capitolo 20.

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È il giorno della partenza.
In casa c'è un grande via vai per le scale, e siamo tutti emozionati all'idea di partire per Capodanno, trascorrendo questo periodo nel migliore dei modi.
-vuoi una mano?-
La voce di Joey interrompe i pensieri che stavo fabbricando, ed io scuoto la testa energicamente in risposta alla sua domanda.
-no, grazie. Credo di riuscirci.-
Gli lascio un sorriso e porto la mia valigia al piano di sotto. Sia Joey che Hunter saranno con noi durante questo viaggio.

Blake é al piano di sotto tutto steso sul divano, in attesa del nostro arrivo. Ha il suo solito cappello rosso sulla fronte, e ha gli occhi socchiusi, come se volesse dormire. Appena mi vede spalanca gli occhi e si sistema, per poi sorridermi impacciatamente e raggiungere la sua valigia.

Dopo quel bacio ho deciso di convincermi ad ignorare completamente tutto quello che è successo, quindi ora ci comportiamo da amici. Spero che non stia fraintendo tutto questo: io non ho intenzione di rimettermi con lui subito.

-il volo, non voglio perderlo.-
Dice Hunter, notando gli sguardi imbarazzati che ci lanciamo io e Blake. Non so perché, ma ho la vaga sensazione che lui mi voglia dire qualcosa e stia ancora tintinnando sul da farsi.
-io non voglio perdere per strada questi due.-
Leila ci indica ridendo, ed io arrossisco lievemente. È una ragazza cogliona, ironica e a volte irritante, ma dopotutto le voglio bene.

-e io non voglio perdere te.-
Mormora Blake, per poi avvampare e abbassare lo sguardo. Non so cosa gli stia prendendo, di solito le cose le dice in faccia senza vergognarsi, ma adesso sembra che si stia addirittura vergognando di farmi un complimento.
Faccio finta di non aver sentito.

-allora, andiamo?-
Cerco di cambiare discorso interrompendo l'aria di tensione che si percepisce sulla pelle, da quanto è forte.
-sì, credo che sia la cosa migliore da fare.-
Joey interviene e sistema in macchina le ultime valigie di Leila, che ha svuotato metà armadio per soli tre giorni.
Il resto del tragitto trascorre tranquillamente, tralasciando alcune occhiate sfuggenti da parte mia e di Blake, che siamo imbarazzati senza un motivo ben preciso. Non riesco a capire che cosa sia successo tra noi due: mi piaceva avere un amico maschio con cui parlare. Ora, se per sbaglio incrocio il suo sguardo, lui cambia subito direzione, come se avesse paura che io iniziassi a parlare con lui di un nostro futuro matrimonio.
.
Appena saliamo sull'aereo, io mi accomodo rapidamente sulla sedia accanto il finestrino, per poi infilarmi le cuffie nelle orecchie in attesa che il mezzo parta.
Mi hanno riferito che vicino a me ci sarà uno sconosciuto, perché i posti tutti vicini erano terminati: sarà un viaggio molto lungo in cui ci saremo solo io e la musica.

Invece, a dispetto dello sconosciuto, vicino a me si siede Blake. Sento che il cuore inizia a galoppare senza sosta, e sinceramente non capisco il motivo di questa agitazione: ci conosciamo da tanto tempo, siamo stati insieme, e per entrambi ora c'è solo una grande amicizia.
O almeno, è così che voglio convincermi.

-cosa ascolti?-
Chiede lui, ad un certo punto. La verità? Sto ascoltando il suo respiro perchè ho il telefono spento, così come la musica!
-mah, niente di che, le solite cose.-
Cerco di essere indifferente aiutandomi con le spalle, che alzo leggermente.
Ora sono io che sto cercando di evitarlo: ma perché? Perchè mi sto comportando in modo così infantile?
Il biondo estrae un auricolare dal mio orecchio e lo adagia sul suo, per poi fare una faccia confusa. Non tento nemmeno di fermarlo: ormai l'ennesima figura di merda è stata fatta.

-sono sordo io, o tu ascolti il nulla?-
Sento le guance diventarmi paonazze. Perché sono una ragazza così impedita?
-nessuno dei due.-
Cerco di aggrapparmi ad ogni scusa possibile.
-ah, quindi il rumore del mio respiro è la tua musica? Carino.-
Sento le mani sudare: il motivo? Ha indovinato, ma ammetterlo mi costa troppo.

-no, sto ascoltando il rumore del presente.-
Affermo io, con voce sommessa. Non ho idea di cosa sia appena scivolato dalle mie labbra: ma so per certo che non ha un senso, e Blake l'ha capito.

Il fatto è che mi mancano i sussurri di Blake, le braccia intorno alla mia vita, i suoi baci, le sue mani, le sue parole dolci prima di andare a dormire, e tante altre piccole cose che mi facevano sorridere.
Continuo a pensare che sia meglio rimanere amici, ma una parte di me dice che dovrei perdonarlo e lasciare aperto il mio cuore, senza troppi drammi o ripensamenti; solo farlo.

-il rumore del presente? Non sapevo che fossi così poetica.-
Mi fa l'occhiolino.
-non mi conosci abbastanza, allora.-
Ricambio il gesto e mi giro verso il finestrino mordendomi le labbra. Sono fiera di me perché sono riuscita a salvarmi da questa situazione spiacevole.

-io ti conosco più di quanto tu possa conoscere te stessa.-
Dice, imitando il perfetto ragazzo permaloso.
-non fare questi giochi di parole: mi hai ingarbugliato il cervello!-
Ridacchio genuinamente insieme a lui, fino a quando l'aereo decolla e mi fa cadere proprio sul suo petto. Diventiamo seri entrambi.
Faccio per muovermi, visibilmente imbarazzata dalla situazione, ma lui mi ferma con la mano che mi appoggia sulla schiena. 

-sei stai comoda... puoi restare così.-
Anche lui è impacciato: è un invito? Vuole che io resti così?
Rimango paralizzata davanti ai suoi occhi, che mi scrutano dolcemente.
-disturberei.-
Non muovo un muscolo in attesa della sua risposta.
-no, sono... ehm ... felice se tu ...-
Non lo lascio finire, appoggiando timidamente la testa su di lui. Non dovrei farlo perché sono ancora arrabbiata con Blake, ma allo stesso tempo non desidero altro.

Rimaniamo in silenzio per tutto il viaggio: è strano ed è quasi spiacevole percepire questa tensione fra di noi. Ma perché mi importa? Non devo sposarlo, nè mettermi con lui. Non c'è problema: chiudo gli occhi facendo finta di dormire.
Non voglio che lui pensi che io sia ancora così stupida da rimanere in silenzio davanti a lui, quindi, fingersi addormentata e stanca  è la soluzione migliore per sfuggire all'imbarazzo del contesto in cui ci troviamo.

Ad un tratto, sento la sua mano accarezzarmi il viso con un movimento lento e dolce.
Cerco di non sorridere per tradire la mia copertura, anche se in questo momento mi è praticamente impossibile.
-come sei bella quando dormi. Anche quando sei sveglia.-
Inizia a parlare e a me vengono i brividi per le cose che ha detto. Non mi muovo sperando che continui la conversazione con me.
-peccato per il tuo orgoglio. E anche il mio è molto pieno, non lo nascondo, ma tu rendi le cose così difficili ...-
Sospira, passando ai miei capelli castani che inizia ad attorcigliare al suo dito.

-ne ho fatti tanti di errori e ti ho ferita tantissime volte, ne sono cosciente e ti capisco. Mi sento una merda, ma è stato tutto per colpa della fama: capiscimi!
Adesso che ho lasciato il tour e la vita da star, voglio dedicarmi completamente a te, perché sei il motivo della mia felicità. Perché non torniamo insieme? Perché non la facciamo finita con questo mutismo da bambini piccoli? Quanto vorrei riuscire a dirti queste cose in faccia. Non voglio perdere l'occasione. So che anche tu vuoi stare con me. Lo sento dai tuoi gesti e da come ti rivolgi a me.-

Sento la tristezza che pervade il mio corpo, trafiggendomi il cuore come una lama affilata. Perché ha ragione? Voglio rimanere impassibile perché non voglio rimanerci sempre male io, non voglio più soffrire e non voglio più saperne dell'amore. Non sono pronta. Queste cose le ripeto ogni volta quando sono sola, ma appena vedo Blake tutto si azzera, e l'unico desiderio che ho è quello di tornare indietro e di rimanere con lui.

-io ti amo ancora.-
Mi stringe a sè come se fossi un pupazzo gigante. "Confesso o non confesso?" Penso nervosamente. Mi viene l'illuminazione dopo pochi istanti.

Credo che sia giunto il momento di rivelare tutto e di farla finita: ho preso una decisione.

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