Capitolo 30 (parte 1)

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12 anni prima

"Sai che cos'è un bluff Clarke?" mi chiede papà mentre io scruto con attenzione le mie carte.

Ormai sono anni che io e papà giochiamo a poker, alzo gli occhi e lo guardo con una certa sufficienza.

"Certo che lo so!" rispondo stizzita tornando poi a guardare la mia mano.

"E sai come riconoscere quando uno che Bluffa" mi interroga quindi.

Sbuffo infastidita, io volevo giocare non ripassare le regole del gioco.

"Bisogna imparare ad osservare il nostro avversario, vedere come gioca le prime mani, perderne qualcuna per analizzarlo. Ci sono piccoli gesti che fanno capire quando uno bluffa, insomma bisogna imparare a leggere l'avversario. L'ideale sarebbe osservargli gli occhi, sono lo specchio più facile da leggere, ma spesso ci si deve accontentare di altri segnali" continuo con voce monotona stanca di dover ripetere la lezioncina.

"E una volta scoperto il bluff?" chiede quindi.

"Attaccare e distruggerlo, se faremo capire che abbiamo capito il suo gioco lo renderemo insicuro e perderà." Replico sicura. Lo vedo annuire alle mie parole. Del resto mi ha insegnato lui a giocare.

"Sai vero che si tratta di un gioco e che la vita è altro?" mi chiede poi scrutandomi attentamente.

Lo studio a mia volta perplessa.

"Certo che lo so!" rispondo comunque, mica sono la bambina a cui ha insegnato a giocare a poker, un po' la vita la conosco anche se ho solo 15 anni.

Lo vedo annuire alle mie parole.

"Tocca a te" dice tornando a guardare le sue carte.

Lo osservo ancora per un istante. È vero la vita è altro eppure ciò che sto imparando sul poker è molto utile, specialmente osservare le persone e i loro bluff, i loro punti deboli che tentano di nascondere in ogni modo.

"Fall "replico buttando le carte sul tavolo. Ho buone carte ma preferisco uscire dalla mano, è stata una giocata molto strana e forse mio padre stava proprio bluffando.

ORA

"Ecco una cosa che non mi sarei mai immaginata di vedere" esclama Octavia appena superata la porta della stanza.

Bellamy si mette un dito davanti alla bocca mentre con l'altra copre con il lenzuolo le spalle di Clarke.

"Ti dovrai abituare" mormora a bassa voce.

La sorella sgrana gli occhi mentre un lieve sorriso aleggia sulle sue labbra "Come stai?" chiede.

"Bene! Vai di là, arrivo subito." risponde.

Appena la sorella esce lo sguardo dell'uomo viene calamitato dalla giovane placidamente addormentata al suo fianco, la mano di Clarke ancora sul suo torace, il viso nascosto contro l'incavo del suo braccio. Le sfiora i capelli per allontanarli dal volto e poterla ammirare come ha già fatto da quando si è svegliato. Ha sentito la sorella entrare in casa e per un attimo ha pensato di allontanarsi da Clarke ma poi ha scrollato le spalle e si è goduto la calda intimità di quell'abbraccio.

A che pro ormai nascondere ciò che stanno diventando. Ora dovrà solo affrontare l'interrogatorio della sorella e lo sguardo attento di Clarke quando si sveglierà. Ricorda ciò che è successo in nottata, l'intenso piacere che lei gli ha dato.

Istintivamente la stringe un po', delicatamente gli accarezza la guancia, il desiderio di risvegliarla con un bacio, poi desiste. Vuole lasciarla dormire sapendo che al suo risveglio chiederà di certo spiegazioni sulla seconda parte della nottata che non è stata altrettanto piacevole.

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora