Capitolo nº1

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"Un vincitore è solamente un sognatore che non si è mai arreso."cit. Nelson Mandela.


Le olimpiadi, il mio sogno.
Il giorno che mi avrebbe cambiato la vita è alle porte e non posso fare a meno di sorridere mentre trasporto le mie valige, aiutata da Joel, il mio amato fidanzato; il mio allenatore di nuoto mi saluta per la ventesima volta, augurandomi buona fortuna, mentre mia madre piange interrottamente da quando abbiamo varcato il parcheggio dell'aeroporto.

«Mamma vado a fare le Olimpiadi, non la guerra» le ricordo, sorridendo per la sua dolcezza.

«Lo so... La mia piccola che parte per realizzare il suo sogno... Amore non avere paura, hai tutte le carte in regola per vincere le Olimpiadi» mi dice per la terza volta, tamponandosi le lacrime sugli zigomi leggermente rialzati.

«Lo sa, ha tutto per farcela» il mio allenatore conferma la frase di mia madre, che mi sorride dolcemente e apertamente.

«Mi ricordo quando la cullavo e le cambiavo il pannolino, ora la mia bambina di 18 anni va alle Olimpiadi di nuoto, il suo sogno da quando aveva 5 anni...» la sua voce le si spezza in gola, lasciando nuovamente che le lacrime le solcano il viso.

E' fiera di me, la sua bambina,il che si può benissimo vedere dai suoi occhi e dal sorriso che ha disegnato sul volto; a dirla tutta, anch'io sono fiera di me stessa, sono a un passo dal mio sogno, un sogno che ho da quando sono entrata in quella piscina.

«I passeggeri del volo Canada - Londra sono pregati di avvicinarsi al controllo dei bagagli, completi di passaporto» la voce metallica mi informa che devo andare.

«Ciao tesoro, metticela tutta» dice mia madre, abbracciandomi forte tra i singhiozzi.

«Mamma dai..» le dico un po' ridendo cercando di non farla piangere più, mentre la mia mano le accarezza dolcemente la schiena.

«Buona fortuna,campionessa» mi augura, il mio allenatore, scuotendomi i capelli biondi lunghi come solo lui sapeva fare da quando avevo 6 anni, ossia 12 anni fa. Lui è stato come una specie di fratello maggiore e sono cresciuta praticamente con lui.

Gli sorrido apertamente, risistemandomi i capelli e voltandomi verso Joel, che mi guarda come un cucciolo che non vuole essere lasciato solo, ma sa anche che è il mio sogno, per questo non ha opposto resistenza, anzi, è stato del tutto felice per me quando gli ho dato il mano la lettera delle Olimpiadi.

«Ciao...» Dico, avvicinandomi di qualche centimetro a lui e stampandogli un bacio sulla guancia, che inizia pian piano ad accaldarsi.

«Ciao cucciola» dice, dandomi un dolcissimo bacio casto sulle labbra.

«Ciao...» dico prima di prendere le mie valige e avvicinarmi verso quella che sarà sicuramente una nuova pagina del romanzo della mia vita.

Dopo i vari controlli, mi sistemo sul mio sedile che profuma sorprendentemente di vaniglia. Inspiro fortemente il dolce profumo che calma tutti i miei nervi.

La voce metallica mi informa di mettere la cintura perché la partenza è vicina. Eccola qui, quella piccola paura di star sbagliando, quel piccolo brivido che ti lascia interdetta.

In meno di mezz'ora siamo in volo; mentre guardo fuori dal finestrino, penso a tutto quello che potrebbe cambiare nella mia vita, tutto quello a cui sto rinunciando per 9 mesi per rincorrere il mio sogno di sempre ... non è certo da sottovalutare.

Tutto sta per prendere una svolta diversa, tutto appare come impossibile, come se fosse ancora uno stupidissimo sogno, ma non è affatto così...

Passano alcuni minuti che sembrano interminabili, canzoni che si ripetono nella mia mente anche dopo essere finite, pensieri e troppe preoccupazioni che stanno, ormai, occupando uno spazio troppo grande nella mia mente. I miei occhi si chiudono, lasciando finalmente che i pensieri abbandonino la mia mente e che la felicità e la soddisfazione si facciano largo.

Brave - fight for You {#Watty2016} IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora