capitolo 54.

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-buongiorno mondo! Anche oggi sei viva, bella e pronta a ad essere meravigliosa come sempre, Millie.-
Una voce registrata irrompe nella stanza più o meno alle cinque del mattino. Ancora è buio, e me ne rendo conto perché la luce fastidiosa delle serrande aperte non è ancora penetrata nei nostri occhi.
Questa sveglia continua per cinque lunghi minuti, ed io mi alzo arrabbiata. È la voce registrata di Millie.

-spegni quella cosa!-
Urla Ari, prendendo il cuscino e tirandolo dritto verso il telefono, che cade bruscamente a terra, senza cessare di suonare.
-noo!-
Madison si fionda sull'oggetto nel pavimento, e tira un sospiro di sollievo quando si accorge che fortunatamente non si è rotto lo schermo.
-non ci servono i tuoi messaggi motivazionali alle cinque di mattina.-
ribatto acida, ancora mezza assonnata.

-non sono messaggi motivazionali. È semplicemente la mia sveglia.-
È tutta orgogliosa di averci buttato giù dal letto con il suo messaggio subliminale che dice "fate tutti schifo, qui l'unica bellissima sono io."
-alle cinque del mattino?!-
-ci vuole tempo per essere belle e prepararsi. Mi ringrazierete, dopo.-
Se per avere il suo aspetto occorre alzarsi quando ancora è buio, io preferisco rimanere così come sono e poltrire nel letto fino a quando non suona la sveglia, o qualche minuto più tardi.

-Comunque, io e Madison abbiamo deciso di fare un patto.-
Questa affermazione mi spaventa.
-mh?-
Mi alzo e le guardo entrambe.
-durante la permanenza in Spagna, saremo quasi amiche. Sottolineo il quasi. Quando torniamo a Londra, ritorneremo come prima.-
È impossibile essere sua amica. O quasi, come ha detto lei. Ma tanto cosa ho da perderci? Niente, quindi io ed Ari accettiamo.

-le quasi amiche si fanno anche truccare!-
Ruoto gli occhi: perché ci tiene tanto a truccare la mia faccia? Perché non lo fa su se stessa?!
-ancora con questa storia?!-
-ah, e le quasi amiche si fanno consigli su tutto.-
Dice Madison ad Ari, che è ancora nel suo letto che guarda il soffitto.
-sentiamo.-
-oggi ti vesto io.-

-abbiamo le divise la mattina.-
Ricordo alle due, che quando sentono questo particolare, sembrano collassare.
-le divise?! Non può essere!-
-apri l'armadio, sono lì dentro.-
Si lanciano sul guardaroba e guardano la gonna azzurrina e la maglia con il simbolo della scuola stampato al centro del petto.

-oggi pomeriggio puoi vestirmi e puoi anche truccare Caro. Ma oggi pomeriggio. La mattina, no.-
Sbuffano, e ci ignorano per il resto della preparazione.
Non siamo amiche, siamo quasi amiche. E le quasi amiche non sono obbligate a parlare.

La campanella della prima ora suona, ed io sono una delle prime ad entrare in classe.
A colazione ho visto le altre, a loro sta andando davvero bene. Leila ha detto che lei e Lena sono sempre insieme, e che le altre due le rispettano. Lisa si trova benissimo in compagnia delle due ragazze più dolci della scuola, come lei. A noi non sta andando particolarmente bene, ma nemmeno male come credevamo.

Blake si siede vicino a me.
-buongiorno compagna di banco.-
Sorrido al pensiero che questa ora sarò accanto a lui. Ne avevo bisogno.
-Come va?-
-benissimo. È stata una notte divertentissima. Da stasera iniziano le incursioni, preparatevi.-
Ridacchio e gli prendo la mano da sotto il banco: i prof sono contrari, ma adesso non c'è nessuno e noi ne approfittiamo.
-oggi pomeriggio ti va di fare un giro?-
-certo. Mi trucca Millie, preparati.-
Ridiamo entrambi, e iniziamo la lezione.

Studiare in spagnolo si rivela più complicato del previsto. Ricordare le identità dei prof è una impresa quasi impossibile perché hanno più o meno due o tre cognomi, tutti uguali tra di loro. Chi è il prof Garcia? Ce ne sono più o meno cinque che si chiamano così.
Non sono abituata a studiare tutte le materie in un'altra lingua, ma riesco a cavarmela perché è molto simile all'italiano. Mi manca la mia Italia. Non vedo l'ora di tornarci, magari con Blake, magari da sola, ma ho il bisogno di tornare nella mia patria.

La giornata passa lentamente, ed è stato pesantissimo. Ma fortunatamente c'è il pomeriggio che ricompensa la mattina.
-ci vediamo dopo, okay?-
Dice Blake, mi bacia per poi imboccare la strada per i dormitori maschili. Lo saluto con una mano e con Ari mi dirigo verso la nostra camera.
-sei pronta? Io no.-
Ci guardiamo preoccupate ed esitanti, prima di aprire la porta della 349.
-andiamo.-

Appena spalanchiamo il pezzo di legno che ci separava da Millie e Madison, vediamo che la nostra camera è stata trasformata in un salone di bellezza.
-buon pomeriggio, quasi amiche!-
Io ed Ari ci guardiamo spaesate e preoccupate, pronte a diventare come loro.
-ho sentito che Ari ha un appuntamento con un suo amico spagnolo, e Caro ha un appuntamento con Blake.-

Io e la mia amica ridiamo nervosamente: perché sa così tante cose di noi? È peggio di una stalker!
La prima sono io, nel reparto trucco.
-chiudi gli occhi.-
Faccio come mi è stato ordinato, e non li riapro fino a quando non finisce il suo lavoro. Sento qualcosa sulle labbra, sulle guance, sulle ciglia, e sugli occhi.
Mi guardo allo specchio e sgrano gli occhi: non sono io quella allo specchio. È proprio un'altra persona.

-sei scioccata?-
Ride di gusto, e prende la spazzola.
-come sei bella!-
Esclama Ari, mentre litiga con Madison per una gonna.
Perché Millie si sta comportando così gentilmente con me? Cosa vuole fare? Mi vuole uccidere? Vuole rubarmi il ragazzo?

Esco dal college alle quattro, e mi vedo con Blake all'uscita.
Mi bacia dolcemente, mi prende la mano, e mi porta fuori.
-sei bellissima.-
Rimane a bocca aperta, guardandomi con attenzione nei minimi dettagli.
-anche tu.-
-ma tu sei ... wow. Non sto scherzando. Ti bacerei fino alla fine dei miei giorni.-
Arrossisco e lo guardo negli occhi. Mi bacia di nuovo, questa volta con una indomita passione, che io adoro tantissimo.

Entriamo nella parte di città in cui ci sono le attrazioni principali, ed io sorrido notando tutte queste cose bellissime intorno a noi. Ci ero già stata, ma non me la ricordavo così bella.
Io e il mio fidanzato parliamo e ridiamo sempre, ci stiamo trovando bene qui.
-sai cosa voleva fare Alex?-
-cosa?-
-voleva portare Madison in camera da noi. Io gliel'ho impedito. Quella in camera da me non la voglio.-
Rido di gusto, non so il motivo, forse perché mi è presa la ridarella. La mia risata è strana. A volte fa ridere più la mia risata che la battuta, infatti Blake ora ride con me.

-ti amo.-
Mi bacia sotto il museo di Picasso. L'unica attrazione che non avevamo fatto in tempo a visitare in tournée: ma sia io che Blake volevamo vedere.
-io di più.-
Gli accarezzo i capelli, ed entriamo insieme.
Scattiamo mille foto, selfie e cose varie. Guardiamo con attenzione ogni quadro e ci soffermiamo davanti a due o tre che abbiamo studiato oggi in classe.

Il coprifuoco è alle sette di sera. C'è la cena, e poi non si può uscire se non in qualche giornata particolare. Questa non è una di quelle, quindi, a malincuore torniamo nel vecchio edificio.
-Trevor, ha detto che un tempo questo college era un manicomio per ragazzi e ragazze che tentavano il suicidio. Si dice che i loro spiriti vaghino per le stanze di notte. Si dice anche che una ragazza, l'anno scorso, in gita con la scuola, sia scomparsa e sia stata ritrovata un po' di mesi fa, con una corda attaccata alla testa.-

-che cazzata.-
Scuoto la testa: è improbabile il fatto che mi sta raccontando. Bisogna avere paura dei vivi, non dei morti.
-ti giuro!-
Io sono una fifona. Ari il doppio di me. Millie e Madison si spaventano per le uniformi, quindi, ci resteremo secche tutte. Ma la scienza non spiega questi fenomeni, e quindi, io posso decidere se sia vero o no. Io dico di no.

-tanto mi proteggi tu.-
Gli lascio un bacio sulla guancia, e lui arrossisce.
-ti proteggo io contro tutto. Anche contro i fantasmi.-
-il phon non può aiutarci questa volta, passerebbe attraverso ai loro corpi.-
Mi lascia un bacio lungo e umido sulla bocca, per poi allontanarsi.
-io sono meglio di un phon!-

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