"Domani sera, dopo che l'accordo verrà siglato, vieni a cena con me?" le chiede. Di nuovo un lampo d'incertezza nei suoi occhi. Si è esposta quando Clarke non ha osato farlo.
La giovane la fissa, annuisce. "Domani, si può fare" risponde prima di uscire.
Osserva la macchina ripartire, rimane ad osservarla mentre si immette nel traffico pomeridiano di Las Vegas, dovrebbe essere un giorno speciale per lei eppure, non capisce perché, sente il vuoto dentro allargarsi nuovamente.
Forse la felicità è un sentimento che non riconosce più, forse ha paura di ciò che è, forse tutto ciò che ha fatto è solo l'ennesima riprova della sua mania di controllo e desiderio di rivalsa nei confronti del mondo.
Il lieve sorriso che l'ha accompagnata per tutto il viaggio e il pranzo ormai scomparso, il malessere che prova non accenna a scomparire, anzi, passo dopo passo, mentre varca gli uffici dell'Arca Investments si fa sempre più pressante.
Oltre la soglia dell'edificio i suoi piedi la spingono in una direzione che ha preso raramente da quando è diventa l' Amministratore delegato della sua azienda, superano corridoi e raggiungono la porta dell'ufficio di Bellamy Blake.
Esita un istante prima di chiedere alla segretaria di Blake di annunciarla, attorno a se gli altri dipendenti la osservano di sottecchi mentre fanno finta di fare il loro lavoro. Come lei, probabilmente, si chiedono cosa faccia lì, normalmente è lei a chiamare nel suo ufficio i dipendenti non va a trovarli nei loro posti di lavoro.
È pronta a tornare indietro, ma questo la trasformerebbe in una codarda e gli altri avrebbero altro materiale per i loro pettegolezzi. Già solo la sua presenza lì è sbagliata ma ormai deve farlo.
"Avverta il signor Blake che sono qui" dice con voce fin troppo tagliente.
La giovane annuisce quasi spaventata da quel tono e dalla sua presenza, si alza dalla sua postazione e si rifugia nello studio del suo capo.
Ne esce poco dopo, dietro di lei c'è Miller che, prima di andarsene le fa un cenno di saluto.
"La sta aspettando" le dice la segretaria lasciandola passare.
La giovane entra chiudendosi la porta alle spalle. Si prende un paio di secondi per osservare l'ufficio di Blake, le pareti, a differenza del suo non sono in vetro e solo una larga vetrata dà sull'esterno.
È più in basso rispetto al suo ufficio, nessuna vista sulla Strip e Las Vegas, nello sfondo gli altri edifici e le cime verdi di alcuni alberi del giardino sottostante che fanno capolino al limitare inferiore della vetrata.
Si avvicina, dimentica per un istante della presenza di Bellamy, osserva verso il basso l'area verde che suo padre ha voluto creare per i dipendenti dell'azienda. È grande e curata. Panchine, prati, alberi e fontane. Una spesa enorme per un luogo come Las Vegas spesso in crisi idrica, ma suo padre è sempre stato così.
"Le piante stanno crescendo rigogliose!" dice l'uomo. Si è alzato e ora è accanto a lei.
La giovane annuisce senza dire nulla, osserva la gente che in quel momento si sta rilassando in quel piccolo paradiso verde.
"La natura credo abbia sempre il potere di portare pace, anche solo per poco.." continua l'uomo.
"Probabile" risponde Clarke, non ricorda più l'ultima volta che si è concessa di allontanarsi da Las Vegas per staccare da tutto.
"Ogni tanto dovresti staccare la spina e prenderti una vacanza..." continua l'uomo come se le avesse letto nella mente.
"E tu dovresti farti i fatti tuoi" risponde piccata la giovane voltandosi verso di lui. Infastidita da quell'atteggiamento quasi paternalistico.
"Perchè sei venuta qui Clarke?" chiede quindi l'uomo, ha notato il suo turbamento da quando è entrata, eppure sa che dovrebbe essere soddisfatta per ciò che sta ottenendo, tutti in azienda sanno dell'accordo. Perché allora è venuta da lui.
La giovane non lo guarda, continua ad osservare l'esterno, il viso tirato.
Ad un certo punto sembra prendere una decisione, si volta verso di lui. "Passerai da me alle 21:00" il suo sguardo è sfuggente e, prima che lui risponda, la giovane si sposta per raggiungere la porta.
"Perché?" si ritrova a chiedere. È una domanda che appare stupida, lo sa perché lei lo vuole eppure non comprende perché faccia così, cosa nasconde che non ha ancora capito.
Clarke si gira verso di lui, lo osserva il tempo di capire se sta parlando sul serio o se si sta prendendo gioco di lei. "Il perché dovresti saperlo, non è questo che dovresti fare?" chiede quindi, lo sguardo che nasconde incertezza, vuole credere che lui le darà ciò che cerca.
L'uomo si avvicina. "Perché non qui allora? Avremmo tutta l'intimità che vogliamo, nessuno ci disturberà." la sua voce si abbassa leggermente, fra di loro alleggiano le immagini di ciò che potrebbe succedere.
Vede la giovane fare un passo indietro, istintivamente lui fa un passo avanti, dietro di lei solo la porta chiusa.
"Non è questo che vuoi?" chiede mentre la sua mano le sposta una ciocca bionda dal viso. Una parte di lui vuole vederla crollare, esprimere per la prima volta a parole ciò che sente, qual è il tormento che la spinge a comportarsi in quel modo. La scruta aspettando una risposta che sa non arriverà.
Gli occhi azzurri di Clarke si fanno più grandi, confusi, impauriti da quello che sta accadendo e in quell'istante l'uomo capisce: lei ha bisogno di mantenere il controllo su ciò che sta succedendo, decidere lei stessa quando e come mostrare le sue debolezze e i suoi desideri. Quando lasciar libero sfogo a quella parte di se che non vuole mostrare. Per un istante vorrebbe forzarla, vederla come l'ha vista la notte precedente quando si è lasciata andare al piacere.
La sua mano scivola oltre la linea del viso e il collo per accarezzarle i seni. Basterebbe così poco pensa, ma non è li per questo.
Si sposta da lei, i loro sguardi ancora legati.
"A stasera allora" il suo tono è deciso, quasi monocorde, nulla che ricordi la sensualità nella voce di poco prima.
La giovane prende un respiro e annuisce lentamente poi, senza più guardarlo in viso, esce chiudendosi la porta alle spalle.
Bellamy osserva pensieroso l'uscio chiedendosi per l'ennesima volta se quello che sta succedendo fra loro non li stia trascinando in qualcosa di profondamente sbagliato.
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All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)
FanficClarke Griffin ha il peso dell'azienda di famiglia sulle proprie spalle, una responsabilità che ha sempre voluto ma non così presto e non nel modo in cui è avvenuto. Pensava di avere il controllo sulla propria vita e conoscerla ma ogni cosa le sta...