Capitolo 9

1.2K 83 27
                                    

8 mesi prima

"No Bell, non tornerò indietro, mi dispiace" sentire quelle parole sono una pugnalata ma lo sapevo che sarebbe successo. Sto per risponderle, dirle che forse potrebbe esserci una soluzione diversa ma, in quell'istante, il cellulare trilla, un messaggio.

Entrambi sappiamo che è Clarke, una smorfia di fastidio si dipinge sul viso di Gina, come posso darle torto. La Griffin è ormai diventata parte integrante della nostra vita come un terzo incomodo. Gina è stata paziente con me, con le mie uscite notturne e nessuna spiegazione.

Non c'è stato giorno in cui avrei voluto raccontarle tutto, mi è sempre stata accanto nei momenti più difficili ma, non posso farlo e questo ha creato un muro fra di noi fino al suo normale epilogo, la separazione.

"Spero che tu riesca veramente a trovare ciò che cerchi Bell e che quella donna un giorno capisca ciò che stai sacrificando per lei" sento le sue braccia avvolgermi in un veloce abbraccio "In bocca al lupo" continua mentre mi scruta. Annuisco, non so nemmeno cos'altro posso dire, ha ragione lei, ho distrutto io la nostra relazione, ho messo al primo posto Clarke e la sua follia piuttosto che lei e ora tutto è finito.

ORA

Ha deciso di raggiungere il lavoro, si farà una doccia e cambierà nel suo ufficio. Spera che cominciare con la routine della giornata lo aiuterà a venire a patti con ciò che sta accadendo.

Odia ciò che è successo con Echo, di essersi ubriacato, di non aver saputo fronteggiare Clarke in un altro modo. Vuole cancellare il patto fatto con lei, a mente fresca, di giorno, gli appare assurdo e privo di senso. Un gioco perverso inutile e deleterio per entrambi. È quasi pronto a raggiungere Clarke nei suoi uffici e dirgli che ha vinto, che quel patto non può andare avanti quando Miller, il suo vice, fa capolino dalla porta dell'ufficio.

"Ehi, Bellamy, un uccellino mi ha spifferato che ti sei divertito ieri sera e una mora ti ha portato a casa!"

"Gli uccellini parlano troppo!" risponde laconico anche se un mezzo sorriso gli increspa il viso. Era chiaro che qualcuno avrebbe spettegolato su quello che era accaduto la sera precedente. Certo, non si aspetta che le notizie viaggiassero così veloci.

"Beh, se eri all'Arkadia significa che la Griffin questa volta ti ha lasciato in pace?" chiede divertito.

Molti dei suoi colleghi sanno che oltre alla gestione della sicurezza per l'azienda, da tempo si occupa personalmente della sicurezza di Clarke.

"Niente vero?" prova di nuovo Miller non ottenendo risposta ma solo uno sguardo severo da parte del suo capo "Ok, non chiedo altro. Comunque mi chiedo come tu faccia a sopportarla".

"È il mio lavoro" risponde Bellamy. È una domanda che tutti con una certa frequenza gli fanno. Specialmente Miller che era con lui quando tutto è cominciato al Chaines d'or Lounge.

Era con lui quando hanno perlustrato i privè del locale prima che arrivasse la retata della polizia. Quando, una volta trovata, lei, mezza ubriacata e quasi nuda, lo ha aggredito verbalmente, insultandolo pesantemente, perché si era permesso di disturbarla nel suo tempo libero.

Era stato Miller ad aiutarlo a sistemare un paio di tipi della sicurezza mentre usciva con una Clarke recalcitrante sulle spalle. Nemmeno quando raggiungevano il parcheggio e i poliziotti facevano irruzione nel locale, Clarke aveva desistito dall'insultarlo e dallo scaricare contro di lui tutto l'odio che provava.

Era stato quell'episodio, che Miller aveva raccontato disgustato ad altri, a segnare l'immagine di Clarke di fronte a tutti i suoi dipendenti, a trasformarla ai loro occhi nella stronza senza rispetto.

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora