capitolo 23.

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Non ho chiuso occhio questa notte.
Dopo la sua grande rivelazione mi sono sentita a pezzi, qualcosa si è mosso dentro di me: non era disgusto, forse delusione mista a incredulità e a sorpresa.
Sono corsa in bagno a vomitare, ed è stato così per tutta la sera: un via vai continuo.
Mi sento in gabbia perché non so davvero come comportarmi con un ragazzo che ha assunto queste sostanze pericolose: e se fosse finito in un giro pericoloso? E se stesse continuando a drogarsi a mia insaputa?
Non riesco a respirare per colpa di questo nodo in gola che non si vuole sciogliere.

Il mio fidanzato sta ancora dormendo beatamente, ed io ho passato metà notte a guardare la sua faccia. Come può aver fatto una cosa simile? Non mi era nemmeno balenato per la testa questo suo possibile comportamento.

Ho riflettuto su come comportarmi con lui, e sono giunta alla conclusione che aspettavo: devo essere gentile e fargli capire che sta sbagliando, ma senza aggredirlo. Ma adesso il vero problema è: come reagirò quando incrocerò il suo sguardo? I miei piani andranno a farsi benedire come la mia voglia di vivere in questo momento?

Mille domande mi stanno torturando, e le primi luci dell'alba iniziano a farsi spazio nel cielo Hawaiano, segnando l'inizio di un nuovo giorno: la vigilia di Capodanno.
-Caro, dove sei?-
La voce roca mattutina di Blake mi fa sobbalzare e accelerare il cuore a mille.
Tasta con le mani il letto non sentendo la mia presenza accanto a lui, come avrei dovuto fare.
-Blake? Sono qui.-
Mi accorgo di aver balbettato il suo nome e mi maledico mentalmente per questo errore da principiante.

-ti prego, rimani qui.-
Mormora, afferrandomi per la vita e spingendomi contro di lui. Ha ancora gli occhi chiusi, ma credo che sia sobrio adesso.
-sono qui con te.-
Mi sforzo di sorridere, ma non oso alzare lo sguardo per vedere la sua espressione. Potrei scoppiare a piangere.
-cosa è successo ieri?-
Fa questa domanda con noncuranza, ed io sospiro lievemente. Devo dirglielo ora? O continuare a mentire?

-niente di che.-
Ho optato per la seconda possibilità, ma mi pento subito. Sono una fottuta vigliacca e devo affrontarlo. È per il suo bene e devo mettere da parte le emozioni contrastanti che sto provando.
-perché non mi guardi?-
Con due dita mi alza il mento costringendomi a guardare i suoi occhi azzurri. Sono tranquilli e calmi, mentre i miei sono pieni di agitazione.

Scoppio a piangere senza ritegno, come pensavo. Il mio autocontrollo sparisce e le immagini che produce la mia immaginazione di Blake che si droga, si uccide lentamene mi fanno tornare i conati di vomito. 
Mi alzo velocemente e corro verso il bagno, iniziando a vomitare di nuovo. Lui mi tiene la testa angosciato, ma non lo biasimo, non gli ho spiegato niente e adesso sto facendo una scenata davanti ai suoi occhi.
Mi vergogno, ma non riesco a smettere.

Il biondo mi guarda incapace di rispondere, e mi aiuta a rimettermi in sesto.
-cosa ti succede?!-
Chiede preoccupato e spaventato.
Quanto lo vorrei sapere anche io cosa mi sta succedendo. Non ho mai provato una cosa simile e mi auguro di non provarla mai più.
-succede che la persona a cui tengo di più al mondo sta morendo!-
Urlo mettendomi le mani fra i capelli, e anche il piano della gentilezza è sfumato in un batter d'occhio.

-chi sta morendo?!-
Non capisce che è lui.
-tu! Tu stai morendo lentamente! Tu non te ne accorgi!-
Mi rannicchio singhiozzando. Sono fuori di me, e non mi piace questa cosa.
-ma cosa stai dicendo?!-
Mi prende in braccio alzandomi velocemente. Mi prende per i fianchi e mi avvicina al suo petto. Lo guardo e sento il suo respiro su di me: ha gli occhi lucidi anche lui.

-la droga.-
In un attimo mi faccio piccola piccola, sentendo che quel demone che ho sfoggiato prima è tornato a dormire.
La sua reazione è inaspettata: abbassa lo sguardo, maledicendo l'alcol e tutte le sostanze che ha buttato nel suo corpo.
Non risponde e continua a tenere lo sguardo sul pavimento.

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