Capitolo 34 (Parte 2)

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La mano calda di Bellamy è intrecciata con la sua, stranamente le infonde sicurezza, sa ciò che deve fare: vuole farlo sentire protetto e al sicuro come lui è riuscito a fare con lei mesi prima, durante quella prima notte passata assieme.

Veglierà su di lui come lui ha fatto con lei.

Ferma in quella decisione lo accompagna oltre il soggiorno verso la camera.

La luce della luna e del fuoco ormai morente illumina fiocamente la stanza. Clarke esita un istante, ogni cosa sembra così intima in quel momento, una sensazione ben lontana da ciò che ha provato solo qualche minuto prima, quando si muoveva frustrata fra le lenzuola.

Il suo sguardo, stimolato da quelle parole, si posa su letto.

Luce, o penombra.

Alza il viso verso Bellamy, la sta osservando, anche alla luce soffusa vede il suo sguardo, il luccichio nei suoi occhi, il pollice della sua mano sfiorare la pelle del polso.

Un brivido le corre lungo la schiena, vorrebbe avvolgerlo nel suo calore, ma questo significherebbe per entrambi perdersi nella passione e non ritrovarsi.

Scuote la testa per scacciare quel pensiero, districa le sue dita da quelle di Bellamy e si avvicina alla lampada. Con un sospiro appena percettibile l'accende.

La luce a basso voltaggio illumina la stanza, scacciando le ombre e i pensieri che, per alcuni attimi, l'hanno rapita.

"Se vuoi darti una rinfrescata, di là c'è il ba..." in quel momento si accorge che i pantaloni di Bellamy sono sporchi di polvere, il suo sguardo corre prima alle sue mani, poi alla propria mano.

"Tu sanguini!" alza gli occhi verso di lui "Cos'è successo?"

Bellamy la guarda perplesso poi alza le mani e le osserva. "Non è niente, ora le vado a lavare".

"Ma devono essere disinfettate, pulite"

"Non serve ti assicuro"

Clarke si stringe le labbra, sentendosi impotente, mentre Bellamy si dirige verso il bagno.

"Mi sporcherai le lenzuola così.." tenta.

Il ragazzo, ormai di spalle si ferma, prende un profondo respiro poi annuisce prima di superare la soglia del bagno.

Lascia che l'acqua scorra sulle sue mani, le osserva senza sfiorarle. Troppi pensieri, troppe cose, non ultimo il gesto di Clarke e il desiderio di perdersi in lei per non pensare più nulla.

Fuggire nascosto dentro di lei.

Un doloroso sorriso si trasforma in smorfia sul suo viso. Ogni cosa sembra fuori posto in quel momento.

Il sommesso bussare alla porta lo trascina vai dai suoi pensieri: non può rimanere lì.

Non ancora.

"Arrivo" dice ad alta voce, si asciuga le mani velocemente, il lieve bruciore sulle nocche sembrano il perfetto promemoria di ciò che deve prima affrontare.

Quando apre la porta lei è lì, così bella, e candida alla luce della lampada. Si stringe le mani nervosa, un gesto che non le ha mai visto fare, un segnale di quanto di lei ha messo in gioco e che lui forse distruggerà.

"Non sapevo da che parte ti piace dormire così ...ho aspettato" termina in un sussurro abbassando gli occhi imbarazzata.

Bellamy prende un respiro profondo "Non posso rimanere, mi dispiace."

"Non sei tu.." tenta di cominciare ma le parole di Clarke lo bloccano subito "chissà come mai non sono mai io eppure..." dice. La sua postura ormai cambiata, si è fatta più rigida, le sue braccia ora si incrociano sul petto, Bellamy vede tutto questo, vorrebbe raggiungerla, abbracciarla e dirle che andrà tutto bene, ma non può farlo.

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora