Capitolo n°83

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"Perchè restare, restare soli fa male anche ai duri, loro non lo dicono, ma piangono contro i muri."cit.

-Jade's pov-

L'aria gelida londinese mi colpisce il corpo, provocandomi un brivido che mi percorre la schiena. Mi hanno "cacciato" dall'ospedale, visto l'orario. Non ho saputo niente di Louis, i pochi medici che uscivano ed entravano nella stanza mi dicevano solamente che, non essendo un parente stretta, non potevo sapere niente.

Marco non mi ha rivolto parola; da quando ha sussurrato quella frase, è andato via. Un bambino mi passa davanti, facendomi bloccare sul colpo per evitare di cadere; ride e corre a braccia aperte, per l'equilibrio e, prima che io possa fare qualcosa per aiutarlo a rialzarsi da terra, lo fa da solo e continua a correre. Mi giro per vedere verso di chi e trovo il piccolo avvolto tra le braccia di un uomo che penso sia il padre.

Penso a quante volte l'ho fatto io con l'uomo che ritenevo essere mio padre, poi invece scopro che non lo è e, così, di punto in bianco, mi ritrovo le pagine della mia infanzia passate con quell'uomo, cancellate con le orme sulla sabbia dopo che ci è passata sopra un'onda.

"Mi scusi, ci può fare una foto?"

I miei pensieri sono interrotti da una donna dai lineamenti orientali che picchietta le sue dita sottili e pallide sulla mia spalla.

"Ehm...certo." sorrido e prendo la piccola macchina fotografica che mi porge il ragazzo accanto alla ragazza che mi ha distratto dai miei pensieri.

La coppia si posiziona davanti al London Eye che noto solo ora e rimango inerme davanti all'enorme ruota panoramica illuminata e attiva. È fantastica. Mi ricordo della foto che scatto senza neanche prestarci molta attenzione, giusto per sbrigarmi e guardare meglio l'attrazzione londinese.

"Grazie." mi ringrazia la ragazza, spostandosi i capelli lunghi e lisci, color nero corvino, dietro le spalle con un semplice ed elegante movimento della mano, mentre prende la macchina fotografica dalle mie mani e osserva la foto.

Faccio due passi verso l'enorme ruota panoramica e alzo lo sguardo, seguendo il movimento antiorario di una delle attrazioni più famose al mondo.
Non permetto alla suoneria del mio cellulare di distrarmi dallo studiare l'attrazione, così lo estraggo dalla mia tasca senza distogliere lo sguardo dall'insieme di luci colorate e rispondo senza neanche leggere il nome di chi mi chiama.

"Salve!" urla la ragazza nel microfono, facendomi strizzare gli occhi per il forte rumore.

"Ciao, cosa c'è, Herm?" chiedo, allontandomi dal gruppo di ragazzi che, ridendo e scherzando, stavano alzando un po' troppo la voce, tanto da non farmi capire niente.

"È un po' tardi e volevo sapere dove ti trovi, noi siamo fuori e volevamo andare a mangiare fuori, al ristorante italiano, l'unico a Londra, ci stai?" mi chiede e sento Niall dietro che urla a Liam:" Liammo, pizzaa!!" e Liam che urla e posso immaginarlo correre con Niall dietro.
Mi farebbe bene uscire un po' con loro, magari potranno mostrarmi un po' di questa città a me ancora un po' ignota, così accetto e ci diamo appuntamento al ristorante italiano che, fotunatamente, si trova alla mia destra.

-Hermione's pov-

Chiudo la chiamata e rimango a fissare lo schermo del mio cellulare che indica che la chiamata è terminata. Sono rimasta sorpresa, non era energica come al solito, sembrava come se stesse sussurrando al microfono.

"Tutto bene?" Liam si avvicina a me e mi stampa un piccolo bacio dolce sulla guancia, accarezzandomi il piccolo punto umido lasciato dalle sue labbra.

"Sì, solo che era...strana..." sussurro guardando in avanti a me e mettendomi il cellulare nella tasca del giubbotto. Lui allunga un braccio sulle mie spalle e mi stringe a lui, facendomi sembrare minuscola e indifesa tra le sue braccia.

Brave - fight for You {#Watty2016} IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora