Capitolo 21 (parte 2)

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I tocchi della compagna sono lievi, piccoli sospiri sulla sua pelle. Lascia che il suo corpo parli per lei, che la sua mente si faccia inconsistente sotto quella lenta tortura ma immagini, fotogrammi che non riesce a scacciare passano attraverso i suoi occhi. Sente altre mani su di se, forti, mascoline.

Abbassa gli occhi verso la compagna vuole perdersi nelle sue iridi verde smeraldo ma altri sono gli occhi che vede, due pozze profonde. Freme a quella vista che sembra infiammarla ancora di più. Un istante in cui si perde, poi la consapevolezza.

Si scosta di colpo da Lexa scioccata da ciò che è appena avvenuto. Si mette su a sedere appoggiando la schiena contro il muro. Il respiro affannoso. Gli occhi sbarrati nella mente una ridda d'immagini che si mescolano: la notte precedente con Bellamy, le sue fantasie, i Gardens, Lincoln che parlava di quei luoghi del lavoro fatto da Blake e da suo padre. Un senso di tradimento si fa strada nel suo mente e nel suo cuore.

"Clarke, ehi, tutto ok?" chiede Lexa, sedutasi accanto a lei, le accarezza una spalla nel vano tentativo forse di tranquillizzarla.

Ci vogliono alcuni momenti prima che le parole e i gesti di Alexandra riescono a fare breccia nella sua mente confusa.

Quando il suo respiro comincia a farsi regolare osa alzare gli occhi verso Lexa, a disagio per ciò che è appena avvenuto.

"Scusa, credo di essere un po' stressata"

La giovane le sorride comprensiva, trascina Clarke verso di se abbracciandola, sperando che quel contatto l'aiuti. Incerta su cosa dire o fare. Spesso si è chiesta cosa nascondesse quel lato sfuggente di Clarke Griffin e ora, pensa, ne ha avuto un assaggio.

"Sei contenta della tua vita?" mormora Clarke scrutandola attentamente.

Lexa la osserva a sua volta, cercando di capire quali risposte cerchi in lei, si prende attimo per riflettere poi annuisce.

"Si, è la vita che voglio, non sempre, ma è questo per cui sono nata e cresciuta. Sono una donna che si è fatta largo in un mondo di uomini, sono a capo di un'azienda in continua espansione, responsabile di migliaia di dipendenti. Amo l'adrenalina che questo singolo pensiero mi crea." Risponde sincera. Rendendosi conto che in quel momento si sta giocando tutto il futuro del suo rapporto.

Immediatamente si rende conto che le sue parole non sono quelle che Clarke vuole sentire.

"Io non lo so." Le dice abbassando gli occhi "Ho sempre fatto tutto quello che ritenevo giusto per la mia azienda, non ho mai pensato che questo potesse rendermi felice, non mi interessava. Mi andava bene così" appoggia la testa contro il muro dietro di sé, osserva un quadro astratto appeso sulla parete di fronte.

"Ma.."

"Ma ora le cose sono cambiate.." mormora, poi si volta verso Lexa "Ho incontrato una persona, in realtà la conosco da anni e.." indecisa su come continuare, gli occhi chiari della compagna che la scrutano "e mi ha fatto vedere le cose in maniera diversa, o così pensavo" si lascia sfuggire alla fine.

Lexa accanto a lei non proferisce parola. In silenzio la osserva cercando di capire se quelle parole implichino ciò che lei immagina.

"Mi ha tradito..." mormora poi con voce spezzata.

È la volta di Lexa di abbassare gli occhi, conscia di ciò che è avvenuto in passato fra loro.

"Come fai a fidarti delle persone?" chiede di botto.

Sulle labbra di Lexa si dipinge uno strano sorriso, consapevole di ciò che lei ha fatto per riguadagnare la fiducia di Clarke.

"Non mi fido delle persone, non posso credere in loro, non posso permettere a loro di far parte della mia vita. È pericoloso, è debolezza e tu lo sai..." replica.

"Noi allora?"

"Tu sei come me Clarke, tu sai cosa significa vivere in questo mondo e che tipo di responsabilità abbiamo, per questo amo passare del tempo accanto a te, tu puoi capirmi come io posso capire te" le dice prima di prendere un respiro "io non so cosa sia successo fra te e questa persona ma, visto come stai, la risposta è semplice, è pericolosa per te, perché non ti permette di ragionare in maniera razionale." Le dice decisa.

Clarke la guarda, conscia della verità di quelle parole eppure...eppure con lui si è sentita se stessa come mai non le è mai capitato ma lui è completamente diverso da lei, dal suo modo di vivere e questo la spaventa per le conseguenze su di lei e sulla sua azienda.

Il silenzio si fa strada fra loro, consce entrambe che la loro storia è ad una sorta di bivio dalle imprevedibile conseguenze.

"È tardi" mormora Lexa "fra poco passerà il mio autista per portarmi all'aeroporto." Continua. Si alza in piedi e comincia a raccogliere alcuni dei vestiti dimenticati sul pavimento.

Clarke la segue subito dopo, si riveste concentrata solo su se stessa, quel luogo che si è trasformato in una prigione per entrambe.

A disagio.

Incapaci di parlare, di esprimere a parole la confusione e il senso di fatalità che sembra incombere su di loro.

"Quando ritornerai?" le chiede in un mormorio Clarke quando ormai entrambe sono di nuovo presentabili e il corridoio non presenta più tracce di ciò che è avvenuto.

Lexa scuote la testa "Questa operazione mi porterà via un mese abbandonante, forse di più. Pensavo di tornare almeno nei fine settimana per vederci, oppure tu potevi raggiungermi per qualche giorno ma, credo, che per un po' sarà meglio non vederci" termine guardandola.

Clarke annuisce lentamente, ha ragione Lexa, non possono vedersi, non finchè lei non avrà capito chi vuole essere.

Di slancio si avvicina ad Alexandra, l'abbraccia tenendola stretta a sé.

"Mi dispiace" le sussurra all'orecchio. Sente la compagna ricambiare il suo abbraccio.

Quando si sciolgono e Clarke raggiunge la porta si sente ancora più confusa di prima, un peso sempre più greve nel suo animo.

Non sa più se continuare a seguire il suo cervello o cominciare a dar spazio anche al suo cuore. 

NDA: Pronta a sorbirmi tutto il vostro odio....o forse sarete buone :P 

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora