capitolo 69.

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-sappiate solo una cosa: l'esame si sta avvicinando. Probabilmente sarà l'esame più importante della vostra vita, uno dei più duri ed impegnativi che affronterete. Siamo al sette  Giugno, chi ha studiato lo passerà senza problemi, e chi non ha fatto niente tutto l'anno, si prepari all'inferno.-
La prof di storia passa tra i banchi con il suo ticchettio di tacchi inquietante, lasciando una scia profumata dietro di se, mettendoci addosso tantissima ansia e sconforto.
Io sono sempre stata una delle più brave delle classe, però ho comunque paura di fallire e di passare con un pessimo voto, anzi, di non passare proprio! Chissà se mi mancherà il liceo. 
Ma soprattutto:cosa farò dopo questo esame? Quale sarà il mio futuro? Ormai non posso più ignorare l'argomento. Ho ancora tutta l'estate davanti, o almeno, una buona parte.

La campanella suona, ed io raccolgo velocemente i libri sparpagliati sul banco per poi dirigermi verso l'aula dell'ora successiva. Inglese non è una materia che mi preoccupa, ma oggi la giornata è stata davvero pesante e non vedo l'ora di tornare a casa e chiamare Blake, per parlare un po' con lui.
La scuola finisce domani perciò non ho compiti, e al pensiero che questa sarà l'ultima giornata lavorativa prima di lasciare per sempre il liceo, mi viene già una fitta di nostalgia.

Ovviamente, il prof di inglese ci fa lo stesso discorso che ormai ci hanno fatto tutti: l'esame sarà difficile, il futuro è nelle nostre mani, e cose simili che hanno lo scopo di spronarci a studiare, ma l'unica cosa che suscitano in noi è il timore.
Fortunatamente non vengo interrogata, mentre Lena sì, e riesce a cavarsela abbastanza bene: prende sette più.
Scarabocchio qualcosa sull'angolo del mio libro di testo, fino a quando il suono dell'ultima campanella mi annuncia che finalmente posso uscire da qui.
Mi precipito fuori e corro incontro alle mie amiche, pronta a confessare e sfogare tutte le mie preoccupazioni su di loro.

-e se non dovessi farcela?-
Chiedo, incamminandomi verso l'uscita, con il cuore che batte forte.
-smettila, sei la prima della classe. Basta studiare, niente di più, niente di meno.-
Alla fine non approfondisco più questo discorso, e do appuntamento alle altre per le quattro.
-a dopo.-
Le saluto con la mano, e lancio uno sguardo a questo istituto: lo rivedrò presto, purtroppo.

Intanto, camminando verso casa, vedo che un auto costeggia il mio cammino.
Cerco di non farci caso perché il mondo non gira intorno a me, e probabilmente è solo una donna o un uomo che torna dal lavoro e sta facendo la mia stessa strada. Dopotutto, molti abitano a Notting Hill, e questa è una scorciatoia per arrivarci prima senza restare impantanati nel traffico nell'ora di punta.

-ehi.-
Mi ero distratta e stavo saltellando beatamente per le vie della città, ma la voce dolce di Shawn mi fa risvegliare mille emozioni contrastanti che iniziano a girarmi intorno e a colpirmi come un bastone.
Accelero il passo senza guardarlo nemmeno in faccia e cerco di ignorarlo malgrado lui continui ad attirare la mia attenzione.
-ti devo parlare.-
Riesco ad addentrarmi nell'area in cui le macchine non possono entrare, e tiro un sospiro di sollievo sapendo di averlo seminato. Spero solo che non parcheggi la macchina e scenda a piedi, perché potrei veramente urlare e non ci tengo.

Il mio timore diventa realtà: inizia a corrermi dietro e a cercarmi tra la folla, schivando passanti e bancarelle per la strada. Continua a chiamarmi ma io non mi giro, anzi, cerco disperatamente un riparo o qualcosa che mi riesca a nascondere dalle parole di quel ragazzo.
Davanti a me si apre la libreria di Blake, quel Blake che non sento da ormai quasi un anno e piombare da lui così sarebbe da grandi maleducati. Ma affrontare Shawn sarebbe molto peggio, quindi senza pensarci due volte mi infilo dentro, e vengo accolta dal profumo della carta misto a quello delle candele profumate che lui adora.

-buongiorno!-
Appena vede la mia espressione scombussolata, alza un sopracciglio con aria sospetta.
-pensavo ti fossi trasferita.-
Capisco che sia offeso, ma non ho avuto tempo per pensare a lui, e sinceramente non ha mai attraversato la mia mente in questo periodo. Mi maledico mentalmente e rifletto che sarei potuta entrare in un bar qui vicino, anziché qui dentro e subirmi i suoi rimproveri.
-mi dispiace.-
-ma non ti preoccupare, non sono offeso! Qual buon vento?-
Sembra uscito da un libro dell'800, la  sua figura snella e slanciata e i suoi modi gentili lo rendono davvero un uomo, e non un ragazzo.

-dovevo cercare un libro per la maturità.-
Mi invento questa scusa al momento, perché dirgli che sto cercando di evitare un ragazzo sarebbe troppo imbarazzante. Adesso che lo guardo bene, non capisco come io abbia potuto provare qualcosa per uno così, e non perché sia noioso, ma perché stare con lui significherebbe studiare per tutta la vita. È cambiato tantissimo, e se posso permettermi, è cambiato in peggio. Stare con lui è come stare con un nonno.
-capisco. Sei preoccupata? Che genere di libro vuoi?-
-ehm, quello.-
Indico un libro di narrativa generale, vogliosa di varcare quella porta e di tornarmene a casa.

-quando me lo riporti? Spero non dopo un anno!-
Ridacchia amaramente, ed io non colgo l'ironia. Contento lui, contenti tutti.
-te lo porto domani. Faccio solo due fotocopie. Ora vado perché sono di fretta: ho ospiti a casa.-
-e Blake come sta?-
-sta benissimo.-
-è in Texas?-
-sì, è in Texas.-
-e quando lo vedrai?-
parla troppo.
-quando finirò l'esame.-
Rispondo, scocciata.
-ah, l'esame è davvero una stupidaggine. Io l'ho superato con il massimo dei voti.-
-interessante: ciao.-

Guardo questo libro e realizzo che qualche fotocopia la potrei fare davvero.
Mi guardo intorno accertandomi che non ci sia nessuno, e tiro un sospiro di sollievo.
Entro in casa e chiamo Blake, che mi risponde dopo due secondi.
-ti stavo pensando. Sto cercando di studiare, ma sei persino negli esempi di grammatica!-
ridiamo entrambi ed io gli racconto di Shawn e di Blake, e lui scoppia a ridere senza ritegno.
Vedendolo felice non posso fare a meno di esserlo anche io!

-comunque non vedo l'ora che tutto questo finisca. Voglio tornare da te.-
Fa un sorrisone ed io ricambio, incantata dal suo viso perfetto.
-ora devo studiare anche io. Ci sentiamo dopo?-
Dico con riluttanza: vorrei stare di più al telefono con lui, ma il libro di geometria mi chiama ed io non posso rifiutare.
-a dopo.-
Sorride insieme a me, e poi attacchiamo in sincronia.

Sbuffo ed inizio a studiare, sottolineando e facendo schemi che mi aiutano alla comprensione. La mia testa inizia a viaggiare e non mi riesco veramente a concentrare, cerco di ripetere ma è inutile ormai.
Presa dallo sconforto, mi lascio cadere sul tavolo, maledicendo la mia testa che non vuole memorizzare.
Ci ritento e finalmente riesco a concludere qualcosa.
Finisco di studiare alle otto di sera, e sento che la mia testa sta ribollendo di informazioni.

Mi alzo dalla sedia e mi accorgo che ho le gambe addormentate, quindi inizio a sgranchirmi con un grosso mal di schiena dovuto alla mia postura sbagliata durante lo studio.
Ad un certo punto, suona il campanello e io mi precipito alla finestra, sbirciando attraverso le tende il piano di sotto.
-Shawn.-
Dico, nonostante sia da sola.
Inizia a chiamarmi ripetutamente ed io vado a chiudere la finestra in camera per evitare che lui usi la stessa strategia di Blake: entrare dalla finestra.

Si attacca al campanello facendomi girare la testa, ed ignorarlo ormai mi è impossibile.
-cosa vuoi?-
Dico acida, aprendo finalmente la porta.
-oh, finalmente!-
Fa un grosso sorriso e noto che è davvero cambiato esteticamente. Sono passati pochi mesi ed ha assunto un'aria più matura.
-ti volevo chiedere scusa. Hai ragione: non ho una personalità. Voglio esserti amico e quella sera mi sono lasciato trascinare dalla gelosia di Manu, io non penso queste cose.-
Mettere il broncio sarebbe da bambina viziata, ed io non lo sono, quindi mi limito alla neutralità.

-okay.-
-quindi sono perdonato?-
-va bene.-
Mi abbraccia forte, e sento il suo solito profumo di ciliegia addosso.
-sono contento di esserti tornato amico.-
-solo amico però.-
Ci tengo a precisare questo.
-certo, certo.-
Mi fa l'occhiolino e mi dà un bacio umido sulla fronte.
Ora mi accorgo di star sorridendo come una stupida e rimedio subito a questo danno.
-ora torno a casa che Aaliyah mi aspetta per la cena.-
Mi fa l'occhiolino.
-va bene, ciao.-

Tutto sembra tornare per il meglio.
Ma se non fosse sincero? Mi dovrei fidare?

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