Capitolo n°75

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"Sembrava freddezza mista ad acidità, ma io preferivo chiamarla per quella che era davvero: paura di affezionarsi e di ritrovarsi di nuovo un buco vuoto che faceva male nella propria vita, una di quelle mancanze che si sentono troppo e non se ne vanno facilmente." cit. conaffaffettovafanculo

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-Hermione's pov-

E' passata 1 ora da quando ho parlato con Jade, l'ho costretta ad andare a mangiare qualcosa, visto che non mangiava da questa mattina e si sentiva girare la testa. Il venticello è rilassante contro la mia pelle e chiudo gli occhi, lasciandomi trasportare dal movimento delle masse d'aria. Ho sempre vissuto la vita così, o almeno la maggior parte delle volte è stato così, non mi visto cosa e chi mi corcondava, ho pensato semplicemente a divirtirmi, ma anche in quel caso mi insultavano, come facevano se ero triste e chiusa. La gente ha saputo solo giudicarmi e io? Io ci stavo male, fin quando non ho cominciato a essere più fredda, era come se avessi un'armatura che rinchiudeva il mio cuore, ma questo non funzionò molto, mi ricordo ancora le notti in bianco a fissare il soffitto, sperando che i ricordi abbandonassero la mia mente.

Mi sono sempre chiesta perché la gente insulta? Cosa ci ricava? All'inizio l'"ammirazione" degli altri, ma poi, cosa rimane dentro? Niente, il vuoto più totale. Io ho insultato, e ogni giorno, ogni singolo giorno, vorrei tornare indietro per dire alla me del passato di stare ferma, dirmi che le parole sugli altri possono far male esattamente quanto lo fanno su di te; ma non si può tornare indietro, bisogna solo convivere con quel senso di colpa.

«Eccoti a guardare sotto, proprio come facevi a scuola, con i gomiti sul davanzale della finestra, con lo sguardo perso...» mi giro lentamente senteno la voce, che già riconosco. Il ragazzo mi sta esattamente dietro con le mani nelle tasche e gli occhi fissi sul mio viso. «Scommetto che è successo qualcosa.» dice.

«Mi conosci abbastanza bene.» dico, rivoltandomi verso il panorama. Non voglio parlare con nessuno, non importa che è Liam, potrebbe essere anche un castoro gigante, vorrei stare comunque da sola.

«Direi di sì...vuoi dirmi cosa è successo?» mi chiede venendo accanto a me, incrociando le braccia sulla ringhiera e guardandomi. Il suo sguardo mi sembra caldo, troppo, forse perché sono abituata a guardare il gelo quando mi guardo negli occhi, allo specchio.

«Liam, vorrei restare da sola se non ti dispiace, sai come sono, non mi è successo nulla di estremamente male, mi gira solo la testa, vai da Louis.» gli dico, cercando di alleggerire come si sente, perché so come è e sono sicura che ora si starà facendo come dei complessi mentali per me. "Si è svegliato." gli dico, per poi farmi risucchiare in quel vortice senza emozioni che ormai mi ha ingerito da tempo.

-Liam's pov-

La capisco, è successo qualcosa, non importa cosa, non importa quando, ma è successo qualcosa . Voglio restarle accanto, dirle che io ci sono, ma come faccio se lei mi mente dicendomi che le gira la testa e che non è successo niente e che vuole restare da sola. Devo ancora metabolizzare il fatto che Louis si è svegliato, la mia testa è un miscuglio di sensazioni.

«Ok io vado, se mi vuoi, chiamami.» le dico e lei annuisce, senza spostare lo sguardo dalla strada sotto di noi.Mi avvicino per darle un bacio, ma  lei mi scanza, spingendosi all'indietro,  tenendo le braccia tese e le mani strette attorno alla ringhiera.

'È solo triste.' continuo a ripetere a me stesso, indietreggiano lentamente verso la grande porta in ferro.

Fa male il fatto che la persona più importante della tua vita ti respinga, in quel momento non importa il fatto che questa persona può non star bene, tu pensi solamente che ti ha rifiutato.

«Ciao.» dice senza spostare lo sguardo dal vuoto. Non c'è alcun sentimento dietro la dua voce, ma vedere cerco di convincermi che lei fa così solo perché è stravolta dagli eventi, mentre mi avvicino a passi svelti alla camera di Louis.

Non sono affatto sorpreso del fatto che si è svegliato, lo sapevo, perché Louis ha superato tante cose, davvero molte cose che l'hanno trasformato in quel ragazzo che è ora. Louis non è lo stesso ragazzo di qualche anno fa, lui è cambiato e non è il ragazzo ricoverato.

Sento delle urla provenire dalla stanza 333, ossia quella di Louis, riesco a riconoscere la voce di Harry, più rotta del solito, quasi come se si stesse trattenendo dallo scoppiare a piangere, Louis è quello che urla di più, ha la voce diversa da quando urla di solito. Mi avvicino alla porta per ascoltare meglio, ma appena attacco il mio orecchio alla porta, questa si apre, spingendomi e facendomi cadere a terra.

La mia schiena tocca fortemente il pavimento freddo e chiaro e un dolore lancinante mi colpisce la spina dorsale, facendomi emettere un verso di dolore e strizzo instintivamente gli occhi. Mi porto lentamente una mano alla schiena mentre mi alzo, appoggiando una mano sul muro per sostenere il mio peso.

«Oddio Liam scusami, sono un disastro, un fottuto disastro!» urla Harry prendendo il mio braccio e mettendolo sulle sue spalle. Vorrei dirgli che va tutto bene e che non deve preoccuparsi, ma la mia voce si rifiuta di uscire, così mi limito a sorridergli, limitandomi ad alzare un angolo delle labbra.

«Scusami tanto fratello.» mi dice e mi fa toccare il materiale plastico della sedia con le ginocchia, segnalandomi la presenza di essa e invitiandomi a sedermi.

«Calmo Harry, è colpa mia.» sussurro, con la voce che quasi mi si rompe quando il punto delle schiena che ho battuto, tocca lo schienale rigido della sedia.

«No Liam, è colpa mia che ho aperto la porta con  troppa forza.» sussurra, accarezzandomi la scapola.«Aspettami, vado a prendere del ghiaccio.» fa per alzarsi, ma io lo blocco dal polso per farlo girare.

«Sto bene, non preoccuparti, piuttosto siediti e raccontami cosa è successo.» gli dico e lui si siede. Ho bisogno di saperlo, non perché io sia pettegolo, ma perché devono risolvere qualsiasi cosa dia successa e so che io dovrò aiutarli prerché loro non riusciranno mai a risolvere da soli.

-Jade's pov-

Le mie dita tintinnano nervosamente sul materiale plastico e freddo della sedia. Appena ho finito di mangiare sono andata a chiamare l'infermiera per dirle di Louis, la donna con il camice mi ha risposto gentilmente che sarebbe andata a controllare appena poteva, intanto ho deciso di togliermi un pensiero dalla testa e ora sono qui, seduta sulla piccola sedia in plastica rossa ad aspettare il mio turno. Vorrei sapere qualcosa delle analisi, di questo mio "padre" comparso all'improvviso, ho bisogno di sapere.

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Buon pomeriggio Bravery! Come va? Mi dispiace aver postato tardi il capitolo, ma vi sarete accorte che posto anche gli altri capitoli molto lentamente, questo perché quest'anno ho gli esami di terza media e devo prepararmi, poi ho un altro esame, quello del trinity, il grade 5 che non è facile. Spero di postare velocomente i 29 capitoli che restano per chiudere questa serie. A presto, love you xx.

Brave - fight for You {#Watty2016} IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora