i momenti che loro hanno passato insieme, ma poi questo sorriso svanisce subito quando, probabilmente, si rende conto ancora una volta che lei non c'è più.

«Si, davvero tanto..Eravamo come una famiglia, ovviamente alcune volte c'erano dei litigi come in tutte le famiglie, ma un sorriso, una risata, un abbraccio e tutto si risolveva. Lei era solare, divertente e crollava solo quando era troppo stanca di soffrire. Forse non ci crederai, mai le assomigli così tanto. Forse per questo tutti abbiamo legato velocemente con te.» dice sedendosi di fronte me.

Non posso evitare di sentire un vuoto al petto quando usa 'era, eravamo..'. Mi da molto fastidio il fatto che lui abbia detto che i ragazzi si sono legati a me velocemente solo perché gli ricordo Miley. Mi da fastidio essere paragonata a qualcuno che peraltro ora non c'è neanche più. Se io fossi morta preferirei essere ricordata come sono io e non come la ragazza che assomiglia ad un'altra; perché tutti, qui o là, siamo diversi e quindi fare paragoni è veramente inutile.  Cerco di nascondere la mia disapprovazione per i paragoni perché non mi sembra proprio il momento di tirare in ballo una cosa del genere.

«E Louis...?» chiedo vaga. In realta non voglio sapere cosa ha fatto o cosa provava lui per lei, ma le parole lasciano le mie labbra senza che il mio cervello possa valutare.

«Lui l'ha uccisa. Lei lo amava e lui  l'ha solamente distrutta e portata alla morte.» mi risponde acido, alzandosi di scatto e andandosene nel corridoio e, presumo, nella sua stanza.

'Lui l'ha solamente distrutta e portata alla morte'

'Lui l'ha uccisa'

'Lei lo amava' ecco le uniche frasi che riempiono la mia mente mentre rincorro Liam.

Brave - fight for You {#Watty2016} IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora