Capitolo 33 (parte 2)

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PARTE 2


Sono in una zona il cui accesso è permesso solo ai dipendenti. È uno spiazzo lastricato usato per il carico e scarico delle merci.

La fioca luce di una porta d'emergenza li illumina. "Qui non ci disturberà nessuno se veramente volete fare a pugni"

"Non è mia intenzione farlo" replica Bellamy. L'aria fresca gli ha schiarito le idee e non ha alcuna voglia di combattere contro Adina.

"E no! mi siete costati un patrimonio in vini e ora" dice accomodandosi su una cassa mentre si accende una sigaretta "voglio almeno un po' di spettacolo"

"Non è il caso.." comincia Bellamy

"Forse invece è il caso" ribatte subito Zack "Abbiamo una questione da risolvere"

"Io non ho nessuna questione da risolvere e non mi interessa altro." Afferma Bellamy quando sente la risatina di Adina.

"Non ricominciare Adina" mormora girandosi verso di lei pronto ad affrontarla.

"Io direi che è ora di concludere tutta questa farsa invece!" replica la donna avvicinandosi a lui.

"Perché ci incontriamo qui ogni anno?" gli chiede quando ormai è a pochi centimetri dal suo petto.

È più piccola di lui, non le arriva nemmeno alle spalle ma questo non significa che non sappia come fargli male. Prende le distanze mentre la sua testa cerca di dare una risposta.

"Lo sai perché veniamo qua! Per ricordare..."

"Palle..." ribatte Adina facendosi sotto "Se Marchand, Ricci, Phelps e gli altri sapessero come onori la loro memoria si vergognerebbero di te!"

Il pugno di Bellamy scatta verso il viso della donna prima ancora che la sua mente registri cosa sta facendo. Adina però lo schiva senza problemi, spostandosi in laterale. I suoi occhi scuri sono diventate due fessure.

"Sei anche diventato un mollaccione che non riesce nemmeno a colpire una donna vecchia come me!" lo schernisce prima di colpirlo con un pugno poco sotto le costole.

Il colpo è potente e Bellamy sente il dolore irradiarsi su tutto il fianco e mozzargli il respiro, si piega su se stesso.

"Già finito?" Continua a schernirlo "dirai che non mi vuoi fare male per dei tuoi cazzi personali e poi te ne andrai facendo finta che questo non sia accaduto?"

Fra un respiro e l'altro nella mente di Bellamy si rincorrono una ridda di pensieri.

"Vuoi reagire o rimarrai lì a chiederti cosa sta succedendo?"

"Potrei fare entrambe le cose!" risponde alzando il viso. Non si farà prendere dalla rabbia "sto solo cercando di capire cosa stia passando nella tua di testa!" continua spostandosi di qualche passo e scrutandola in viso.

"Sta passando che mi sono rotta i coglioni di questo tuo atteggiamento. Sei vivo, cazzo. Fottutamente vivo e invece vivi come se fossi morto e Dio solo sa perché!" ruggisce la donna "tutti abbiamo sofferto per ciò che è successo, ma lo sapevamo nel momento stesso in cui abbiamo deciso di arruolarci che sarebbe potuto accadere, siamo stati sfortunati in quella missione? Si. Poteva andare diversamente? Si, ma così non è stato e non capisco perché a sette anni di distanza tu non abbia ancora capito che non potevamo fare niente, non è stata colpa nostra."

" E invece sì" urla Bellamy di rimando avvicinandosi di scatto. Finta un colpo al viso, poi la colpisce con un pugno allo stomaco che fa piegare la donna in due "Io si, dovevo fare qualcosa, tutti loro erano sotto la mia responsabilità e sono morti per un mio errore." Termina allontanandola di scatto da sé. "Sono morti e non ho nemmeno potuto dire alla loro famiglie perché sono morti in quel modo."

All in - scommessa vincente (COMPLETA - In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora