capitolo 38.

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-dobbiamo raggiungere i ragazzi. Dai, alzati.-
Ari e Leila cercano di trascinarmi fuori dalla camera, ma io sono impassibile.
Incrocio le braccia al petto e scuoto la testa in modo solenne: io non mollo il letto, non mollo la solitudine e il relax per lanciarmi a peso morto in una realtà che non mi piace.

-Se non vieni immediatamente chiamo Loren, James ed Ariel. Ti giuro che lo faccio, sai che ho le palle per compiere questo.-
Leila mi fissa in aria di sfida, ed io accetto sbuffando. Mi fanno mille domande, ma io sono così infantile e arrabbiata con Blake che non ho intenzione di interagire con nessuno. Nemmeno con loro.

Ieri è rimasto deluso dal fatto che io non sia rimasta con lui a dormire.
Mi sono inventata una febbre improvvisa e sono scappata il più presto possibile da quel posto che brulicava di gelosia.

Purtroppo il tragitto è troppo breve e in un attimo siamo già arrivati.
Seguo Ari e Leila che mi guardano preoccupate, ed insieme entriamo in casa. Sono amareggiata e sono pronta a litigare con il primo che osa mettersi contro le mie idee o contro ciò che penso.

Vedo una macchina parcheggiata fuori, e storco il naso quando vedo Blake che abbraccia Julia in modo troppo intimo e caloroso. La ragazza sale sulla macchina e si allontana velocemente, prima di partire ci fa un cenno con la mano, tutte rispondono, io rimango impassibile.
Il mio atteggiamento è paragonabile a quello di una bambina viziata, ma non posso farne a meno.

-Caro! Come va? La febbre è passata?-
Blake ci vede e ci corre incontro con un sorriso a trentadue denti.
Mi sfiora la testa, ma io mi sposto rapidamente, camminando verso la direzione opposta. Mi siedo su un gradino e prendo il mio telefono, per poi iniziare a giocare a Candy Crush, ignorando ciò che mi circonda. Il mio ragazzo sgrana gli occhi preoccupato e un po' deluso dalla mia reazione schiva,  per poi chiedere alle mie amiche cosa mi sia preso.

-non lo sappiamo.-
Si comportano in modo omertoso, e le ringrazio mentalmente per non aver tradito la mia fiducia.
Vedo che confabulano un po', gesticolano e mormorano cose incomprensibili sotto voce. Non ci do peso.
Dopo poco tempo si decidono a rivolgermi la parola.

-entriamo.-
Blake mi affianca, mi prende la mano ma io la ritraggo subito, per poi accelerare il passo e raggiungere Hunter, Brandon e Jacob sul divano.
Non mi giro nemmeno per vedere la sua reazione: lo scopo è ignorarlo, fargli passare quello che ho passato io.

-buongiorno.-
Dice Brandon, non lo vedevo da un po'.
-ciao.-
Rispondo fredda,  per poi notare che Blake si siede accanto a me.
-come hai passato la notte?-
Si gira verso di me, cercando di essere gentile.
-come vuoi che che abbia passato la notte?! Di merda, per colpa tua. smettila di fare il carino con me. Io so la verità. Non sei obbligato a fingere di amarmi, tanto tu le persone le usi e basta! Tu ferisci tutti e te ne freghi!-
Urlo, con le lacrime agli occhi. Cala un silenzio di tomba, Blake è umiliato e ferito dal mio atteggiamento. Io sono delusa da me stessa, da lui, da tutto.
-oh cazzo.-
Sento mormorare da uno dei presenti.

-devo andare in bagno.-
Mi alzo e corro al piano di sopra, in preda a mille emozioni contrastanti. Ogni scalino una lacrima di vergogna. Dopo cinque minuti, Blake fa capolino dalla porta e mi prende i polsi, per poi scaraventarmi con il muro della sua camera. Chiude la porta ed io socchiudo gli occhi per paura che possa farmi del male a livello fisico.

-adesso tu mi dici che cazzo è successo.-
Non molla la presa, continua a stringere provocandomi dolore.
-mi stai facendo male.-
Allenta la presa, ansimando, ma non mi lascia del tutto.
-tu mi stai facendo male. Ma cosa ti è preso?!-
Esclama disperato, in preda all'angoscia. Nei suoi occhi si sta scatenando una tempesta, uno tsunami pronto ad abbattersi su tutto, senza pietà. È tutto tirato, io di più.

-tu mi tradisci. Me l'hanno detto Alissa e Peter. Tu mi tradisci con ...-
Scoppio a piangere, e lui mi squadra confuso. Cerca di baciarmi dolcemente,
ma io mi scosto nonostante il cuore mi faccia male.
-con chi?!-
Urla fortissimo e sento i muri tremare. La sua reazione mi spaventa, ho gli occhi appannati, mi giro e vado contro il muro, cadendo per terra con il labbro che sanguina.
-con Julia!-
Urlo a mia volta, quel nome viene pronunciato con disprezzo. Mi tolgo
Un peso dallo stomaco.

-Julia?!-
Ride amareggiato, sulla sua faccia si fa spazio la delusione e la rabbia di una persona che ha appena subito un torto.
-Julia.-
Mi ricompongo e lo fisso, ma subito dopo distolgo lo sguardo. Non ho il coraggio.
-È mia cugina. Julia è mia cugina.-

Sbianco totalmente. Mi porto una mano alla bocca, cosciente di aver appena fatto una figura di merda. Sono stata male per niente, ho fatto stare lui male per niente. Abbiamo litigato per niente. Ho creduto a due sconosciuti provocandomi solo del male. Sua cugina. Non ho parole, non so come scusarmi perché non ci sono cose da dire, niente ha senso, niente può servire da giustificazione in questo momento.

-mi dispiace.-
-credevo che almeno uno dei due fosse meno infantile.-
Quelle parole sono estremamente vere, infatti ci sto male il doppio.
Esce dalla stanza, mollandomi in preda alla rabbia verso me stessa e alla tristezza. Ora è lui arrabbiato con me, odio quando succede questo perché Blake può perdere il controllo e compiere qualche stupidaggine di cui poi si pentirà mille volte.
Ha ragione, sono stata davvero una bambina, devo farmi perdonare, ma non ora.
Ho imparato a conoscerlo e so per certo che lui ora è testardo e non vuole ragionare, giustamente.

-dobbiamo andare.-
È l'unica cosa che riesco a dire dopo tutto quell'imbarazzo. Leila prova a ribattere, ma io la zittisco e le chiedo ancora di andare via con me ed Ari, già fuori dalla porta.
Salutiamo tutti, e appena passo accanto a Blake riesco a percepire la tensione fra noi due.

Ovviamente, le mie amiche mi chiedono il motivo di tutta questa fretta.
-era la cugina.-
Mormoro, ancora paonazza. Sono distrutta, come ho potuto essere così idiota? Dovevo chiedere spiegazioni, ma ho scelto la strada più complicata e tortuosa, influenzata dalla gelosia, ho creduto a ciò che sembrava. Mi sono fermata alle apparenze senza scavare.

-e adesso?-
-e adesso niente, io mi maledirò e rimarrò avvilita sul letto per tutta la sera. Domani, quando sarà passata ad entrambi, cercherò di farmi perdonare.-
-e non fai niente ora?-
-cosa dovrei fare? Gli ho chiesto scusa, mi sono pentita, mi sento una merda, ma lui non mi ascolta. Un classico. Domani mi farò perdonare. Ve lo assicuro.-

Posso sembrare molto tranquilla, può sembrare che non mi importi niente, in realtà sono agitata e preoccupata come non mai. Non devo darlo a vedere.
Era sua cugina.
Ed io mi sono lasciata accecare dalla gelosia come una stupida.

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