Capitolo 29 (parte 1)

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7 anni prima

Apro gli occhi di scatto, tento di sollevarmi seduto, quando un dolore lancinante si irradia in tutto il corpo.

Ritento preso dal panico ma il mio corpo sembra immobilizzato. I miei occhi si muovono freneticamente, vedo sopra di me solo un soffitto grigio chiaro che non riconosco, odore di disinfettante invade le mie narici e un acre sapore di vomito e medicinali nella mia bocca. Dei fastidiosi bip dietro di me mi perforano il cervello. Sono in un ospedale, non capisco come ci sono finito.

Chiudo gli occhi facendo mente locale: l'ultimo ricordo che ho è il regalo che avrei fatto ad Octavia per il suo compleanno, con i commilitoni avevamo organizzato un siparietto comico da mostrarle in videochiamata. Cerco di scavare più in profondità, lentamente emergono altri ricordi, la missione della mattina, ho dato un'occhiata alle coordinate, suonavano strane, non era il percorso di ricognizione solito ma non ci ho penso più di tanto, non vedevo l'ora di concludere quella giornata e tornare nei miei alloggi per spedire il messaggio a O . Vado oltre, ancora non mi spiego perché sono in ospedale, la mia testa sembra farsi più pesante. Sono stanco e, prima che me ne renda conto, sono di nuovo crollato in un sonno profondo. Nell'incoscienza le urla di dolore dei miei compagni avvolgono la mia mente.

ORA

"Ammettilo, le spugnature sono solo una scusa per potermi toccare" esclama Bellamy ridacchiando nella direzione di Clarke. È seduta accanto a lui sul letto, impegnata a rimettere in ordine le cose che ha utilizzato per rifargli la medicazione alla mano.

Quando ha visto il segno violaceo e la carne viva del morso è impallidita, Bellamy era certo che non avrebbe continuato o sarebbe scappata dalla stanza e invece Clarke lo ha sorpreso: preso un bel respiro, con molta cura, aveva spalmato un'altra generosa dose di pomata prima di rifare la fasciatura.

Sorride notando l'attenzione con cui ripone le cose e si apre lo spazio sul comodino per poter appoggiare la bacinella con l'acqua.

Un profondo senso di dolcezza lo invade notando la maglia fin troppo grande che ha rubato in un suo cassetto. Le dona, come i capelli sciolti sulle spalle che creano un'aureola dorata attorno al suo viso alla fievole luce della lampada. Il viso senza trucco accentua la luminosità della sua pelle chiara, sembra più giovane dei suoi 27 anni.

"Non so da che parte partire!" le parole di Clarke interrompono la sua ispezione. Osserva la giovane, il suo sguardo incerto, sembra realmente in difficoltà e questo lo fa sorridere di tenerezza.

"Braccia, collo, spalle, torace e..." comincia a elencare divertito Bellamy "beh, poi dipende da te" termina con un mezzo sorriso "però se vuoi possiamo saltare questa fase e passare al momento in cui tu salirai sopra di me e faremo tanto sesso!" Gli occhi di Clarke che fino a un attimo prima stavano seguendo le sue parole mentre osservava le varie parti del corpo, risalgono sul suo viso, un leggero rossore sulle guance. "Sono venuta per darti una mano e sei ferito..."

"Anche una mano andrebbe bene" la stuzzica.

Il colore della pelle di Clarke si fa subito di un rosso acceso. Bellamy non può fare a meno di scoppiare a ridere anche se questo gli procura una certa dose di dolore. Ama il modo con cui riesce a imbarazzarla specialmente parlando di sesso, un argomento che fra loro ha preso una valenza ben diversa da quella che ha sempre avuto per lei.

La giovane rimane un attimo immobile, la sua bocca che si apre e si chiude un paio di volte, inavvertitamente si umetta le labbra mentre strani pensieri si fanno strada nella sua mente.

Un lieve diniego con la testa "È meglio che cominci e tu.." continua guardandolo negli occhi "Non farti strane idee, niente sesso stasera, non sono venuta per quello"

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora