Per le successive tre ore Clarke si lascia trascinare dai lavori, tutti manuali, che le vengono assegnati.
Harper, Maya ma anche i bambini sembrano averla presa sotto la loro ala protettrice facendole quasi da scudo nei confronti degli altri. In quelle ore la giovane ha percepito le loro occhiate a volte curiose, spesso infastidite ma non ha dato loro tempo di attecchire nel suo animo, le ha semplicemente lasciate andare concentrandosi sui lavori da fare.
Un paio di volte ha sentito gli occhi di Bellamy su di sé, altre volte lei stessa lo ha cercato, osservandolo assieme agli altri ragazzi. Affascinata dal suo atteggiamento.
Ha notato come per molti lui sia il punto di riferimento e questo le ha mostrato un Bellamy inedito. Non il distante responsabile della sicurezza che lei ha conosciuto, nemmeno l'uomo appassionato che le ha fatto provare piacere e l'ha fatta sentire viva.
Quando ormai ogni cosa è allestita per la sera, uno spontaneo applauso si leva fra chi ha dato una mano seguito da battute canzonatorie verso l'uno o l'altro volontario. Chiacchiere scherzose di un gruppo affiatato e Clarke si sente realmente partecipe di qualcosa.
Il suo sguardo si sposta da un volto all'altro, molti sono suoi dipendenti e ora non sono più solo facce anonime su un cartellino o una scheda personale ma persone di cui sa qualcosa.
Le sue riflessioni vengono interrotte dalle parole di un ragazzo, lo individua subito in mezzo alla folla, è lo stesso che qualche settimana prima ha detto chiaramente di non volerla fra i piedi: John Murphy.
La sta fissando come se si aspettasse da lei una risposta, che non può dare perché non ha sentito.
Nota che i volti delle persone attorno a lei la stanno osservando divertiti, alcuni con uno strano sogghigno sul volto. Vede Bellamy fare qualche passo nella sua direzione. Clarke si volta confusa verso Harper che la guarda imbarazzata e questo la disorienta ancora di più.
"Cosa succede?" le bisbiglia.
"Di solito quando arrivano nuovi volontari a dare una mano, beh ecco..." comincia imbarazzata Harper "abbiamo questa specie di rito di passaggio, un po' goliardico, mettiamola così"
Clarke corruga le sopracciglia a quelle parole "E..."
"E, niente, dovrebbe fare un tuffo in piscina" risponde contrita Harper.
Clarke la fissa stranita non capendo perché di tutto quell'imbarazzo, si tratta solo di un tuffo in piscina, un pensiero le sfiora la mente "Vestiti giusto?" chiede immediatamente.
"Si certo" risponde sbalordita Harper osservandola per un istante perplessa.
Clarke arrossisce all' idea di ciò che può aver pensato la giovane di lei ma ciò non toglie che non le è chiaro tutto quel disagio per un semplice tuffo in piscina poi capisce: lei è Clarke Griffin e solo questo la mette in una posizione diversa da qualunque altro volontario.
Osserva le persone presenti, legge nelle loro menti come se lo dicessero ad alta voce "Lo farà?" ed è certa che molti di loro nella loro testa risponderanno di no. Lei stessa, solo pochi settimane prima, avrebbe risposto di no ma poche settimane prima non si sarebbe nemmeno trovata là, da allora molte cose sono cambiate.
"È solo un semplice tuffo in piscina quindi?" chiede nuovamente per essere certa che non ci sia altro dietro.
"Si certo!"
Nello stesso istante sente nuovamente la voce di John Murphy "Allora, il grande capo vuole farsi un bagno in piscina?" chiede con un mezzo sorriso sarcastico sulle labbra che infastidisce Clarke più del previsto. Lui vuole che lei fallisca, che dimostri di non essere una di loro.
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All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)
FanficClarke Griffin ha il peso dell'azienda di famiglia sulle proprie spalle, una responsabilità che ha sempre voluto ma non così presto e non nel modo in cui è avvenuto. Pensava di avere il controllo sulla propria vita e conoscerla ma ogni cosa le sta...