Capitolo n°65

1.7K 36 2
                                    

"L'importante è sorridere alla vita, anche se sai che questa ti sta già tradendo." cit.

-------------------

POV di Jade

Ed è così che, molte volte, non sai cosa fare, non sai se abbracciare la persona che ti dovrebbe amare più di se stesso, oppure urlargli contro per averti voltato le spalle. Non sai che fare ed è questo il momento nel quale ti chiudi in te stesso, ed è come se ti chiudessi in un guscio per non soffrire, come quando, dopo aver guardato il sole, strizzi gli occhi e rimani così perché ti fanno male, e solo quando non ti fanno più male, li apri, ma non vedi benissimo.

"No no, non è possibile, lei non è mia figlia." le parole di Marco risuonano nella mia mente e io rimango lì a fissare il vuoto. Lui è mio padre? No, mio padre è morto, mio padre non c'è più, ne sono sicura. L'ansia mi assale e varie domande vagano senza meta nella mia mente; domande senza un inizio e senza una vera e propria fine.

"No..." un piccolo sussurro usce dalle mie labbra e guardo Micheal. Sta guardando Marco a occhi stretti, come se gli volesse comunicare qualcosa con lo sguardo. È come se la confusione pesasse qualcosa, pesasse chili e chili e questo peso viene buttato del tutto sulle tue spalle e le tue gambe iniziano a tremare. La confusione di non sapere cosa fare, la confusione quando non sai se sorridere perché stai per aiutare una persona che tu, anche se incosciamente, vuoi bene, oppure urlare contro all'infermiera, urlare che le analisi sono sbagliate. Non sai che fare e puoi solo annegare nella confusione che ti circonda.

"Signore mi scusi, ma penso che le analisi parlino chiaro." l'infermiera muove la analisi per aria e sento le gambe iniziare a cedermi, si piegano da sole. Sto per cadere, quando le braccia di Micheal si avvolgono attorno alla mia vita e di punto in bianco mi ritrovo gli occhi di tutti su di me e le braccia di Niall che cercano di tirarmi su dai gomiti. Tutto è opaco, come un prato secco, come i fiori secchi, tutto sembra aver perso senso. Che senso potrebbe avere correre sul prato d'estate per sentirsi freschi quando il prato in primo luogo non lo è? Che senso potrebbe avere continuare a sentire cose che sai non essere vere? Che senso ha vivere sapendo di morire? Nessun senso.

POV di Micheal

Jade si gira verso di me, dopo che un minuscolo verso strozzato, che non sono riuscito bene a capire perché ero troppo preso a guardare cosa stesse succedendo in quella hall, ed era pallida, estremamente pallida, era come se volesse urlare e piangere, ma era come se la voce non le uscisse. In un attimo la vedo come cadere, così le circondo la vità con le braccia, cercando di tenerla ferma e in due secondi anche in ragazzo biondo con gli occhi color cielo si avvicina a noi e cerca di prendere Jade dalle braccia. Ha chiuso gli occhi e la sua guancia è pressata contro il mio collo e sento qualcosa di caldo percorrermi questa parte del corpo: una lacrima, una sola lacrima che per me vale più di mille parole.

"Ragazzi attenti, poggiatela sul divano, svelti!" è l'allenatore dei ragazzi e presunto padre di Jade ad invitarci in preda al panico di far stendere Jade, mentre indica il divano dietro di me. Forse è svenuta perché ha fatto il prelievo e questo le ha preso molto sangue e ora, venendo a sapere così che forse ha un padre, l'ha fatta sentire male. Ecco l'unica spiegazione che trovo quando la poggio sul divano e le tolgo una ciocca di capelli dal viso. Jade sveniva spesso alle superiori, è una ragazza molto suscettibile e quando le succede qualcosa di inaspettato e/o brutto, le viene un calo di pressione e sviene. La madre l'ha fatta visitare da molte dottoresse e anche molti dottori e tutti le hanno prescritto una pillola che però non fa nessun effetto.

"Andiamo ragazzi, portiamola in infermeria!" urla l'infermiera e ci avvicina una barrella vuota, dove poggiamo il corpo di Jade che non si muove, sono agitato e le mani mi tremano mentre la sollevo delicatamente per paura di farle male. E' una ragazza davvero molto sensibile e quando la vedo così per me è come una falfala che vorrei tenere in mano, ma ho paura perché potrei stringere anche leggermente la mano e farle del male. Inizio a spingere la barrella abbastanza velocemente, ma l'infermiera mi spinge dicendomi un semplice: "Voi ragazzi siete così lenti!" e corre letteralmente all'interno di una stanza e quando entra, sbatte la porta in faccia a me e Niall che indietreggiamo.

Brave - fight for You {#Watty2016} IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora