Capitolo 3

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CAPITOLO 3

1 anno e mezzo prima

«Nylah, amore, ho bisogno di un abbraccio e un bagno caldo assieme a te » le mie parole echeggiano nella ingresso della nostra casa.

È diventata nostra solo da qualche mese, da quando abbiamo reso pubblica la nostra relazione. Una smorfia mi segna il volto al pensiero dello scalpore che l'annuncio ha fatto. I rotocalchi ci hanno sguazzato sopra per diverse settimane e, ancora oggi, spesso continuano a pubblicare foto di noi.

Lascio cadere le chiavi sul mobile all'ingresso, lancio le scarpe, dove capita. Ho bisogno di bere e perdermi fra le braccia di Nylah, l'unica cosa buona della mia vita che in un attimo è finita nel cesso. «Amore.... » urlo di nuovo, «ho bisogno di coccole » dico, lasciandomi cadere spossata sul divano.

Distrutta, sarebbe la parola giusta.

Quella stronza della Woods è riuscita in un colpo solo a farmi fare la figura dell'idiota di fronte al consiglio di amministrazione, rischiare un intero ramo dell'azienda che si occupa dell'edilizia ecocompatibile e, non voglio immaginare il buco di bilancio nel prossimo semestre.

Sento la rabbia di nuovo assalirmi, vorrei distruggere qualcosa ma non mi calmerebbe, darei potere a quella stronza. Non posso, non voglio pensarci adesso, c'è Nylah, farò l'amore con lei. Mi perderò nei suoi abbracci e domani ripartirò più forte di prima, devo farlo.

La casa però è troppo silenziosa, mi tiro su dal divano e mi guardo in giro, «Nylah?... » nessuna risposta.

Mi alzo in piedi e vado verso la cucina, la casa è un openspace e già dal salotto noto il foglio sull'isola. Lo prendo fra le mani, ricordo di colpo il viso teso di Nylah e il suo sguardo sfuggente nelle ultime. I miei occhi scorrono le parole scritte, le lacrime che cominciano a bruciare.

Per la prima volta ho capito che avrei dovuto chiudere il mondo fuori, che le emozioni mi avrebbero distrutto

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Per la prima volta ho capito che avrei dovuto chiudere il mondo fuori, che le emozioni mi avrebbero distrutto.

ORA

«Avanti » la sua voce è meccanica, la mente concentrata sul monitor. «Signorina Griffin, ehm...ecco le carte che mia aveva chiesto » la ragazza bruna, la nuova segretaria che ha assunto, si avvicina alla scrivania in vetro perfettamente ordinata.

«Maya sai che le pause come le tue denotano insicurezza? » la riprende alzando solo un attimo gli occhi dal computer e dai dati che sta analizzando.

«Si, ...si » risponde la piccola ragazza mora, intimorita dal tono glaciale del suo capo.

«Ecco di nuovo, ti ho scelta perché hai delle grandi potenzialità, sei brava e attenta nel tuo lavoro » le dice la donna appoggiandosi alla poltrona e guardandola «Non devi essere insicura, altrimenti la gente penserà che tu non sai fare il tuo lavoro » conclude fissandola «E tu sai fare il tuo lavoro vero? », vede la giovane abbassare gli occhi mortificata ma le sue mani stringono i fogli stropicciandoli appena. «Stai pensando che sono una stronza! » riprende Clarke, Maya alza gli occhi sorpresa, la donna sorride, un sorriso spento da squalo «Là fuori è pieno di stronzi che ti vogliono distruggere, prima imparerai a non mostrare loro le tue insicurezze prima riuscirai a capire come non farti calpestare. »

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora