Capitolo 6

1.3K 85 93
                                    

1 anno prima

Ansia, soffocamento, trappola,

Ansia, soffocamento, trappola,

Vita di merda.

Parole che si ripetono di continuo nella mia mente.

Tic, tic,tic,tic..

La penna che tengo in mano che continua a sbattere contro il vetro della scrivania.

Guardo fuori, solo Las Vegas sotto di me, oltre la porta gente che lavora, di fronte a me rendiconti da controllare.

Trappola, rabbrividisco al pensiero di ciò che sarebbe potuto succedere se fossi stata ancora al Chaines d'or Lounge quando c'è stata la retata della narcotici.

I miei amici si sono ritrovati su tutti giornali, foto sfocate di loro mezzi svestiti, dell'alcool, delle escort e penso alla scandalo che ho solo sfiorato perché Blake è riuscito a portarmi fuori dal locale in tempo. Da allora ho cercato di rigare dritto, di non rischiare che l'immagine dell'azienda possa essere ancora rovinata dalle mie stronzate, non me lo posso permettere.

Da settimane indosso una maschera che mi sta soffocando, una trappola che si ciba della mia ansia.

L'ansia di non farcela, di non riuscire più a vivere, respirare, essere.

Mi alzo di scatto dalla poltrona, devo uscire, ho bisogno di aria.

Vago per la città senza vederla, la gente mi vede, mi riconoscere, difficile che non avvenga il contrario.

Mi nascondo in un negozio di vestiti usati. Guardo in giro, delle ragazze vestite con minigonne e canotta si divertono a provare delle parrucche. Forse anch'io potrei celarmi, sparire per un po', essere un'altra persona. Senza pensarci compro tutto quello che mi serve e mi cambio, mi guardo allo specchio, ho una parrucca nera lunga, forse dovrei farmi mora, penso.

L' occhio poi mi cade sul seno enorme dentro alla canotta striminzita, sembro una battona.

Sorrido al pensiero di ciò che direbbero le persone che mi conoscono se mi vedessero in quel momento.

-chi se ne frega...- esco, fuggo da tutto.

Entro nel primo bar che trovo, voglio una birra, è da tanto che non nè bevo una.

"Te la posso offrire io?" chiede un tizio accanto a me, "Perché no" rispondo alzando le spalle.

"E questa bella ragazza ha un nome?"

Non ci penso nemmeno "Sky" replico, un nome che per me rappresenta dolore.

"Un bel nome per una bella ragazza" ribatte l'uomo sorridendomi.

I suoi denti sono neri di tabacco e nicotina, di colpo mi accorgo che puzza di sudore stantio.

"E cosa ci fa in un postaccio del genere una ragazza come te?"

"Forse un po' di svago" rispondo io, non so perché lo sto facendo, perché sto dando corda a quell'ubriacone, cosa voglio, perché sono qua?

Non è il mio posto poi ripenso all'ufficio, ai conti, alle sere di gala, al consiglio da amministrazione, ai miei doveri, alle mie responsabilità, alla gente che mi ha tradito, a quella di cui non mi posso fidare, al fatto che negli ultimi mesi la conversazione con questo tizio che mi ha offerto la birra è la più sincera che abbia avuto, la più reale.

"Forse potremmo svagarci assieme" mi sussurra l'uomo avvicinandosi e toccandomi la coscia, il suo fetido alito mi investe. Dovrei andarmene eppure, la reazione di quell'uomo è vera...mi vuole, vuole il mio corpo.

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora