capitolo 30.

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Sono ancora scossa per il discorso di Blake ieri sera. Non è da lui mollarmi così, ma credo che sia opportuno dargli ragione e prendere per sempre due strade diverse.
Sono felice che abbia capito, ma sono incredibilmente affranta per aver messo fine a tutto.

-la tua salute migliora.-
Afferma il medico, dopo un controllo. Gli sorrido debolmente senza scompormi e gli chiedo quando potrò tornare a casa. I miei genitori devono rimanere allo scuro di tutto: non voglio perdere la loro fiducia.

-se continui così, domani potrai tornare a casa. Non hai niente di grave.-

tiro un sospiro di sollievo e guardo l'orologio che emette un suono insopportabile. Mi sembra di essere intrappolata nel presente, anzi, io lo sono. Non riceverò visite questa mattina perchè tutta la gente a cui importa della mia salute è a scuola, quindi dovrò limitarmi a fissare il muro verdognolo davanti a me e a distrarmi dai pensieri che continuano a tormentarmi.

-c'è un ragazzo che vuole vederti.-

Alzo un sopracciglio e scruto la donna che mi ha appena fatto questo annuncio. Chi può essere? Manu? Avrà saltato la lezione come ieri!

-come fa di cognome?-

L'infermiera sbuffa e ruota gli occhi impaziente. Sulla sua faccia è dipinta un'espressione scocciata ed irritata.

-non lo so e non ho intenzione di chiederglielo. Vuoi farlo entrare?-

La fulmino con lo sguardo: la simpatia non è una delle sue doti di sicuro. Le dico di farlo entrare e appena si gira per dare l'annuncio al ragazzo, alzo il dito medio a sua insaputa. Non so il motivo, ma quasi quasi mi sento meglio dopo aver fatto questa bambinata.

-Caro! Come stai?-

Austin si siede accanto a me, lasciandomi senza parole. Non volevo avere a che fare con i Gray, ma dopotutto lui non mi ha fatto niente ed è stato carino a preoccuparsi per me dopo la bravata del fratello.

-come vuoi che stia.-

Ho ancora la voce rauca e graffiata, ma riesce a trasmettere ugualmente freddezza e diffidenza.

-so che te lo stai chiedendo: Blake mi ha mandato qui.-

Sgrano gli occhi per la schiettezza e incrocio le braccia al petto, determinata a non ascoltare ciò che vuole dirmi.

-ha detto che ...-

lo interrompo perchè so che vuole ripetermi il discorso che mi sono dovuta subire ieri sera.

-lo so, ero sveglia, ma lui non lo sa. Digli che sono d'accordo.-

tronco la conversazione, lasciandolo con le mani in mano.

-voleva anche sapere come stavi. Voleva venire lui, ma ha detto che se ti avesse visto avrebbe mandato le promesse a farsi benedire e non ti avrebbe più lasciata.-

Abbasso lo sguardo, sentendo una fitta nostalgica al cuore. Non voglio più vederlo? Voglio dirgli addio? Sono tentata a farlo venire qui per parlare con lui e capire cosa gli sia preso quella notte. Non voglio lasciare le cose a metà.

-fallo venire ora. Chiamalo e digli di fare in fretta.-

mi pentirò di ciò che ho fatto, e non posso credere di aver pronunciato veramente queste parole. Anche Austin stenta a crederci. Coglie la palla al balzo e va in corridoio con il telefono in mano, pronto a chiamare il biondo. Fa capolino nella stanza tutto soddisfatto e inizia a parlare.

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